“O Germania –
Udendo i discorsi che echeggiano nelle tue case si ride.
Ma chiunque ti vede pone mano al coltello”.
Non si preoccupino Marco Lai, Daniela Fumarola, avvocati, funzionari ed affini, questo incipit così “minaccioso” non è altro che l’introduzione, peraltro intitolata: “Una politica dell’amicizia”, all’edizione italiana del testo di Hannah Arendt: “L’umanità in tempi bui” (lo consiglio a tutti, visti i tempi, generali che stiamo vivendo…)
Attraversiamo davvero tempi complessi (direbbe il compianto Aldo Moro…) e non possiamo ahimè sottrarci a questa complessità.
Da parte mia registro le solite voci provenienti dal terzo piano di Via Po 21(ovviamente, come sempre, di corridoio ed ufficiose), sul fatto che la mia lettera di licenziamento sia già scritta e pronta e, addirittura, ci sia un funzionario con il dito già sul tasto del computer, solerte, non appena sarà conclusa l’indifferibile audizione della tarda mattinata del 9 ottobre, nel far partire il messaggio di “Posta Pec”.
Non mi faccio impressionare, per fortuna la legge italiana sui licenziamenti individuali, frutto di importanti conquiste e comunque ancora basata sulla Legge 604/1966 e sull'art. 2119 del Codice Civile, prevede sufficienti modalità di impugnazione e rivalsa nei casi di giusta causa (presumibilmente il nostro) e giustificato motivo soggettivo od oggettivo.
Ricordo che la “giusta causa” prevede una violazione talmente grave degli obblighi contrattuali da non consentire la continuazione del rapporto di lavoro, nemmeno per il tempo del preavviso che, nel mio caso era, secondo la Cisl (ad agosto), irrinunciabilmente di quattro mesi, ma che ora è, sempre secondo la Cisl (a settembre-ottobre) di zero giorni, zero ore, zero minuti, avendo la confederazione unilateralmente rinunciato ad esso.
I pensieri, non leggeri, ritornano a quel caldo luglio del 2005 in cui, in Via Po (questa volta 102) incontrai il compianto Domenico Paparella e detti inizio alla mia collaborazione (gratuita, non ho mai avuto santi in paradiso!) con il Cesos, il Centro Studi Economici e Sociali promosso dalla Cisl, presieduto allora dal prof. Guido Baglioni, istituto di ricerca che, una volta, insieme all’altrettanto defunto Ires Cgil, partecipava ai meeting europei del Turi Network, proprio come quello in cui mi trovo oggi, in quel di Copenhagen.
Il pensiero torna anche ai miei primi contatti con Daniela Fumarola, in quel del dicembre 2020, quando lei era appena entrata in segreteria confederale e partecipava (online in tempi di Covid) alle giornate di storiografia e cultura sindacale che coordinavo per il Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze.
Con Adriana Coppola, peraltro, abbiamo anche curato la trascrizione del suo intervento e lo abbiamo pubblicato, fin dalla prima edizione, nel volume: “Dobbiamo creare tutto dal nuovo” (compratelo, quello davvero, più di altri miei più recenti, vale davvero la pena… detto, ovviamente, a prescindere dall’intervento dell’attuale segretaria generale Cisl).
Torna soprattutto ad una mattina fredda, freddissima di dicembre inoltrato (sempre 2020) in cui si svolgeva forse la mia unica telefonata privata con Daniela Fumarola, in cui mi veniva rinfacciato duramente (ma con altrettanto gelido e consueto garbo) il mio intervento pubblico presso l’assemblea del personale online tenutosi un paio di settimane prima.
Il contenuto dell’assemblea avrebbe dovuto rimanere riservato, ma, evidentemente, non si aveva paura di registrare proditoriamente le conversazioni e le parole di lavoratori e lavoratrici, allora, come oggi (si querelatemi, tanto poi sono in grado di dimostrare tutto quanto, come al solito…)
Fu l’inizio difficile di un rapporto non rapporto, proseguito per quasi quattro anni in cui sono stato rappresentante eletto dei lavoratori e delle lavoratrici di Via Po (e sedi periferiche, Centro Studi Cisl di Firenze compreso). Un rapporto che, pur avendo lei come controparte principale, al di là del duo Spaggiari-Battista (ricordo che ad oggi, cosa rarissima nel sindacato italiano, europeo e mondiale, Fumarola assomma le cariche di segretaria organizzativa e generale) ci ha visti incontrare solo una volta, per una riunione interlocutoria e, a mio parere, del tutto di maniera, inutile, formale.
Un po’ come, presumibilmente sarà, senza la presenza di Fumarola, che pur ha orgogliosamente firmato il mio provvedimento disciplinare, quella del 9 di ottobre (ore 11, quinto piano di Via Po, ufficio di Danilo Battista, direttore di sede, recita la gelida lettera di indifferibile convocazione…)
Con Fumarola ci siamo visti un altro paio di volte in questi anni.
In occasione del campo scuola (bellissimo) della Cisl Abruzzo Molise, da me diretto nell’ottobre 2022 e nel marzo di quest’anno al Cnel, in occasione di un’iniziativa su Marco Biagi, occasione in cui fece rilevare a me, Emmanuele Massagli, presidente della Fondazione Tarantelli e Francesco Seghezzi Presidente di Adapt che eravamo tutti e tre cicciottelli e necessitanti una dieta (cosa che, al di là dei consigli, da scarso pulpito di Fumarola, solo io, ho poi intrapreso)
Ma chi è, celeberrime intercettazioni sull’Ilva con Girolamo Archinà a parte, Daniela Fumarola?
Chi volesse leggere, in sintesi, la sua biografia, può utilizzare la pagina “autori” della rivista il Progetto, da me fondata e diretta fino al numero “congressuale” dello scorso luglio:
Sempre nella rivista promossa dalla Fondazione Tarantelli (e che riprende una gloriosa testata della Cisl, diretta, a suo tempo, dal compianto Eraldo Crea) e da me fondata e diretta (lo ribadisco perché qualcuno, del tutto privo del senso del ridicolo, mette in dubbio la cosa…) si possono trovare altri contributi di Fumarola, tra cui l’intervento di insediamento da segretaria generale Cisl e l’intervista che le ho fatto (firmata anche da Emmanuele Massagli) in occasione dello scorso congresso confederale.
L’intervista, in realtà molto aulica ed autocelebrativa, è stata in home page del sito Cisl per tutta la settimana del congresso dell’Eur (quello in cui NON sono stato mai invitato NdR), proprio mentre si consumava l’escalation assurda della mia dolorissima vicenda personale che sta per mettere fine, dopo venti anni, alla mia militanza e collaborazione lavorativa con la Cisl.
Conclude così la nostra conversazione (virtuale) su il Progetto la dottoressa Fumarola: “In un tempo in cui molti si rifugiano nella nostalgia o nella protesta sterile, la Cisl deve essere un soggetto generativo, capace di unire, di ascoltare, di proporre. È questa la nostra missione educativa: accendere il fuoco della partecipazione, costruire legami, restituire senso al tempo collettivo. Solo così potremo dare nuova vita alla rappresentanza. E nuova forza alla democrazia.”
Sarebbe interessante definire in realtà, in tempi di rinnovate ed importanti mobilitazioni nelle piazze, cosa si intenda per “nostalgia” e “proposte sterili”, ma non pretendiamo troppo.
Potrei riprendere i tempi in cui Fumarola era segretaria della Cisl Taranto (poi Taranto Brindisi, poi Puglia, poi Puglia Basilicata, poi di nuovo solo Puglia…) ed in cui la sua categoria di provenienza la Fisba (poi Fai…) tentava di far mancare, con tanto di cartelloni e proteste “cartolere” argentine, il numero legale nei suoi consigli generali. Assisi in cui erano proprio i metalmeccanici cislini tarantini, forgiati dall’esperienza di acciaieria, a venire, ripetutamente, in suo soccorso, in raccordo con i vertici nazionali, di categoria e confederali.
Ma, come al solito, la farei troppo lunga.
Non racconterò, nei dettagli, come ha fatto con me un importante segretario di categoria, il cui cognome è molto vicino ad una grande scoperta per l’umanità, della sua nota “brutalità” che io, non ho paura, in tutte le sedi e prendendomi ogni responsabilità, di definire endemica, ostinata e incendiaria malvagità.
Almeno, questo io credo di aver potuto sperimentare direttamente, con la sua mancata agli appelli di ex segretari generali di Cisl e Uil, docenti universitari, manager sindacali e formatori europei ed internazionali, Rsu Cisl di base, segretari di categoria, ex direttori del Centro Studi e dell’Etui, storici operatori confederali e chi più ne a più ne metta (mi hanno detto che nel sostenermi, stante che c’era sui social un tale: “Ghino di Tacco”, siano mancati solo Napoleone e Madre Teresa, peraltro per evidenti ragioni…)
Rimandando al portale (che presto sarà multilingue) sul sito internet www.sindacalmente.org: “Fumi neri di Fumarola” mi appresto alla mia mesta,conclusione.
Anche il mio appello ad incontrarci, a guardarci negli occhi ascoltato da migliaia di persone su questo ed altri link: https://www.youtube.com/watch?v=KQN9CIXJS1E è destinato, incredibilmente, a cadere nel vuoto.
Ho ripreso e riletto integralmente, nonostante i miei plurimi viaggi, il recente, davvero bello e densissimo volume del Prof. Franco Riva; “Un’idea di sindacato. Giulio Pastore e la Cisl”, pubblicato (manco a dirlo…) da Edizioni Lavoro.
Ho approfondito, più del duo (composito) Battista Spaggiari, il binomio Mounier - Maritain, altrettanto composito e da approfondire in maniera non superficiale.
La loro rivoluzione personalista, variamente declinata nella fondazione e nel divenire della Cisl è un solco tracciato anche per l'oggi.
Riporta l’incipit del volume di Franco Riva due frasi del fondatore e primo leader (predecessore di Fumarola…) Giulio Pastore:
“Noi intendiamo il sindacato anche come scuola sul piano morale, sul piano spirituale (Discorso all’Assemblea nazionale organizzativa della Cisl, 1950)
“Non abbiamo niente dietro di noi. Non partiti, non movimenti ideologici; non abbiamo neanche una tradizione, perché non esiste in Italia (…) Dobbiamo creare tutto dal nuovo (…). Noi abbiamo il dovere di perseguire gli obiettivi della correttezza e della moralità” (Discorso al primo congresso nazionale della Cisl – 1951).
Queste riflessioni mi accompagneranno nel testo finale del mio confronto della Cisl: la riflessione di fondo su quelle che, nel mio caso, ritengo essere violazioni sostanziali dello Statuto confederale, a partire dal programmatico Articolo 2.
Violazioni, a mio parere compiute da parte di (alcuni di loro mi hanno promesso pignoramenti!):
Daniela Fumarola, Danilo Battista, Alessandro Spaggiari, Alessandro Potenza, Sauro Rossi, Ignazio Ganga, Alessandro Beccastrini, Fabio Franchi, Onofrio Rota, Roberta Roncone, Roberto Pezzani, Claudio Arlati, Andrea Benvenuti, ovviamente, ultimo, ma non ultimo, Marco Lai (spero di non aver dimenticato nessuno/nessuna...)
Questa “comunità” è accomunata dai miei ricorsi ai probiviri (e, in alcuni casi, querele) che sono stati tutti correttamente ricevuti, e verranno presto vagliati, come scrittomi recentissimamente proprio dal presidente del collegio confederale.
Il prossimo, imminente, probabilissimo, licenziamento, pur procedendo su diverso, anche se parallelo, binario, non potrà che essere considerato ritorsivo rispetto a queste mie azioni (ho anche chiesto, non avendo mai avuto precedenti contenziosi in vent’anni che tutte le posizioni siano affrontate in maniera correlata).
Affermava Giulio Pastore a Napoli, nel novembre 1951, che occorreva: "costruire, fare, creare un sindacato nuovo".
Per “l’attaccafili” piemontese-ligure, ex lavoratore bambino, la cui biografia andrebbe riscoperta e raccontata non solo nella Cisl, ma anche nelle scuole, non bastava, però, un nuovo sindacato.
Occorrevano anche una nuova prassi, una nuova cultura, un nuovo sindacalista, una nuova politica.
Scrive ancora Franco Riva che ciò che è “nuovo” è sempre in tensione, sempre a rischio, sempre aperto al successo e all’insuccesso, a procedere o retrocedere.
Il nuovo è, infatti, “sincero”, scopre le carte e si impegna.
L’idea nuova della Cisl, però, come ogni vera idea, ogni vera creazione, non è priva di fedeltà.
Originale come ogni autentica originalità che si lascia interrogare e discutere.
Il sindacato, la Cisl, quindi deve:
- fare “scelte”;
- essere “sincero”;
- essere “indipendente”;
- essere “democratico”;
- essere “pensato” (un po’ come scriverebbe, magari usando il participio “sognato”, Danilo Dolci);
- essere “forte”;
- essere “credibile”.
Andando oltre la Cisl e riflettendo su tutto il sindacato oggi (confederale e non) cercheremo di superare una ferita individuale per trasformarla una riflessione progettuale collettiva.
L'appuntamento è per oggi, alle ore 18 (l'evento sarà anche registrato) sul canale Youtube (e la pagina Facebook) della Fondazione Bruno Buozzi:
https://www.youtube.com/@fondazionebuozzi
Moderati da Marco Zeppieri e con il sottoscritto, Giorgio Benvenuto (ex segretario generale Uil nazionale e Presidente della Fondazione Buozzi), Gaetano Sateriale (ex dirigente nazionale della Cgil e sindaco di Ferrara) e Mattia Scolari (segretario generale CUB Milano) discuteremo di:
"ECLISSI DELLA PARTECIPAZIONE E DELLA RAPPRESENTANZA:
QUALI SPAZI, LUOGHI, MODI PER OPPORSI AL DECLINO?"
L'appuntamento è per oggi, alle ore 18 (l'evento sarà anche registrato) sul canale Youtube (e la pagina Facebook) della Fondazione Bruno Buozzi:
https://www.youtube.com/@fondazionebuozzi
Moderati da Marco Zeppieri e con il sottoscritto, Giorgio Benvenuto (ex segretario generale Uil nazionale e Presidente della Fondazione Buozzi), Gaetano Sateriale (ex dirigente nazionale della Cgil e sindaco di Ferrara) e Mattia Scolari (segretario generale CUB Milano) discuteremo di:
"ECLISSI DELLA PARTECIPAZIONE E DELLA RAPPRESENTANZA:
QUALI SPAZI, LUOGHI, MODI PER OPPORSI AL DECLINO?"
Ecco, io, in questi anni, senza superbia e facendo anche degli errori, credo di essere stato tutto questo: ho fatto delle scelte, sono stato sincero, sono stato indipendente (altro che sindacalista: “anti Meloni!”) , ho creduto nella democrazia e nella partecipazione, ho pensato, mi si conceda l'onore delle armi degli sconfitti, tantissimo.
Soprattutto in questi ultimi mesi tormentati e privi, letteralmente di respiro, credo di essere stato sia forte che credibile.
Ma tutto, manco ci trovassimo presso il quartiere Tamburi di Taranto nei primi anni Duemila, è finito sotto, dentro quelli che vecchi cislini, forgiati dalle lotte di fabbrica nella Torino del Novecento, hanno definito appunto: “Fumi neri di Fumarola”.
Ma la Vita, e anche il sindacato, per fortuna, finchè Dio lo vorrà, continuano…
Francesco Lauria
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