martedì 27 dicembre 2022

Spendersi per un ideale: il Kairòs di Maresco, sindacalista, discepolo e testimone di un disegno sapiente. Quale valore a cento anni dalla nascita di Don Milani

Maresco Ballini, il primo tra gli allievi di Don Milani divenuti sindacalisti, colui che accompagnò, nel 1954 da Calenzano il priore verso "l'esilio di Barbiana" è scomparso nella notte di Natale del 2018, quattro anni fa.

Il 27 dicembre 2018 don Sandro Lagomarsini (qui per leggere il profilo interessantissimo di questo sacerdote), nel celebrare il funerale dell’allievo di Don Milani e sindacalista, parlò di un disegno sapiente nelle tre feste che seguono il Natale: Santo Stefano, San Giovanni Evangelista, i Santi Innocenti. 

Il prete, amico di vecchia data di Maresco Ballini, aveva ricordato come Santo Stefano sia da considerare un’avanguardia nell’ascolto dello Spirito Santo. Il primo martire cristiano aveva capito prima degli altri che la fede doveva staccarsi dalla sua matrice mosaica. Un modello, forte nella parola ma generoso nel perdono verso i persecutori: «Signore, non imputare loro questo peccato».

 I Santi Innocenti – recita un antico poeta cristiano – rappresentano, poi, tutti gli esseri umani travolti senza colpa dal turbine della Storia e dall’odio dei potenti (...)

Tra i limiti "sanati" della prima edizione di Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana, il libro a più voci che racconta del rapporto tra Don Milani, la sua scuola e il mondo del lavoro (o con: "le lotte dei lavoratori", come era intitolato l'inserto di Conquiste del Lavoro del giugno del 1987, curato da un altro significativo allievo-sindacalista, Michele Gesualdi) vi era proprio la mancanza della voce di Maresco.

Non era stata una dimenticanza: provato dalla malattia e consapevole di aver detto e testimoniato molto nella sua vita, Maresco aveva risposto, tramite la figlia Viviana,  in questi ultimi anni animatrice di una bellissima iniziativa: Il Cammino di Don Milani, che preferiva, in quel momento, "soprassedere".

Così, nel 2019, nel preparare la nuova edizione del libro che racconta la storia bellissima e non troppo conosciuta del rapporto tra la scuola di Barbiana e il sindacato, che il priore definiva una delle strade maestre per "praticare l'amore e cercare di dare un fine alla vita" ci si è messi sulle tracce, sulle orme di Maresco.

E' una storia bellissima, la sua, che parte dal lavoro iniziato in quarta elementare ("garzone di un fabbro), continua con la costituzione della Libera Cgil nella "rossa" Prato nel 1948 (con Ballini all'inizio unico su quaranta lavoratori nella sua officina ad aderire, da principio, al "sindacato nuovo") e con l'incontro con Benedetto de Cesaris, il primo, oggi troppo dimenticato, direttore del Centro Studi Cisl di Firenze, invitato a tenere due incontri, proprio da Don Lorenzo Milani, nella parrocchia di Calenzano, dove, racconta Maresco, si discuteva e partecipavano, pur in forma dialettica, anche i "comunisti".

Una storia che si intreccia, nel 1955, con la "dura" selezione del "mitico" corso lungo presso il Centro Studi di Firenze (conserviamo gli appunti di Maresco delle lezioni dell'allora giovanissimo Gino Giugni), e il metodo del rapporto tra formazione e politica dei quadri.  Un impegno sindacale all'inizio pionieristico, con il ruolo fondamentale dell'investimento nella formazione e vissuto trent'anni a Milano e in Lombardia. Un impegno giunto fino alla segreteria nazionale della Filta Cisl, la categoria che organizzava i lavoratori e le lavoratrici del settore tessile-abbigliamento. 

Una lezione, quella di Ballini, su come venne costruito, con ostinazione, fatica e visione, il sindacato nuovo, fabbrica per fabbrica.

Una storia individuale e collettiva: Mario Colombo, - storico "braccio destro" di Pierre Carniti,  segretario della categoria dei tessili-abbigliamento, altro allievo del Centro Studi di Firenze - vide peraltro la celebrazione delle proprie nozze proprio da parte di Don Milani a Barbiana, nel 1965.

Alla vigilia del centenario della nascita di Don Milani, maestro di Maresco e di una generazione (variegata e plurale) di sindacalisti, ripercorrere le tappe di questo allievo di Don Lorenzo Milani, di questo "discepolo e testimone" come disse Lagomarsini, ci aiuta a focalizzare un'esperienza entusiasmante e complessa, vissuta nel Novecento, il secolo di Don Milani. Un'esperienza certamente importante e generativa anche oggi. Se raccontata.

"Essere io come avrei voluto fossero loro" sta qui il primo insegnamento attraverso l'esempio di Don Milani ai suoi ragazzi, raccontato da Maresco, prima a Calenzano e poi "nel silenzio che divenne voce" di Barbiana.

Non serve a nulla, a cento anni dalla nascita di Don Lorenzo, a quattro anni dalla scomparsa di Maresco, "adorare le ceneri", ma a riflettere sulle motivazioni per cui si diviene sindacalisti e ci si impegna per rappresentare il lavoro, consapevoli del divenire della storia. 

Innovando e rischiando, come avrebbe forse detto Don Lorenzo e come ci ricorda spesso Papa Francesco.

Per chi volesse approfondire questa storia, qui alcuni strumenti utili:

Link al saggio dedicato a Maresco Ballini (che contiene l'omelia di don Sandro Lagomarsini) nella seconda edizione di: "Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana": https://www.centrostudi.cisl.it/attachments/article/540/Quel%20filo%20teso_ballini-pdf.pdf   

Link ai due collegamenti per rivedere la straordinaria testimonianza di una vita piena (Maresco Ballini, intervista a Mila Scarlatti, 2008) sul Canale YouTube del Centro Studi Cisl:

Prima parte: 


Seconda parte: