mercoledì 26 novembre 2025

"PANE E ROSE, MESTIERE E MISSIONE, SAPERE, LIBERTA’, MONDO". LA MIA ESPERIENZA IN CISL 2005 - 2025


PREMESSA

Come ho affermato in diverse interviste e riflessioni, sono grato, comunque, alla Cisl, perché ha contribuito in maniera decisiva a formare la persona che sono diventato.

Pur tra salite e difficoltà, ma con Ostinata Speranza.

Ho realizzato un, non sintetico, excursus della mia storia lavorativa nella Cisl (o in ambiti ad essa collegati). 

Venti anni di impegno e passione, di "amore e valore" di cui, nonostante tutto, non rinnego nulla.

Francesco Lauria, 27 novembre 2025

 

1.      ORIGINE DELL’ESPERIENZA LAVORATIVA NELLA CISL (ATTRAVERSO IL CESOS) LUGLIO 2005-LUGLIO 2007.

Dopo la Maturità Classica, conseguita a Parma, nel 1998, presso il Liceo-Ginnasio Giandomenico Romagnosi e la Laurea Magistrale (vecchio ordinamento) presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Trieste, corso di Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche, sede di Gorizia, conseguita nell’ottobre 2004 con la votazione di 110 su 110, sono tornato a Parma, la mia città natale.

Ivi ho frequentato, con pieno successo, presso il Collegio Europeo della mia città, il Master di Primo Livello denominato MIPE (Politiche europee) e organizzato dall’Università degli Studi di Bologna, dall’Università Statale di Milano e dall’Università Luiss di Roma.

Il Master, diretto dal prof. Filippo Andreatta, era totalmente svolto in lingua inglese e, insieme a pochi studenti italiani, era frequentato da studenti e studentesse, laureati/e, provenienti da, sostanzialmente, tutti i paesi dei Balcani e del Caucaso.

Ciò era in linea con i miei interessi di ricerca di allora, avendo svolto io una tesi sperimentale e sul campo sulla ricostruzione della democrazia dal basso, attraverso l’azione internazionale degli enti locali e della società civile, presso entrambe le entità della Bosnia Erzegovina, studiando le Agenzie delle Democrazia Locale, promosse dal Consiglio d’Europa, sia nella Repubblica Srpska a Prijedor, (“buco nero d’Europa”) che nella città, a maggioranza musulmana di Zavidovici (incontrando e “studiando” anche la rinascita, umana, sociale, economica di alcune delle vedove del massacro di Srebrenica).

Al termine del Master occorreva obbligatoriamente svolgere un tirocinio curriculare, scelsi, affascinato dalle lezioni sulle politiche sociali europee e comparate del prof. Maurizio Ferrera, il Cesos, il Centro di Studi Economici e Sociali, promosso dalla Cisl, diretto da Domenico Paparella e presieduto dal sociologo, di fama internazionale, Prof. Guido Baglioni.

Il tirocinio, a titolo gratuito, si svolse dal luglio al dicembre 2005 presso la sede del Cesos a Roma, in Via Po 102.

Terminato il tirocinio il Cesos mi affidò diversi incarichi con contratti a progetto, in Toscana, in Veneto e a Roma, sfruttando i finanziamenti di diversi progetti europei vinti.

Mi sono occupato, sia a livello nazionale che internazionale, in prevalenza di integrazione socio-lavorativa dei lavoratori immigrati, con particolare attenzione, al tema delle doppie discriminazioni (donne e immigrate), ma anche, ad esempio, di contrattazione collettiva e promozione della democrazia economica e della partecipazione dei lavoratori in azienda.

Ho pubblicato, sia in lingua italiana che inglese, in diversi volumi collettivi, oltre che curato la pubblicazione degli atti proprio della conferenza finale del progetto europeo coordinato dal Cesos, in cooperazione con la Cisl, sulla democrazia economica e il futuro del sindacato.

Dalla fine di settembre del 2005 il Cesos mi ha quindi assunto come collaboratore a progetto (sarebbe meglio usare il plurale…), collaborazione terminata, formalmente, nel dicembre 2007.

Dalla fine di giugno 2007, però è iniziata, un po’ casualmente una nuova avventura, questa volta presso la “casa madre”, la Cisl, Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori.

 

2.      ALLA CISL DI VIA PO 21 A ROMA: UN “PRECARIO STABILE”

Il Dipartimento confederale Mercato del Lavoro, Formazione Professionale, Lotta al lavoro sommerso, Riforme Istituzionali, guidato da Giorgio Santini, cercava, infatti, una nuova figura, giovane, da inserire con un progetto di “ricerca-azione”.

Tramite il sociologo, già direttore dei Centri Studi Nazionali della Cisl di Taranto e Firenze, Bruno Manghi, ho svolto quindi i colloqui di selezione per questa posizione.

Alla fine di giugno 2007, pur terminando con diligenza gli ultimi lavori di ricerca e divulgazione per il Cesos, era quindi pronta e operativa la mia scrivania presso il primo piano della sede confederale nazionale Cisl di Via Po 21.

Quasi contemporaneamente ho superato, in piena sinergia con il nuovo percorso lavorativo, i colloqui di selezione presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, per il Dottorato di Ricerca in diritto delle Relazioni di lavoro, diretto, allora, dal prof. Michele Tiraboschi, allievo prediletto del giuslavorista Marco Biagi, ucciso barbaramente dalle Nuove Brigate Rosse nel marzo del 2002.

Nell’ambito dell’Università di Reggio Emilia – Fondazione Universitaria Marco Biagi, vinsi un dottorato triennale di ricerca, “con borsa”.

Esaurita la collaborazione a progetto con il Cesos, con cui rimasi in ottimi rapporti, è stata resa velocemente operativa, con pieno riconoscimento e soddisfazione della Cisl (Dipartimento Mercato del Lavoro, ma anche Segreteria generale) la mia collaborazione a progetto, maggiormente remunerativa, con la confederazione.

Mi recavo ogni giorno al lavoro, avevo la possibilità di svolgere il mio lavoro di ricerca (approssimativamente il 15% del mio tempo), interagivo quotidianamente con i colleghi e le colleghe, di tutte le funzioni confederali.

Passai anche dagli ostelli da dodici letti, gestiti da profughi iraniani presso una piazza del centro di Roma, in cui i vecchi tram non smettevano mai di cigolare anche alle quattro del mattino, ad un appartamento pur modesto e condiviso con altri lavoratori, in zona Primavalle, nella periferia Nord di Roma.

Il percorso lavorativo e di studio procedeva in parallelo, con i colleghi di Adapt-Fondazione Marco Biagi, insediati, come me su Roma, stabilimmo, pur in assenza (allora)di una sede fisica nella capitale, un coordinamento di ricerca e studio, poi riconosciuto ed utilizzato anche dalla direzione del dottorato.

La retribuzione era mensile ed erogata, intorno al giorno 10 di ogni mese, esattamente come per i miei colleghi e le mie colleghe subordinati/e.

I temi di ricerca e di lavoro erano prevalentemente: politiche del lavoro e dell’occupazione; formazione professionale e continua; educazione degli adulti; lotta al lavoro sommerso e sostegno ai percorsi di emersione, in particolare, dei lavoratori e delle lavoratrici immigrati/e; democrazia economica e partecipazione dei lavoratori, politiche del mercato del lavoro a livello europeo, con particolare attenzione alla flexicurity, di matrice nordica, diritto e processo del lavoro e strumenti extragiudiziali di risoluzione delle controversie individuali di lavoro.

Il mio impegno non si limitava a riunioni, anche ufficiali, ad esempio nella Cabina di Regia sul Lavoro sommerso stabilita dal secondo Governo Prodi e guidata dal Ministro del Lavoro Cesare Damiano, ma proprio con l’inclusione formale e gli interventi, a nome della Cisl, negli organismi, fatto facilmente riscontrabile dai verbali ufficiali ed istituzionali delle riunioni.

Parallelamente svolgevo anche l’attività di giornalista (e, in Cisl, di “ghost writer”, anche per la segreteria generale) retribuita per il settimanale della Diocesi di Parma Vita Nuova e per l’inserto culturale Via Po, di Conquiste del Lavoro (giornale promosso dalla Cisl) e gratuita per il quotidiano, allora anche cartaceo e in distribuzione su abbonamento, Conquiste del Lavoro.

Nell’ambito delle attività confederali, presso la sede di Via Po 21, in aggiunta al coordinamento, con la collega Livia Ricciardi, delle riunioni periodiche ed “istituzionali” del coordinamento dei referenti delle politiche del mercato del lavoro, ho, fin da subito, svolto attività internazionale, rappresentando ufficialmente la Cisl in numerosi contesti, a partire dal congresso nazionale del sindacato danese LO a Copenhagen, anche per studiare, in profondità, proprio i meccanismi della Flexicurity.

Nel febbraio 2009, ad esempio, sono stato componente ufficiale, con la collega Cecilia Brighi, della delegazione ufficiale della Cisl alla conferenza euro-asiatica dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro con sede a Ginevra e New York) svoltasi a Lisbona, venendo ricevuto ufficialmente, presso l’Ambasciata d’Italia in Portogallo, dall’ambasciatore, insieme alle colleghe di Cgil, Uil e Confindustria.

L’11 maggio 2009, anche qui a seguito di colloqui di verifica e di presentazione del percorso obbligatorio dei tre anni di articoli realizzati e regolarmente retribuiti, ho conseguito, presso l’Ordine Nazionale dei Giornalisti il “patentino” numero: 133244.

In pieno accordo e sinergia con la Cisl ho portato avanti, inoltre, un’altra esperienza professionale che avrei, in altre forme, continuato fino ad anni recenti: la collaborazione con i Fondi Interprofessionali Paritetici per la Formazione Continua dei lavoratori.

Sono stato, fino ad aprile 2009, anche collaboratore a progetto del FAPI (Fondo Formazione Piccole e Medie Imprese) presso la cui sede nazionale in Via del Gesù a Roma, ho svolto due principali mansioni: attività di monitoraggio e redazione del Rapporto di analisi sulla Responsabilità Sociale d’Impresa e la realizzazione, con altri ricercatori e ricercatrici, del Rapporto Nazionale Fapi 2008, regolarmente pubblicato in volume anche a mia firma.

Pur ancora collaboratore a progetto sono stato ufficialmente il negoziatore per Cgil Cisl e Uil dell’accordo autonomo tra le parti sociali europee (redatto in cooperazione con la Commissione Europea) sul: “mercato del lavoro inclusivo”.

