martedì 19 marzo 2019

QUEL FILO TESO TRA FIESOLE E BARBIANA NEL SEGNO DI DON MILANI

A PISA LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI FRANCESCO LAURIA (CENTRO STUDI CISL)


Si intitola «Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana. Don Milani e il mondo del lavoro» il libro scritto da Francesco Lauria (Centro studi Cisl,  Firenze) presentato sabato al circolo La Rinascita a Pisa in via del Borghetto dall'autore e da Francuccio Gesualdi (Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Vecchiano). All’incontro - organizzato dall'associazione La Rosa Bianca - ha portato il suo contributo anche la segretaria territoriale della Cisl di Pisa Giorgia Bumma.
Il sindacato, con l’insegnamento e l’impegno politico, era una delle strade che don Milani indicava ai suoi ragazzi per praticare l’amore e dare finalità alla vita. Molti allievi del priore di Barbiana hanno seguito questo invito, generazioni di sindacaliste e sindacalisti hanno tratto e traggono ispirazione dalle parole e dai gesti del sacerdote fiorentino. Eppure il rapporto, intensissimo, tra don Milani, la sua scuola e il mondo del lavoro non è tra i più studiati e conosciuti. Questo testo, a più voci, pensato in ricordo di Michele Gesualdi – già sindacalista e amministratore (fu presidente della provincia di Firenze e abbandonò la politica solo dopo l’insorgere della Sla), racconta di un filo intrecciato tra la collina sul versante nord del Monte Giovi e la scuola di formazione per sindacalisti Cisl che sorge non molto distante, sulle colline che, da Firenze, portano a Fiesole.
L’idea di questo libro – ha ricostruito Francesco Laurìa – nasce nel giugno del 2017, in seguito a due episodi, peraltro citati nel testo: la preghiera di papa Francesco sulla tomba di don Primo Mazzolari e di don Milani e il successivo incontro con papa Francesco in occasione del congresso nazionale della Cisl. «Il giorno della visita di papa Francesco a Bozzolo e a Barbiana – ha ricordato Francesco Lauria – io scrissi un articoletto e ricevetti un sms. L’sms raccontava dei primi anni ottanta, quando: “a Barbiana, quasi non saliva più nessuno” e ricordava come l’autenticità di Barbiana stava e sta nella dimensione dell’esilio e del silenzio (“che diventa voce”), non nel rischio della celebrazione di un nuovo santuario.  È una condizione, quella di quel periodo e di quegli anni, che accomuna non solo don Milani e don Mazzolari, ma anche, da vivo, Giuseppe Dossetti con la sua scelta di spostarsi tra “le querce di Montesole”, il cui scomodo ricordo era, allora, parzialmente dimenticato e pieno di rovi». Di lì – ha proseguito Francesco Lauria – è nata la necessità di risalire, in silenzio e in ricerca attraverso la testimonianza e il libro di Michele Gesualdi, «L’esilio di Barbiana».
Nello scorso anno, il Centro studi della Cisl ha rilanciato e rafforzato il filo teso tra «Fiesole e Barbiana», con due mostre: «Barbiana, il silenzio che diventa voce» e «Gianni e Pierino. La scuola di Lettera a una professoressa». E poi una serie innumerevole di visite guidate e di confronti, diverse salite a Barbiana e «uno spettacolo sferzante e spiazzante con cui abbiamo terminato il corso contrattualisti 2018: “Cammelli a Barbiana”».


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