mercoledì 20 febbraio 2019

ll maestro e la virtù. La Cisl e don Milani


La figura, il pensiero e l’azione di don Lorenzo Milani saranno al centro di un incontro-seminario organizzato da Cisl Veneto, in collaborazione con Adiconsum e Cisl Scuola, che si svolgerà all'Auditorium del Centro Cardinal Urbani giovedì 21 (ore 9,30) a Zelarino di Venezia.
L'appuntamento, dal titolo “Don Milani. Il maestro e la virtù”, moderato da Luca Colombo (giornalista Rai Tgr Veneto), vedrà la partecipazione di Paolo Landi e Francesco Lauria.
Paolo Landi, allievo di don Milani a Barbiana, sindacalista Cisl tra i lavoratori tessili e poi fondatore di Adiconsum, è autore de “La repubblica di Barbiana”, mentre Francesco Lauria si occupa di formazione, progettazione e ricerca su relazioni industriali e mercato del lavoro per la Cisl e il Centro Studi Cisl di Fiesole, ed ha curato la pubblicazione di “Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana. Don Milani e il mondo del lavoro”.
L’incontro sarà introdotto da Gianfranco Refosco, quindi verrà proiettato il video “Don Milani, I Care”.

mercoledì 13 febbraio 2019

Come cambiare la politica e il sindacato (Conquiste del Lavoro, 7 febbraio 2019)

EDICOLA Fiori
di Elia Fiorillo

Come cambiare la politica e il sindacato
Le ”combinazioni” sono il sale della vita, nel senso che ti mettono difronte a persone, fatti, ricordi, passioni che non avresti mai ipotizzato d'incrociare, di rivedere, d'imbatterti. Una cosa del genere è capitata a chi scrive. Un libro da recensire per una rivista che si porta dietro tanti ricordi ma, contemporaneamente, ti fa riflettere sul futuro. Ti fa immergere nella realtà in cui vivi, facendoti notare le tante contraddizioni che il tran tran quotidiano ti hanno impedito dì vedere. O che per interesse, per comodità, per noia non hai 'voluto' vedere. La pubblicazione, firmata da vari autori, racconta la storia del rapporto tra il 'prete scomodo' Lorenzo Milani e il mondo del lavoro. In particolare tra due realtà, quella di Fiesole, dove ha sede il Centro Studi della Cisl, e quella di Barbiana, luogo dell'esilio di don Lorenzo. E mentre leggi per recensire ti fermi a pensare all'impegno di questo prete che dall'isolamento è riuscito a far sentire la sua voce ad intere generazioni. A motivarle, a spingerle letteralmente verso 'gli altri', tutti gli 'altri'. Nella 'Lettera ad una professoressa', testo scritto dagli allievi del prete dì Barbiana, c'è un passaggio attualissimo: '...uscire da soli dai problemi è l'avarizia, uscirne insieme è la politica'. E, ancora: 'La politica e il sindacato come occasioni da cogliere per se', non mestieri da profitto e carriera, ma servizio agli altri.... In sintesi la politica e il sindacato non come privilegi personali e di pochi, ma quale forza del debole'. In un’epoca tutta basata sull'idea del ”centralismo” cosmico dell'io, dell’arrivismo incondizionato al potere, dei 'fatti miei', il 'servizio' disinteressato agli altri, appunto attraverso la politica ed il sindacato, sembra un anacronismo. Eppure è il solo modo di governare la 'polis', per migliorarla, nell'ottica primaria del 'bene comune'. C'è da rabbrividire nel constatare che la 'pubblicità' è al primo posto negli interessi dei 'politici del cambiamento'. Tutto è improntato a raccogliere consenso partendo dalle viscere del popolo, da sentimenti di rabbia, di odio, d'insofferenza che dovrebbero essere combattuti, attraverso la formazione, proprio dai politici. E la colpa di questo stato di cose non va attribuita solo ed unicamente all'attuale classe dirigente, ma
anche a quei tanti benpensanti (sic), a certe elite culturali che non hanno nessuna intenzione di 'mischiarsi', d'impegnarsi in politica perché la ritengono qualcosa di corrotto, d'inutile. E, invece, la politica e il sindacato sono vitali per il bene di un paese. Certo, l'Italia è cambiata. Il posto di lavoro stabile, quello che t'accompagnava per tutta la vita lavorativa non c'è più. Ci sono i contratti a termine, le partite Iva, il precariato cronico. È sicuramente più complesso di ieri fare sindacato oggi. Ci vuole più formazione per affrontare il sempre più mutevole mondo del lavoro. Il vero rischio del sindacato è 'far finta di niente', pensare di poter operare come ai tempi di don Milani, con l'unica variante dell'aumento degli iscritti tra i pensionati, che diventano la categoria più forte e condizionante del Movimento dei lavoratori. Il numero di adesioni dichiarate è sicuramente importante, ma è più rilevante il peso politico che rivestono certe organizzazioni. Se una volta bastava uno sciopero generale per far cadere un governo, oggi gli effetti non sono più gli stessi. Nel sentire collettivo la forza delle organizzazioni che tutelano i più deboli appare appannata, compromessa dagli interessi personali e di gruppo. Bisogna voltare pagina, facendo tutto il contrario di quello che si sta facendo adesso. Bisogna ricominciare d'accapo avendo bene in mente le mete che si vogliono raggiungere. E se questo lavoro di ricostruzione, nel sindacato e nella politica, farà apparire sotto gli occhi di tutti, nemici ed amici, le debolezze, i giochi di potere, le furbate, i ladrocini, i tentativi scorretti per rimanere a galla, non ci deve preoccupare, anzi ci deve inorgoglirete. Perché stiamo ricostruendo il palazzo della democrazia abbattendo i tanti fabbricati abusivi che per spiccioli interessi erano stati tirati su. No, non c'è proprio più tempo da perdere. Dice Papa Bergoglio: ”Il sindacato nasce e rinasce tutte le volte che... da' voce a chi non c'è l'ha, denuncia il povero 'venduto per un paio di sandali', smaschera i potenti che calpestano i diritti dei lavoratori più fragili, difende la causa dello straniero, degli ultimi, degli 'scarti”.
(Conquiste del Lavoro, 7 febbraio 2019)