Essendo stato componente sia del team negoziale allargato che di quello ristretto ho svolto una quindicina di viaggi a Bruxelles per i negoziati, censito regolarmente come “esperto sindacale” dalla Commissione Europea (che operava i rimborsi alla Cisl), ampiamente riconosciuto dalla Confederazione Europea dei Sindacati (del cui comitato formale europeo sul mercato del lavoro facevo, peraltro, da tempo, già parte), e scrivendo direttamente alcuni dei passaggi (tra i più importanti) del testo dell’accordo, come dimostrato dalle mie relazioni periodiche ai colleghi di Cisl, Cgil e Uil, Livia Ricciardi, Claudio Treves (nipote e omonimo del più famoso Claudio Treves, oppositore di Benito Mussolini) e Antonella Pirastu.

Particolarmente importante, pur da “precario” è stato il mio impegno di assistente politico, formatore e ricercatore nell’ambito della riflessione sul processo del lavoro e la risoluzione extragiudiziale delle controversie di lavoro (conciliazione e arbitrato) anche in occasione della lungamente tentata (e parzialmente fallita) riforma legislativa del 2009-2010.

In quell’ambito ho, oltre ad aver formato sindacalisti e responsabili degli uffici vertenze presso il Centro Studi Nazionale di Firenze (anche quando stava per nascere mio figlio Jacopo) e in tutto il paese, svolto un’importante azione di informazione capillare a tutte le strutture Cisl (ad esempio tramite circolari ufficiali da me co-siglate con i segretari confederali Giorgio Santini e Paolo Mezzio).

Ho poi realizzato, non senza particolare impegno, vista la mia formazione prevalentemente sociologica, tutti gli approfondimenti giuridici e giuslavoristici necessari ad accompagnare e commentare il lungo e accidentato percorso legislativo (in collaborazione, prevalentemente per i temi del pubblico impiego, con il Prof. Carmine Russo) e, soprattutto, operato, anche autonomamente, ovviamente in raccordo con la dirigenza Cisl, la delicata opera di mediazione in Parlamento (Senato e Camera, maggioranza e opposizione) e con il Governo (dove operava, come consulente giuridico il mio ex responsabile di dottorato Michele Tiraboschi).

Nel luglio 2010 ho terminato ufficialmente un altro importantissimo e prestigioso incarico assegnatomi, su indicazione della segreteria generale della Cisl, dal Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, organo costituzionale).

Purtroppo la grave malattia dell’ex saldatore e mio primo “capo” al Cesos, Domenico Paparella era nella sua fase finale, una particella di amianto sia era risvegliata trent’anni dopo nel suo corpo, causando un grave mesotelioma.

Con la “benedizione” di Domenico, che sarebbe scomparso purtroppo di lì a poco, ho coordinato, avvalendomi della collaborazione della collega ricercatrice Vilma Rinolfi, la terza commissione dell’informazione del Cnel nella redazione del Rapporto di Ricerca sulla contrattazione in Italia ed in Europa, approvato dall’assemblea del Cnel stesso e da me presentato, ufficialmente a Roma, presso il Cnel il 10 luglio del 2010.

Pochi giorni prima avevo concluso, con il massimo possibile nella votazione, il titolo di Dottore di ricerca in diritto delle Relazioni di lavoro, presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, con una tesi sul ruolo dei movimenti sociali e del sindacato, in particolare, nell’emancipazione e nell’educazione degli adulti, con particolare approfondimento sull’istituto delle 150 ore per il diritto allo studio.

Relatore il prof. Michele Tiraboschi, correlatori: Bruno Manghi e Giorgio Santini.

Per sintetizzare questo periodo lavorativo posso prendere in prestito una frase del mio collega ricercatore ed esperto di politiche sociali di matrice Cgil, Beppe de Sario. Ci trovavamo, in pieno agosto, non ricordo se in uffici Cisl o Cgil, comunque confederali.

C’eravamo solo noi, lavoratori a progetto, perché i lavoratori incardinati e formalmente subordinati, con i quaranta gradi e più dell’asfalto romano, erano già in piene ferie.

Beppe de Sario ed io ci siamo guardati negli occhi, abbiamo sorriso, ci siamo capiti al volo.

A quel punto il mio collega della Cgil ha pronunciato, con ironia, un’amara verità: “Francesco, noi, in fondo, siamo ingiustamente precari. Però, guardiamoci intorno in questo caldo deserto, noi alemno siamo davvero…: “Precari stabili!”.


3.      IL CONSOLIDAMENTO DELLA POSIZIONE LAVORATIVA: DALL’ASSUNZIONE COME QUADRO SUBORDINATO ALL’ESPLICITAZIONE DEL PIENO COORDINAMENTO DELLE POLITICHE DELLA FORMAZIONE (IN SENSO AMPIO). GENNAIO 2011-OTTOBRE 2012

Nel luglio 2010, su indicazione del segretario confederale, mio responsabile, Giorgio Santini ero salito al quinto piano di Via Po 21 dal direttore di sede di Via Po 21 Fausto De Simone, per: “l’assunzione a tempo indeterminato come quadro”.

Ero davvero felice e, sinceramente, sapevo, senza alcun dubbio di meritarlo, non certo da quel momento.

Tutta la mia attività, pur in compresenza tra il 2007 e il 2010 di una borsa mensile di dottorato di circa 1000 euro, era stata svolta come lavoratore subordinato.

Prendendo, ad esempio, proprio Domenico Paparella che lavorava, sempre, anche il sabato mattina, ero uno dei pochissimi a frequentare la sede di Via Po 21 anche di sabato, fino a chiusura, intorno alle 12.45-13.00

Quando i massimi dirigenti della Cisl furono invitati in Vaticano, in udienza privata e riservata con Papa Benedetto XVI, ad esempio, pur “precario stabile” venni invitato anche io (oggi, non solo per me, sarebbe inimmaginabile…).

Ricordo, come ricorderà Giorgio Santini, che non smise per un po’ di ridere, che, di fronte alle severe Guardie svizzere che rimproverarono più volte il chiacchiericcio nei corridoi vaticani dei dirigenti Cisl in attesa del Papa tedesco, a presentarsi con la copia di sabato (che conteneva l’inserto culturale e poi culturale ed economico Via Po e un mio articolo) di Conquiste del Lavoro, diligentemente ritirata in sede confederale, furono, su duecento, solo in due.

Il sottoscritto e l’assistente personale del segretario generale di allora, Raffaele Bonanni, il responsabile degli organi collegiali Cisl confederali, Donatello Bertozzi.

Tornando, nel mio flashback, al luglio 2010, la mia salita al quinto piano dal direttore di sede (e allora anche presidente di Studium SrL, la, allora, holding del Centro Studi Cisl di Firenze) Fausto De Simone, fu anche una caduta.

Invece dell’assunzione a tempo interminato come quadro subordinato (andava stabilito il grado di “preziosità” del quadro nella, per citare l’attuale segretaria generale Cisl Daniela Fumarola, “pinacoteca” di Via Po 21) mi fu proposto, con mia enorme sorpresa e delusione, di continuare, per altri sei mesi, il lavoro a progetto.

Scesi incredulo e furibondo e, ottenni, almeno, un ritocco dell’importo netto del compenso a progetto.

Fui finalmente assunto come “quadro” (non peraltro preziosissimo, almeno nel contesto della: “Pinacoteca di Via Po 21” cit.), il primo di gennaio del 2011.

Nel gennaio 2011 uscì, per la casa editrice Giuffrè, un mio volume di interviste e riflessioni (co-firmato dalla collega in Cisl nazionale e presso il dottorato Silvia Stefanovichj, che non ha difficoltà alcuna a riconoscermene la “paternità” almeno per l’80%) intitolato: “A tu per tu con il sindacato. Dialoghi di relazioni di relazioni sindacali e di lavoro”.

Il volume venne presentato ufficialmente a Bergamo presso la sala Cisl dedicata ai “riformisti del lavoro”, alla presenza, tra gli altri, del prof. Michele Tiraboschi, di Giorgio Santini, del prof. Guido Baglioni (sono ancora online i filmati delle televisioni locali che hanno ripreso e commentato l’evento).

Si tratta di uno dei frutti delle attività di ricerca (e divulgazione) svolte, con creatività lo ammetto, durante il mio percorso di dottorato presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, mettendo in sinergia l’attività di operatore politico confederale Cisl, di ricercatore universitario, di giornalista semi-professionista.

Ad oggi, degli oltre quindici miei volumi censiti nel catalogo nazionale del Cnr Opac Sbn, A tu per tu con il sindacato è ancora quello maggiormente presente a livello accademico, essendo prenotabile in trenta diverse biblioteche universitarie/specializzate del nostro Paese.

Si tratta, comunque, solo di una delle mie tante attività di ricerca, dai bollettini Adapt curati con miei colleghi e colleghe di dottorato sulla riforma degli ammortizzatori sociali o sulla democrazia economica, ai Working Paper Adapt, sulla storia dell’evoluzione dell’organizzazione del lavoro (curato con colleghi accademici), all’attività di formazione e didattica svolta in aula, prevalentemente a Modena, presso la Fondazione Marco Biagi/Centro Studi Comparati Adapt e a Bergamo, presso l’Università, anche sui temi del terrorismo e della rappresentanza sociale, in cui ebbi l’onore di conoscere sia Marina Biagi (moglie del giuslavorista Marco, ucciso dalle Brigate Rosse) che Benedetta Tobagi (scrittrice e futura Consigliera di Amministrazione Rai, figlia del giornalista e saggista, esperto di temi sindacali, Walter, anche lui vittima del terrorismo rosso).

Nel 2012 collaborai ufficialmente anche con due Agenzie promosse dalla Commissione Europea: l’Agenzia sulla formazione professionale ETF, che si trova sulle colline di Torino e che si occupa, soprattutto, dei paesi extra Unione Europea, e la celebre Eurofound – Fondazione di Dublino, organismo tripartito, legato allo studio delle relazioni industriali.

Passai a Dublino, su incarico della Cisl, un’intera settimana di lavoro, rappresentando, come (quasi) sempre anche Cgil e Uil, lavorando, benissimo, con gli altri colleghi europei (rappresentanti di sindacati, datori di lavoro e Governi) e collaborando, anche nelle relazioni sul Paese Italia, in particolare con la mia “compagna di delegazione”, la collega di Confindustria nazionale Paola Astorri.

Nel frattempo continuava anche la mia attività di: “ghost writer” prevalentemente (ma non solo), per il segretario confederale Giorgio Santini, nel frattempo eletto segretario generale aggiunto nazionale Cisl, e per il segretario generale Raffaele Bonanni anche se collaboravo, talvolta, anche con la futura segretaria generale Annamaria Furlan.

Pur mantenendo tutte, ma proprio tutte, le mie competenze sul mercato del lavoro, l’uscita dal Dipartimento per divenire direttrice del Cesos, dopo la morte di Domenico Paparella, della mia (ex) compagna di stanza al primo piano di Via Po, Tiziana Cercone, provocò una novità.

Tutte, ma proprio tutte, le deleghe all’istruzione (nel frattempo assorbita come materia dal Dipartimento di Giorgio Santini da quello di Annamaria Furlan), alla formazione professionale, alla formazione continua, all’educazione degli adulti, alle politiche della formazione europee, furono assegnate al sottoscritto, con piena agibilità e direi anche relativa “autonomia” politica.

Ci sono numerose prove.

Fui io, ad esempio, ad intervenire presso l’Università Luiss di Roma alla conferenza stampa nazionale di presentazione dell’accordo Cgil Cisl Uil Confindustria sulla formazione professionale e permanente (purtroppo derubricato nella notte precedente, su richiesta datoriale, del paragrafo sull’opportunità concreta della certificazione delle competenze formali, informali e non formali sul lavoro da me concordata con il collega di Confindustria Claudio Gentili).

Con me che, da solo, rappresentavo ufficialmente la Cisl nazionale, intervennero Serena Sorrentino (segretaria confederale Cgil nazionale), Guglielmo Loy (segretario confederale Uil nazionale), Massimo Marchetti, (responsabile nazionale Area Lavoro e Welfare di Confindustria nazionale, quello che aveva fatto tagliare il paragrafo sul riconoscimento delle competenze) e, proprio, Claudio Gentili (responsabile Area Education di Confindustria nazionale).

Nel 2012, ad integrazione delle mie responsabilità sul mercato del lavoro e la formazione, la Cisl nazionale, nell’ambito del Dipartimento Democrazia Economica, guidato, allora, dal segretario confederale Maurizio Petriccioli, mi ha affidato ufficialmente (con relativa circolare confederale) anche la responsabilità, nazionale ed europea, alle politiche sulla Responsabilità Sociale delle Imprese.

Coerentemente con ciò, dal 2012, sono stato nominato, dalla segreteria generale Cisl, come componente titolare del Punto di Contatto Nazionale (Pcn) Ocse sulla condotta responsabile delle imprese multinazionali, allora radicato presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

Nell’ambito del Pcn, in grande sinergia con l’allora direttrice del Pcn stesso, Maria Benedetta Francesconi e, sempre, in piena sinergia e accordo con Cgil e Uil (ma spesso, non sempre, anche con Confindustria o con le associazioni dei consumatori rappresentate nell’organismo) ho co-gestito istanze delicatissime: dalla tragedia in Bangladesh del Rana Plaza, dove gli oltre mille lavoratori tessili morti, operavano anche per la nostra Benetton, con accompagnamento del relativo accordo internazionale sui risarcimenti alle vittime e ai loro familiari e dell’accordo sulla promozione della salute e sicurezza nel paese asiatico, alla vertenza Impregilo in Etiopia, rispetto ai danni arrecati alle popolazioni indigene, all’accordo internazionale con Eni (un grandissimo e corale successo) sul risarcimento delle popolazioni colpite dagli sversamenti dei giacimenti di petrolio in Nigeria.

Ho cooperato, mantenendo, quando necessario, tutte le politiche e di privacy e riservatezza, anche con i Pcn di tutto il mondo: dalla Francia, agli Stati Uniti, da Israele, all’Olanda, alla Corea del Sud.

Non sono mancati anche gli insuccessi, come il negoziato con Essilor Luxottica, per la condotta antisindacale negli Stati Uniti, in cui l’azienda aveva addirittura creato un sito web per dissuadere con forza estrema i proprio lavoratori dall’iscriversi al sindacato.

Ho trattato, informalmente, insieme al sindacalista Femca Cisl, Sergio Spiller (già segretario generale aggiunto nazionale) con i responsabili nazionali ed internazionali delle relazioni industriali di Essilor Luxottica.

Soprattutto nell’ambito del Pcn, ma anche, ovviamente, in altri contesti, ho regolarmente interagito con le Unioni Sindacali, gli enti e le associazioni promossi dalla Cisl, il Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze, ma soprattutto, con le federazioni nazionali sindacali di categoria (direi proprio tutte, forse con una o due eccezioni).

Svolgevo regolarmente, in tutto il Paese, attività politica e divulgativa sulle politiche del mercato del lavoro, dell’occupazione e della formazione, anche in sostituzione e rappresentanza della segreteria generale e confederale nazionali Cisl.

Un episodio è rimasto, almeno per alcuni anni, davvero famoso, anche perché ripreso in tantissime chat interne.

Mi trovavo a Torino, presso il Parco Mirafiori, con la mia futura moglie, la responsabile uffici vertenze Serena Visco, nella confederazione da prima di me e conosciuta, in ambito formativo, presso il Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze. Serena era all’ottavo mese di gravidanza inoltrato, era l’inizio di settembre 2011, mio figlio Jacopo sarebbe nato, con una settimana di anticipo, il 19 settembre dello stesso mese.

