Esattamente cinquant’anni fa, nel
luglio del 1969, due allievi di Don Lorenzo Milani, Maresco Ballini e Michele
Gesualdi, contribuirono ad animare un congresso nazionale molto combattuto
nella Cisl. Fu un’assise, dagli esiti imprevisti, vissuta a valle delle
temperie delle proteste studentesche e a pochi mesi dall’autunno caldo operaio,
tanto che i lavori furono aperti dall’allora segretario
generale Bruno Storti con una celebre e inattesa relazione intitolata: “Potere
contro potere”.
Quel congresso, dirompente per la
confederazione cislina e per l’intero movimento sindacale, si concentrò sui
temi dell’autonomia, dell’incompatibilità tra incarichi sindacali e politici, e
dell’unità tra le confederazioni. Quest’ultima, vista con grande sospetto sia
dalla Democrazia Cristiana che dal Partito Comunista e destinata a rimanere
tema irrisolto fino ad oggi.
Ballini e Gesualdi “figli” delle
due esperienze educative di Don Milani a Calenzano e Barbiana, erano divenuti,
dopo essere passati dal Centro Studi Cisl di Fiesole, giovani sindacalisti tra
i lavoratori tessili. Entrambi testimoniavano in prima persona quello che, solo
due anni prima, il priore e i suoi ragazzi avevano scritto in Lettera a un
professoressa: “Il fine giusto è
dedicarsi al prossimo. In questo secolo come si vuole amare se non con la
politica o col sindacato o con la scuola?”
Al centro dell’intervento
congressuale di Gesualdi la questione dell’emancipazione attraverso
un’educazione popolare, non gerarchica e classista, di quello di Ballini la
necessità, per il sindacato, di: “mettersi a fianco dei lavoratori diseredati
che devono essere preferiti a quelli privilegiati”.
Cinquant’anni dopo quel
congresso, esattamente a due anni dalla storica visita di Papa Francesco a
Barbiana, la Fondazione Don Lorenzo Milani, l’Università di Firenze e la Cisl
di Firenze e Prato si interrogano prprio sul rapporto tra Don Milani, la sua
scuola e il mondo del lavoro. Il tutto a partire dal libro, curato da Francesco
Lauria: “Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana (Edizioni Lavoro, 2019).
Al centro del volume pensato in
ricordo di Michele Gesualdi, giunto ora alla seconda edizione, il rapporto tra
scuola, lavoro e sindacato nella visione e nella pratica del priore di Barbiana
e il racconto di un filo collettivo tra la collina del Monte Giovi e la scuola
di formazione per sindacalisti che sorge non distante, tra Firenze e
Fiesole. La nuova edizione del libro,
sempre nel segno di Don Milani, ma anche e soprattutto nel rapporto con il
tempo di oggi e del messaggio spiazzante di Papa Francesco, approfondisce in
particolare il nesso tra mondo del lavoro, disobbedienza civile ed obiezione di
coscienza a partire da un altro celebre testo milaniano: “L’obbedienza non è
più una virtù”.
Il dibattito “Don Milani e il mondo del lavoro. Memoria, attualità, futuro”, si
svolgerà nel plesso universitario fiorentino di Via Capponi N°9 mercoledì 19
giugno, a partire dalle 16.30. I lavori
si concentreranno non solo sulla memoria, ma anche sull’attualità e sul futuro
del ruolo del sindacato ora che il Novecento, evocato da Don Milani e dai suoi
ragazzi in Lettera a una professoressa, appare abbondantemente alle nostre
spalle.
Prenderanno parte all'incontro: Giancarlo Carotti Presidente della
Fondazione Don Lorenzo Milani, Alessandro Martini, assessore del Comune di Firenze, Franca
Alacevich, professore ordinario di sociologia dei processi economici e del
lavoro per l'ateneo fiorentino, Francesco
Lauria, curatore del libro, Beppe
Matulli Presidente dell'Istituto Storico Toscano della Resistenza e
collaboratore della scuola di Barbiana nella preparazione di Lettera a una
professoressa, Agostino Burberi ex
sindacalista ed allievo di Don Lorenzo Milani, Luigi Lama del Centro Studi Cisl
di Fiesole, Sandra Gesualdi della
Fondazione Don Lorenzo Milani.
I lavori saranno coordinati da Mario Lancisi, verranno conclusi da Roberto Pistonina segretario generale
della Cisl Firenze Prato, promotrice dell'evento insieme alla Fondazione Don
Lorenzo Milani e al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università
di Firenze.
La diramazione fiorentina della
confederazione di Via Po ha svolto proprio il 17 giugno scorso la propria
assemblea organizzativa nel segno del necessario rilancio del rapporto tra
sindacato, giovani e periferie. Una eco, nemmeno troppo lontana, del messaggio
di Don Lorenzo Milani e dei suoi allievi fiorentini. Diventati, proprio dalla
periferia del Mugello, sindacalisti e, successivamente, anche rispettati uomini
delle istituzioni.
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