mercoledì 6 febbraio 2019

Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana, "raccontato" sul sito della Fondazione Don Lorenzo Milani

Il libro: "Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana" raccontato nel sito della Fondazione Don Lorenzo Milani...

(...) Leggere le pagine di questo libro è utile per confrontarsi non solo con le esigenti parole di don Milani, ma per raccordarle con quelle di Papa Francesco che ha invitato con forza il movimento dei lavoratori, nel ventunesimo secolo, a riattualizzare due grandi orizzonti, superando storture e pigrizie: quelli della “profezia e dell’innovazione”.
Quella vissuta fin dagli anni cinquanta da don Milani e dai suoi allievi è, infatti, una storia preziosa che va conosciuta e tramandata, una storia di riscatto e di impegno, denuncia e testimonianza, mobilitazione e costruzione paziente, nelle fabbriche di Calenzano come nell’”esilio generativo” del contesto agricolo e montano di Barbiana.
Ma quali sono le sfide oggi per una rappresentanza del lavoro che deve ridefinirsi e affrontare con coraggio le sfide del presente?
Se la leva del potere rimane, ieri come oggi, “influire con la parola e con l’esempio”, su cosa ripartire e, sotto certi aspetti, rifondare la rappresentanza del lavoro?(...)
https://www.donlorenzomilani.it/quel-filo-teso-tra-fiesole-e-barbiana-nuovo-libro-di-francesco-lauria/


lunedì 4 febbraio 2019

Il ricordo di Maresco Ballini su Conquiste del Lavoro e il filo teso tra la Cisl e l'esperienza di Don Milani