Si svolgeva, presso il parco del capoluogo piemontese, un dibattito nazionale sulle politiche del mercato del lavoro e la sostenibilità, con le relazioni, tra le altre, oltre al sottoscritto (in rappresentanza del segretario generale aggiunto nazionale Giorgio Santini), di una segretaria nazionale della Fiom-Cgil, di un esponente della Uil nazionale, dei rappresentanti delle parti datoriali e di alcune aziende.

Eravamo nel pieno della polemica relative alle riforme dell’arbitrato e degli strumenti extragiudiziali sulle controversie individuali di lavoro, a partire da conciliazione e clausola compromissoria.

Il provvedimento, lungamente in discussione in Parlamento, presentava alcuni aspetti davvero problematici che portarono al suo rinvio alle Camere da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: ad esempio la previsione di una possibile clausola compromissoria di rinuncia all’articolo 18 e ad altri diritti in sede di assunzione, ambito di forte debolezza personale e contrattuale del lavoratore/della lavoratrice.

L’opposizione della Cisl al provvedimento era considerata troppo debole (e, con il senno di poi, forse lo era).

Prima che io potessi prendere la parola iniziarono i fischi e le contestazioni da me rivolte da operai cassintegrati della fabbrica di Mirafiori. “Venduto, sindacalista giallo, ci vuoi togliere l’articolo 18! A noi non frega nulla di quello che vi vieni a dire sull’ambiente!”.

La situazione rischiò di degenerare quando il collega Matteo Auriemma, allora operatore nazionale confederale responsabile alle politiche sulla sostenibilità che aveva accompagnato me (e Serena) all’incontro, reagì con durezza (romanesca…) agli insulti a me e alla Cisl rivolti. Non era molto lontano nel tempo l’accordo Fiat di Pomigliano che aveva visto Fim Cisl e Uilm da una parte e la Fiom Cgil dall’altra.

Serena proteggeva il pancione in prima fila (era presente anche l’attuale vice Presidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, che mi rimproverò poi per l’imprudenza) io provavo a continuare ad andare avanti, nel silenzio inerte e imbarazzato del moderatore dell’incontro.

Le urla furono placate sollo dall’intervento, dalla platea, di un signore piuttosto anziano, dalla barba bianca e curata, conosciuto da tutti (o quasi), ma, allora, non da me.

Quello che scoprii poi essere Alberto Tridente, grande leader della Fim Cisl a livello nazionale, europeo e mondiale, ex parlamentare europeo e consigliere regionale piemontese di Democrazia Proletaria, ex assistente presso il Centro Studi Cisl nazionale di Firenze, spiegò ai manifestanti che era importante non solo importante: “come produrre”, ma “cosa produrre”.

Raccontò del boicottaggio sindacale europeo del rame cileno e sudafricano ai tempi di Pinochet e dell’apartheid e difese, strenuamente, il mio diritto alla parola.

Io a Alberto, che già combatteva contro il male che lo avrebbe di lì a due anni portato alla morte, saremmo, da quel giorno, diventati grandi amici (pur nella differenza di età) e ci saremmo, a lungo, confrontati su favole e paternità (Alberto aveva scritto un libro di favole, adatte a bambini dislessici come il figlio, avuto in tarda età, Omar e me ne fece dono, io le raccontavo spesso a mio figlio piccolo Jacopo per farlo addormentare…)

A marzo 2023, nella conferenza nazionale, organizzata a Torino dalla Fondazione Vera Nocentini e dalla Fim Cisl nazionale, sono stato uno dei relatori d’onore a ricordare Alberto Tridente, insieme ai suoi compagni di una vita e all’allora segretario generale Fim Cisl Nazionale Roberto Benaglia.

La Fim Cisl si è rivolta a me per scrivere, in quella occasione, il ricordo ufficiale di Alberto Tridente su tutti i propri canali.

Tornando alla mia operatività confederale, un’ulteriore attività è stata quella di cui vado maggiormente fiero e che ricordo con nostalgia, in negoziati, sotto la guida del bravissimo sindacalista Cisl Uliano Stendardi, già segretario generale della Fat Cisl e segretario generale aggiunto della Fai Cisl (industria agroalimentare e lavoratori del settore agricolo in generale) sull’applicazione del Testo Unico sull’apprendistato, redatto dal Governo Berlusconi, con l’approvazione unitaria (unica per quegli anni) anche di Cgil Cisl e Uil oltre che delle parti datoriali.

Fui nominato, se non ricordo male insieme ad un altro sindacalista Cgil, in applicazione di un Decreto Ministeriale (Ministro Maurizio Sacconi) componente dell’Organismo tecnico nazionale di applicazione dell’accordo interconfederale sul Testo Unico dell’Apprendistato.

Negoziai, successivamente, con Stendardi, numerosi e non semplici accordi settoriali con le diverse parti datoriali, penso ad esempio all’ambito dell’artigianato, contribuendo ad ampliare l’offerta formativa nazionale e settoriale (gratuita) per gli apprendisti di tutto il Paese, pur nelle difficoltà, oggettive, in cui versava e ancora versa questa importante, e decisiva per i giovani lavoratori, tipologia contrattuale.

