sabato 20 dicembre 2025

EMMANUELE: DIO CON NOI. CONVERSAZIONI NOTTURNE A GERUSALEMME: AVVENTO DI NATALE.

"Stillate, cieli, dall’alto,
le nubi facciano piovere il Giusto;
si apra la terra e germogli il Salvatore"

- Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi". - 

Il Vangelo di Matteo, ma anche, nella Prima Lettura, le parole del profeta Isaia, ci parlano oggi, quarta domenica di Avvento, dell'Emmanuele, Dio con noi, Dio fra noi.

Il Vangelo ci racconta in realtà anche del coraggio di Maria e della fede di Giuseppe.

Insomma, ci parla di famiglia e di comunità.

Emmanuel, mi fa pensare, inevitabilmente ad alcuni ricordi, alcuni lontanissimi nel tempo, un altro vicinissimo.

Il primo di più di 25 anni fa, la spianata di Tor Vergata, noi due, tra due milioni di giovani, nel loro giorno, nella loro notte.

Giovanni Paolo II, già molto provato, ma felice, noi tutti felici nel tramonto, nella notte tra le stelle, aspettando l'aurora, immergendoci nell'alba.

Ricordo Noi due e Noi tutti abbracciati.

Guardare il cielo e i nostri occhi. Pensare il mare.

Cantare sottovoce, nell'orecchio dell'altro, oppure tutti/tutte insieme a squarciagola:

"All'orizzonte una grande Luce

viaggia nella Storia,

E lungo gli anni

ha vinto il buio

facendosi memoria

Illuminando la nostra Vita

Chiaro ci rivela

Che non si vive 

se non si cerca

la Verità

Emmanuel (...)

Siamo qui

sotto la stessa Luce

sotto la sua Croce

Cantando a una Voce

Emmanuel

Emmanuel

Emmanuel

https://www.youtube.com/watch?v=mOW7xeOCl1U&list=RDmOW7xeOCl1U&start_radio=1

Marco Mammoli 

Come rinasce noi la Fede, come recitava la canzone, cantata da tutti e composta da Marco Mammoli?

Ieri, grazie ad una preghiera condivisa, ho ripreso in mano un libro per me importantissimo.

Erano settimane che me lo portavo dietro, senza avere il coraggio di riaprirlo, rirespirarlo: si tratta del testo di Carlo Maria Martini e Georg Sporschill, "Conversazioni notturne a Gerusalemme. Sul rischio della fede".

Invece, grazie ad una serie di conversazioni notturne tra Pistoia e Parma e tra Parma e Parma, ho avuto il coraggio di riaprire il libro.

Il primo capitolo si intitola: "Quel che sostiene la vita".

Viene chiesto al cardinal Martini:

"Vi sono momenti in cui se la prende con Dio?"

Risponde Carlo Maria:

"Le mie difficoltà non hanno riguardato la sfera del quotidiano: quanto piuttosto un grande interrogativo: non riuscivo a capire perchè Dio lascia soffrire suo Figlio sulla croce. 

Perfino da vescovo, a volte, non riuscivo ad alzare lo sguardo verso il crocifisso, perchè questa domanda mi tormentava. Me la prendevo con Dio.

La morte continua ad esistere, tutti gli esseri umani devono morire. Perchè Dio lo vuole? Con la morte di suo Figlio avrebbe potuto risparmiare la morte agli altri uomini.

Soltanto in seguito un concetto teologico mi è stato di aiuto nel mio travaglio: senza la morte non saremmo in grado di dedicarci completamente a Dio. Terremmo aperte delle uscite di sicurezza, non sarebbe vera dedizione. Nella morte, invece, siamo costretti a riporre la nostra speranza in Dio e a credere in lui. Nella morte spero di riuscire a dire questo sì a Dio."

La conversazione prosegue:

"Noi cristiani crediamo che tutto sia creato per amore: ma allora da dove viene il male? Perchè c'è tanta sofferenza?"

Risponde Martini: "Se osservo il male nel mondo, esso mi toglie il respiro. Capisco che se ne deduce che non esista alcun Dio. Soltanto quando contempliamo il mondo per quello che è con gli occhi della fede può cambiare qualcosa. La fede suscita l'amore, porta a battersi per gli altri. Dalla dedizione, malgrado la sofferenza, nasce la speranza.

A volte, a posteriori, sentiamo che il male risveglia nell'uomo energie positive. Considero parte del male le circostanze che portano all'esistenza di bambini di strada, senzatetto e richiedenti asilo, cioè sembrano non avere posto nel mondo. 

Sono "peccati del mondo" anche le catastrofi naturali che falciano migliaia di persone. Ho constatato più volte tuttavia, che proprio questo male risveglia molte forze positive. I giovani si svegliano e affermano: voglio aiutare! 

In questo caso il male tira fuori il meglio dalle persone. Non è una spiegazione soddisfacente, ma intuiamo che dalla sofferenza possiamo imparare molto".

Concludeva la sua risposta il grande Cardinale di Milano:

"Nessun essere umano può rispondere all'interrogativo sull'origine del male, se non per approssimazione: Dio ha donato all'uomo la libertà. Non vuole il robot, degli schiavi, ma dei collaboratori. Collaboratori che rispondono alle proposte con un "sì" o con un "no", che amano oppure non amano, senza costrizione" (...)

Ricordo, parlando, alle soglie del Natale, di Vita e di nascita, proprio Emmanuele.

In una grande capitale d'Europa, venti anni dopo Tor Vergata.

Ricordo Emmanuele, l'Emmanuel, Dio fra noi, ma anche un bimbo di fronte, sorpresa e carezza inaspettata, dono, mistero e luce lungamente attesa, amata, infinitamente, dal cuore immacolato e dal battito nel battito di una Madre, ancor prima che quel bimbo si manifestasse, scalciasse, sorridesse.

Ricordo che l'eco di quel canto, di venti anni prima, mi avvolse mentre incontravo, stupito e felice, negli occhi della sua mamma, quel bambino. Dio tra noi, Dio con noi.

E a quel bimbo, anche, ho pensato ieri.

Ho pensato anche ad altri occhi. Quelli che non dimentico mai.

Mano nella mano. Croce di fronte a noi. Santa Maria del Rosario.

Un Grazie soffiato di gioia.

Un Grazie donato, ricevuto.

Con Gioia.

Avvento, Attesa.

Non ci ho mai capito molto, sinceramente, dell'attesa, del silenzio opportuno.

Ma la Luce, la Vita, la Luce di un bimbo e anche la sua futura Croce per noi,

quella la vedo.

Forte. Fragile. Vulnerabile. Umana. Divina. Spirito.

Quasi Natale.

Kairòs della Nascita, Mistero della Resurrezione.

Emmanuel.

Emmanuele

Emanuele.

Manuele.

Jacopo.

"Parola Viva che ci rinnova"

"Rischio della Fede".

"Angelo".

Natale è tra noi. 

Dio è con noi.

Francesco Lauria

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