giovedì 27 giugno 2019

"Disobbedire culturalmente per migliorare il mondo: dire dei sì, dicendo di no"

In questi giorni ho misurato diverse sensazioni: da un lato un senso di impotenza, con le famose "camere eco" dei social in cui tutto è scontro, senza possibilità di confronto e dialogo; dall'altro lato la nuda vita (ma anche la nuda morte e la solitudine) che si intromette nei nostri dialoghi virtuali. 
Ci scopriamo spesso senza quella pazienza e quel tempo necessari per farci un'idea autonoma e non superficiale di ciò che si sta intorno, di ciò che si muove vicino, accanto, sotto e sopra di noi.  Del valore delle parole, direbbe Tullio De Mauro.
Nell'impostare la nuova edizione di: "Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana. Don Milani e il mondo del lavoro" ha subito pensato che dovevo trovare, invece, parole di introduzione semplici e incisive, non per forza citazioni dotte e, a volte, un po' autoreferenziali.
Quasi per caso, ho ascoltato alcune frasi di Ermal Meta, pronunciate ormai quasi due anni fa, all'apertura dell'anno scolastico a Taranto, alla presenza di tanti ragazzi e insegnanti oltre che del Presidente della Repubblica Mattarella. Ho capito che racchiudevano tutto: 
"Dire dei sì, dicendo di no"." Come in queste ora sta facendo l'equipaggio della Sea Watch.
Disobbedire culturalmente diceva ai ragazzi e alle ragazze Ermal Meta, essere migranti del tempo (oltre che dello spazio, come lui, proveniente dall'Albania) e migliorare il pianeta in cui viviamo, partendo dal cuore, dalle menti, dai destini degli altri.
Infine quella chiusura che, davvero, evoca, forse inconsapevolmente, Don Milani: "non sprecate nemmeno un'ora del vostro tempo".
Ecco, di fronte all'odio e all'indifferenza, ma anche alle sole mobilitazioni da tastiera, riporto queste parole, nella speranza di raccontare una memoria importante, un'esilio che si è fatto dono per il mondo e che ci parla e ci scuote (probabilmente purtroppo non abbastanza) ancora oggi.   (Francesco Lauria)

"Ho imparato a disobbedire a scuola. Non in senso negativo. Parlo di disobbedienza culturale. Per disobbedire bisogna conoscere, bisogna sapere, bisogna studiare. Sono diventato culturalmente, mentalmente disobbediente proprio tra i banchi di scuola, perché ho avuto l’occasione di conoscere me stesso, di imparare. Se avete questa possibilità, e ce l’avete, cercate di imparare il più possibile. Soltanto attraverso la cultura si può imparare a dire dei sì, dicendo di no. Scegliendo la propria dimensione, la propria strada. […] C’è sempre spazio dentro di noi: per tutto quello che c’è stato e per quello che c’è. La cultura fondamentalmente è questo: crearsi dei varchi nella vita, come tante piccole finestre. Più cose sai, più finestre hai attraverso le quali guardare il mondo […]. Bisogna essere migliorativi: se non si è migliorativi si tende a far del male al pianeta in cui viviamo. Quando dico pianeta intendo anche le persone che ci stanno intorno: il mondo siamo noi, siamo migranti del tempo. Attraversando questo tempo, dietro di noi lasciamo delle tracce e il modo migliore per lasciare tracce è il cuore delle persone, le loro menti, i destini degli altri […]. Fate in modo, ragazzi, di non sprecare nemmeno un’ora del vostro tempo".
Ermal Meta, cantautore, Tutti a scuola, Taranto, 18 settembre 2017

https://www.youtube.com/watch?v=Vix1Ia2Ch48&list=RDVix1Ia2Ch48&start_radio=1




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