Infine, con Giorgio Santini, Livia, Ricciardi, Uliano Stendardi, fui co-protagonista dei negoziati con la Ministra Fornero (Governo Monti) sulla riforma del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali e delle politiche sociali (creazione della Naspi compresa…).

La legge del Governo Monti nei quattro paragrafi sul riconoscimento e sulla certificazione delle competenze nell’ambito della creazione della rete sussidiaria di cittadinanza per l’apprendimento permanente, riporta interi passaggi scritti da me, in collaborazione, in particolare con il Ministero dell’Istruzione (allora non ancora anche del Merito), dirigente Lucia Ronzitti e con il Portavoce/Coordinatore della conferenza Stati Regioni sui temi della formazione e del lavoro, l’assessore al lavoro e alla formazione della Regione Toscana Gianni Biagi.

Andai a spiegare le ragioni (e anche i limiti) della riforma legislativa del mercato del lavoro e della formazione del 2012 in tutto il Paese (ci sono ancora i video su Youtube della sessione formativa, ad esempio, presso la Cisl di Bergamo) e contribuii a scrivere, con mio figlio Jacopo di un anno e mia moglie Serena presenti nella notte in Via Po 21, il volantone Cisl sulla riforma, fino alle quattro del mattino.

Ricordo, come fosse oggi, mentre mio figlio Jacopo, di meno di un anno mi guardava perplesso, la domanda di Uliano Stendardi a Giorgio Santini volta ad impostare al meglio anche politicamente, oltre che tecnicamente, il volantone confederale: “Allora Giorgio, quanto abbiamo vinto con il Governo Monti, 4-1?” Tra me e me, pensai, infatti, avendo seguito le fasi di gestazione del complesso provvedimento: “beh, forse 4 a 2…”.

Sulla riforma del mercato del lavoro e della formazione operata dal Governo presieduto da Mario Monti sarebbe uscito a breve un libretto pubblicato da Edizioni Lavoro che sarebbe stato distribuito capillarmente in tutto il Paese nelle sedi Cisl e delle federazioni di categoria: “La riforma del lavoro: lettura ragionata delle legge 92/12, Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” / presentazione di Raffaele Bonanni (a cura di Giorgio Santini, Livia Ricciardi, Francesco Lauria).

Ma la mia esperienza lavorativa Cisl, esclusivamente radicata su Roma, in Via Po 21, volgeva, ormai, al termine…

 

4.      A FIRENZE (FIESOLE) E BRUXELLES, SENZA ABBANDONARE DEL TUTTO ROMA… COORDINATORE DI UN LAVORO DI TEAM.

La mia situazione di giovane padre e marito cominciava ad essere inconciliabile con il mio lavoro in pianta stabile a Roma, presso la sede confederale Cisl di Via Po 21.

Due affitti, a Roma e a Pistoia, ma soprattutto il vedere la mia famiglia solo nel fine settimana, rappresentavano ostacoli molto pesanti, nonostante la confederazione avesse provveduto a liberarmi il venerdì pomeriggio e a pagarmi (come ad altri pendolari, peraltro) l’abbonamento della tratta di Trenitalia Roma – Firenze.

L’esperienza sindacale di Giorgio Santini si sarebbe di lì a poco conclusa con l’elezione, nelle file del Partito Democratico, presso il Senato della Repubblica e io sentivo, anche, di aver bisogno di nuovi stimoli personali e professionali.

In raccordo con l’allora segretario confederale nazionale Maurizio Petriccioli, con delega anche alla formazione sindacale, e il coordinatore del Dipartimento confederale Democrazia Economica e Previdenza Angelo Marinelli, ma con il pieno appoggio, anche del segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, si individua, pertanto, una soluzione.

Sarà anche ricordando questo interessamento e sostegno umano, prima che professionale, che, nel giugno-luglio 2025, deciderò di NON cancellare (su richiesta della segreteria generale Cisl) l’intervista a Maurizio Petriccioli, diventato nel frattempo segretario generale della Cisl Funzione Pubblica, dal mio volume, pubblicato da Edizioni Lavoro, Prospettive Sindacali.

La proposta che mi viene fatta è la seguente: “tu ti trasferisci a Firenze (pur conservando una serie di incarichi su Roma, alcuni dei quali terminati solo il 22 ottobre 2025…), ma tu, oltre agli impegni vecchi e nuovi su Roma, devi “finanziarti” il tuo nuovo posto di lavoro, rilanciando, praticamente da zero, la formazione, la ricerca e la progettazione europea confederali, ottenendo le relative risorse europee a bando”.

L’ingresso al Centro Studi di Firenze, novello lavoratore a cottimo, peraltro, non è dei più semplici.

Il collega Marco Lai, responsabile dell’area del mercato del lavoro, teme con ansia e apprensione che il mio ingresso possa togliergli spazio, mentre il direttore del Centro Studi Nazionale Mario Scotti è convinto, e me lo chiede direttamente, che il mio ingresso al Centro Studi sia volto, di lì a poco, allo scopo di prendere il suo posto alla direzione del Centro.

Faccio ingresso ufficialmente al Centro Studi di Firenze, occupando il mio nuovo ufficio, il 12 ottobre 2012, ma iniziò la mia attività di rilancio della formazione europea incontrando, su incarico della Cisl nazionle, a Trento il nuovo direttore del dipartimento formazione sindacale dell’Etui (Istituto Sindacale Europeo, promosso dalla Confederazione Europea dei Sindacati), il sindacalista e formatore portoghese Ulisses Garrido, già il 4 di ottobre 2012.

