domenica 17 agosto 2025

IL "9 MARZO", GUCCINI E L'ESKIMO FUORI STAGIONE. LA CAPACITA' DI SAPER SCEGLIERE IN TEMPO E ALCUNI ESTRATTI DI STORIA CISLINA...


Esistono in Cisl, ormai in entrambi i casi da oltre dieci anni, due modi diversi di coagulare pubblicamente pensieri e riflessioni diciamo: "non necessariamente in linea".

Il primo è un sito che, fino a circa un anno fa, raccoglieva articoli e commenti sostanzialmente anonimi, occupandosi prevalentemente di gossip giornalistici, scandali e accuse varie a un dirigente o all'altro.

Da un po' di tempo qualche articolo almeno viene firmato (anche con pseudonimi). Tutto legittimo, per carità, ma profondamente discutibile, a mio personale parere.
Il 9 marzo, il cui sottotitolo è: "per l'autogoverno delle categorie" nasce qualche tempo dopo il commissariamento (operato all'epoca dall'attuale sottosegretario melonian-salviniano Luigi Sbarra) della federazione cislina della Fai, rea di aver rifiutato, legittimamente, ampiamente, in un congresso nazionale molto movimentato e notturno, l'accorpamento con gli edili, promozionati oltremisura da Raffaele Bonanni, nel 2014.

Per una coincidenza della storia, pochissimo tempo prima, del concitato congresso Fai dell'Ergife, a Roma, era avvenuto proprio il cambio definitivo tra Annamaria Furlan e Raffaele Bonanni a seguito di notizie, prevalentemente anonime, diffuse capillarmente in tutte le sedi regionali Cisl che riportavano gli astronomici e prematuri dati pensionistici dello stesso Bonanni.
Prima Bonanni fu liquidato con la carica di direttore del Centro Studi di Firenze (partecipò a due corsi di formazione, uno era diretto da me) e responsabile anche al G20, delle attività internazionali Cisl, attività che aveva, peraltro, sempre duramente affossato. Poi, all'apparire di ulteriori appendici dello scandalo su tutti i media, fu definitivamente dimissionato da tutto.
E' stato giustamente notato che Furlan fu stranamente accompagnata da Luigi Sbarra nella notte al congresso dell'Ergife.
E' vero che Sbarra era un abbastanza importante segretario confederale, ma è anche vero che la segreteria confederale tutta era stata autodimissionata e la sola Furlan, all'epoca dei fatti congressuali, FaivsFilcavsCisl era stata eletta.

Ad ogni modo questo è il9marzo.it si chiama così (bontà loro) a memoria della data di un ricorso (perso) contro la confederazione.
Va riconosciuto che, soprattutto quando scrive sul sito (sotto mentite spoglie) Giovanni Graziani, c'è anche un certo taglio giornalistico brillante, tra le varie porcherie.

Vi è poi un secondo portale totalmente diverso.
Se il 9 marzo, culturalmente (volendo usare termini generosi il 17 di agosto) si rifà all'esperienza storica della Fisba e di Mario Romani (soprattutto l'ultimo Mario Romani aggiungerei io), l'altro sito: Sindacalmente (www.sindacalmente.org) nasce prevalentemente dal contributo di fimmini torinesi, alcuni purtroppo scomparsi, come Alberto Tridente e Toni Ferigo.
Sindacalmente è stato da sempre molto attento ai temi internazionali (non solo sindacali) ed è una lettura istruttiva, equilibrata, ricca, piacevole.
Lo consiglio a tutti. Ma proprio a tutti, anche ai dirigenti più in linea che ci siano...
Soprattutto quando NON collabora con il 9 marzo.

Ora il 9 marzo, dopo che erano apparsi alcuni commenti e altri commenti dei commenti, anche miei, mi ha dedicato ieri l'onore di un intero articolo.
Non è la prima volta che si occupano di me, di solito appaiono insulti a casaccio su come faccio il formatore, mi si da dell'estremista di sinistra o, addirittura, mi è stato imputato di aver curato un libro Giulio Pastore (peraltro molto diffuso e usato nella formazione sindacale cislina) senza aver inserito un contributo, non si sa a quale titolo, di Savino Pezzotta.

Ieri nel contributo diciamo anonim-redazionale "Bisogna saper scegliere in tempo" https://www.il9marzo.it/?p=10608 hanno fatto un gran minestrone, pur imputando i minestroni al sottoscritto.

Hanno ricordato due precedenti "epurazioni" (tra le tante) al Centro Studi di Firenze.
La prima, almeno a suo dire, capitata nel 1960 addirittura a Gino Giugni, reo di essere troppo socialista e troppo poco cattolico, ma forse anche di essere diventato consulente, all'epoca, anche dell'Intersind.
Di Gino Giugni ho promosso, presso il Centro Studi, la conservazione della raccolta degli appunti delle lezioni di un grande sindacalista: Maresco Ballini, il primo degli allievi di Don Lorenzo Milani (fin da Calenzano, prima di Barbiana) ad essere diventato sindacalista.