Ballini: se ne va un altro ragazzo di Don Milani

di Elia Fiorillo
È tornato alla Casa del Padre”, come si usa dire, proprio la notte del Santo Natale un vecchio sindacalista della Cisl. Uno dei ”ragazzi” di don Lorenzo Milani, il prete scomodo di Barbiana. Si chiamava Maresco Ballini ed aveva 87 anni. Lo conobbi tanti anni fa ad un campo scuola della Cisl a San Martino in Val Badia. Correvano gli anni ’70. Ricordo l'allora segretario generale della Cisl, Bruno Storti, che chiamandolo ripetutamente per nome l’interrogava su certe problematiche formative. In lui m’impressionò la pacatezza con cui si confrontava con gli altri, sempre attento a tutti, dai capintesta all’ultimo arrivato, come io ero allora. Ma anche mi colpì quello che io ritenevo uno strano nome: Maresco.
In seguito ho avuto il piacere di frequentare la sua famiglia dove la modestia e l’impegno nel sociale erano regole di vita. Maresco Ballini aveva conosciuto don Lorenzo nel 1947 quando il prete era approdato sul territorio di Calenzano con il ruolo di cappellano del vecchio proposto don Daniele Pugi. Il futuro sindacalista allora aveva sedici anni. Per i successivi sette anni frequento' la scuola popolare di don Milani, vivendo anche le incomprensioni che venivano dal modo assolutamente fuori dalla norma con cui don Lorenzo faceva il prete e l’educatore. Morto don Pugi, che aveva sempre difeso don Milani, scattò nel 1954 l'immediato allontanamento del ”prete scomodo”. Fu ”esiliato” a Barbiana. 

Con grande emozione Maresco raccontava di aver accompagnato il 7 dicembre 1954, un pomeriggio piovoso e freddo, con un furgone carico di masserizie, don Lorenzo nel luogo che doveva essere del suo isolamento. Quel posto, Barbiana appunto, diventò un punto di riferimento per tanti giovani, cattolici e non, di tutta l'Italia che vedevano in quel prete, proprio ”rompi...” per la Chiesa di allora, ma anche per la politica, un punto di riferimento, un maestro da seguire.
Fino a 23 anni Ballini aveva fatto il meccanico eppoi, per trentasei anni, era stato sindacalista della Cisl tra Milanoe Firenze. Non ricordo più l'anno, ma ho ben scolpito nella mente quel pranzo a cui fui invitato a casa Ballini a Firenze. Tutto era semplice, nessuna ostentazione. Spesso il discorso cadeva su don Lorenzo e sui suoi insegnamenti di vita.
Non sapevo allora che la scrittrice Neera Fallaci, sorella di Oriana, aveva scritto un libro dal titolo significativo: ”Dalla parte dell'ultimo. Vita del prete Lorenzo Milani”. Un librone di quasi 700 pagine che ”per la prima volta l'intera vita di Lorenzo Milani viene percorsa ed esplorata nelle pieghe più sconosciute”. Il libro, pubblicato da qualche anno, era tenuto dalla famiglia Ballini come una reliquia. Mi fu prestato con l'impegno della restituzione, dopo averlo letto meglio studiato, nel più breve tempo possibile. 

È stato pubblicato ultimamente, a cura di Francesco Lauria per Edizioni Lavoro, il libro ”Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana - Don Milani e il mondo del lavoro”. Una raccolta di scritti di diversi autori che rievocano il percorso di vita di don Lorenzo a cinquant'anni dall'uscita di ”Letter a a una professoressa” e dalla scomparsa di don Milani. Oggi quel testo è una pietra miliare per la formazione dei giovani. Al tempo in cui venne scritto era qualcosa di atipico, anzi eretico per come s’intendeva e si praticava l'educazione dei giovani. Il libro provocò un complesso dibattito nella scuola e nel sindacato della scuola. 

Nessuno allora avrebbe mai ipotizzato che un Papa avrebbe plaudito alle azioni e agli insegnamenti di don Milani. E, invece, Papa Francesco ultimamente ha detto: 'Pregate per me perché io sappia prendere esempio da questo bravo prete'. Si riferiva a don Lorenzo. E ancora: ”La Chiesa che don Milani ha mostrato al mondo ha questo volto materno e premuroso, proteso a dare a tutti la possibilità di incontrare Dio e quindi dare consistenza alla persona in tutta la sua dignità”. Ma anche Paolo VI ammirava don Milani e senza alcuna pubblicità mandava suoi messaggeri a raccomandare prudenza al ”prete scomodo” ma anche soldi per le sue opere di carità. 

Anche Michele Gesualdi, altro ”ragazzo” di Barbiana, ci ha lasciati all’inizio del 2018, a sole due settimane dall'avvio delle attività programmate presso il Centro studi di Firenze sulla figura di don Milani.
Conquiste del Lavoro, 26 gennaio 2018