La seconda epurazione avrebbe riguardato lo stesso Mario Romani, che ruppe con Bruno Storti alla vigilia del mitico congresso del "potere contro potere" del luglio 1969.
Un congresso storico in cui il mio "mito" Carniti (all'epoca, pochi lo ricordano, in tandem con il suo ex compagno di corso al Centro Studi Franco Marini) perse di pochissimo nei numeri, ma riuscì a far passare cosucce come l'incompatibilità assoluta tra cariche sindacali e politiche e una generosa apertura all'unità sindacale organica (fortemente avversata, invece, da Mario Romani e dalle federazioni di categorie rimaste a lui fedeli, in primis agricoli ed elettrici).
Insomma paragoni illustri.

Ho provato a spiegare agli "amici" del 9 marzo (e anche ad altri) che io non sono vittima di alcuna epurazione.
Sono in Via della Piazzola dall'ottobre 2012 (al Cesos dal luglio 2005, in Via Po, con incarichi che ricopro in parte tutt'oggi, dal giugno 2007).

E' vero, nel momento di tensione con la segreteria generale Cisl, mi sono stati tolti alcuni corsi, ma mi sono anche stati quasi subito restituiti.
E' vero anche che ho fatto gli scatoloni, più che altro per un moto di repulsione interiore, ma il mio ufficio al primo piano è pienamente operativo, tanto che la Cisl, con il mio coordinamento, ha, per esempio, da pochissimo vinto un nuovo progetto europeo.

Scrive il 9 marzo, questa volta dicendo una verità e una bugia,: "Di conseguenza i libri di Lauria (uno di quelli per i quali la storia vera della Cisl comincia con Carniti, e che in funzione del mito di Carniti rilegge Pastore e Romani) che erano stati lodati e apprezzati, ma non necessariamente letti, dai massimi dirigenti, all’improvviso non lo sono più".
Anche su questa ultima frase nelle prossime settimane ci saranno sorprese, ma diamo tempo al tempo...

Non è assolutamente vero invece, che, per me, la storia della Cisl cominci con Carniti, come mi ha accusato sconsideratamente ieri anche un amico del 9 marzo, Giampiero Bianchi.
Io affermo solo, con migliaia di altri, che Carniti (esistono peraltro, come ho spiegato ieri, più Carniti nel corso dei decenni...) non rappresenta un'eresia, un incidente della storia cislina, ma che, come Pippo Morelli, peraltro, è un figlio assolutamente legittimo di quella storia, avendo anche contribuito ad inverare alcune idee forza, come appunto la piena autonomia sindacale e, udite, udite, "amici" del 9 marzo, la vera "verticalizzazione" della Cisl con la presa di vigore e reale indipendenza delle federazioni di categoria.
Carniti, poi, nelle campagne di Castel Leone, nasce come agricolo, non come metalmeccanico, ma è una lunga storia...

Il 9 marzo poi mi "dedica" una canzone del mio maestro Francesco Guccini.
Eskimo parla però di una domenica in settembre.
Oggi siamo in una domenica, ben più calda, di agosto.
Insomma, usando impropriamente il maestro che, in questi giorni, villeggia, come ogni anno, a Pavana, sulle colline al confine tra Toscana ed Emilia, vicino alla mia terra d'adozione pistoiese, gli anonimi detrattori mi accusano, sostanzialmente, di essere un vigliacco che si sveglia troppo tardi e che, direbbe Guccini gira; "con le tette al vento".
Nelle 14 quartine di Eskimo c'è grande e bellissima poesia.
Non sporcherei il genio di Guccini per polemiche di bassa lega.
Non sprecherei, "amici" del 9 marzo, Guccini e nemmeno un eskimo usato, per me.
Solo, magari, rileggetevi i miei (questa volta brevi) scritti del 2010-2012 su Mario Romani e l'esperienza culturale dell'Iscla Cisl, per cui intervistai (probabilmente la sua ultima intervista prima di morire) Vincenzo Saba.
Rileggetevi il testo, aggiornato, pubblicato un mese fa in Lessico Sindacale, a cura di Aldo Carera, non di Che Guevara.

Sulle accuse di mancato o di tardivo coraggio, non vi seguo proprio.
Chi mi conosce davvero sa quanti prezzi ho pagato in vent'anni per mantenere coerenza, schiena dritta e visione.
Rischiate, invece, come alcuni dirigenti periferici di Via Po, di essere "più realisti del re".

Penso alla vicenda delle 150 ore per il diritto allo studio da voi e da Giampiero Bianchi considerata esperienza colpevolmente rivoluzionaria in eskimo (non so se nuovo o malandato) ed, invece, come racconta Bruno Manghi, felicemente accolta, all'epoca degli eskimi, dallo stesso Mario Romani, allora pro rettore dell'Università Cattolica di Milano.
Ma di questo parleremo nella prossima puntata...
Cordialità (ma non troppo!)

Francesco Lauria

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