Di lì inizieranno un lavoro e una sinergia davvero imponenti: oltre trenta percorsi di formazione europei (tutti finanziati con risorse della Commissione Europea) realizzati, in gran parte presso il Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze, il rilancio della struttura di Firenze anche come luogo delle attività europee dell’Etui, dei Comitati Aziendali Europei, delle Federazioni Sindacali di categoria europee e mondiali, il finanziamento di pacchetti formativi nazionali su temi europei, come quelli relativi all’austerity.

Di lì inizierà il raccordo tra Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze, Etui e Centro di Formazione Internazionale Ilo di Torino, con la creazione del network europeo delle scuole di formazione sindacali.

Di lì inizieranno, anche alcune attività di ricerca finanziate direttamente da Etui, come il nostro contributo Cisl a: “Reforms Watch”, piattaforma europea sulle riforme in materia di lavoro e rappresentanza sindacale, e al Turi Network, rete europea dei centri di ricerca promossi dal sindacato o comunque legati alle questioni del lavoro e delle relazioni industriali.

Di lì inizierà la pubblicazione prima del bollettino di aggiornamento e poi più struttura Newsletter sulla formazione, ricerca e progettazione europea. Quasi settanta numeri, pubblicati in dodici anni, che hanno contribuito a quintuplicare (dati Etui) la partecipazione dei sindacalisti e delle sindacaliste Cisl all’attività formativa e di ricerca europee.

Di lì, infine, inizierà, l’amplissima partecipazione Cisl (e poi anche Fondazione Ezio Tarantelli) alla progettazione europea con oltre quaranta (40…) bandi europei vinti, di cui sette (7) come capofila.

Un patrimonio, non solo finanziario, ma sociale, di relazioni, di contenuti, di metodo ricchissimo, in sinergia e partenariato con le Usr, le Federazioni di categorie, gli enti e le associazioni della Cisl, i sindacati di tutta Europa (e, in alcuni casi non solo), con le realtà europee e datoriali, con i Ministeri del Lavoro di svariati paesi europei (anche nell’ambito delle attività ispettive), con le Agenzie dell’Unione Europea, con la stessa Commissione Europea, con centri di ricerca e Università, pubbliche e private, davvero di ogni parte d’Europa (non solo nell’Unione Europea).

Un patrimonio consolidato, avvalorato dagli audit di primo, secondo e terzo livello, tutti superati senza problema alcuno e che ha portato, in alcuni anni, solo per il fatturato del Centro Studi, a dati tra il 5 ed il 10%, come avvalorato, nel 2017, in una pubblicazione interna, da me curata, su incarico di Cisl e Studium SrL, intitolata: “5 anni di impegno europeo in Via della Piazzola”.

Tutti i materiali dei corsi europei e dei progetti europei, ad oggi, sono consultabili nell’apposita sezione presente nel sito internet del Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze: www.centrostudi.cisl.it e nell’omologa sezione dedicata del sito internet della Fondazione Ezio Tarantelli: www.fondazionetarantelli.it .

Nel 2014 nasce anche Rec: Rete Europrogettazione Cisl, il sistema permanente di tutte le realtà Cisl (Usr, Federazioni di categoria, enti, associazioni, fondazioni) che operano nella progettazione europea, da me, come da plurime circolari confederali, ideato, promosso e coordinato.

Una rete che si è riunita in presenza al Centro Studi di Firenze (anno 2020 escluso, per il Covid) ogni anno, crescendo ogni volta e rappresentando una “capitale sociale” attestato dal censimento dei progetti (da me ideato e coordinato) che ha coinvolto quasi cento paesi diversi a livello mondiale.

Nel 2017 la sinergia tra il mio ruolo di rappresentante presso il Pcn Ocse (presso il Ministero dello Sviluppo Economico) e la mia attività di coordinatore della formazione europea porta un evento davvero speciale, presso il Centro Studi Nazionale di Firenze, interamente finanziato da Etui.

Si tratta della riunione mondiale, co-promossa da Etui, Cgil (Giacomo Barbieri), Cisl (io) e Uil (Bianca Cuciniello) sull’applicazione concreta delle linee guida Ocse sulla condotta responsabile delle imprese multinazionali, con gli interventi dell’Ilo e delle federazioni mondiali sindacali di categoria, giunte a Firenze da Ginevra, Bruxelles e New York.

L’incontro, da me ideato, registra, davvero, un enorme successo anche se risulterà, per questioni economiche e organizzative, difficilmente replicabile.

Il mio, ad un certo punto, non può più essere un lavoro individuale.

Le risorse incamerate e la necessità di sviluppo organizzativo, da me sollecitata e gestita, portano alla creazione di team di lavoro che accoglie, su mio personale e attestato coordinamento, sia per la parte amministrativa che di ricerca, le ricercatrici Luana Petrillo, Manuela Mansueti e Vilma Rinolfi (provenienti dal Cesos, nel frattempo liquidato dalla confederazione), la ricercatrice Ilaria Carlino (proveniente dallo Ial nazionale), i collaboratori e le collaboratrici temporanei dei progetti, tutti regolarmente assunti, su mia iniziativa ed in raccordo con la direzione del Centro Studi Nazionale di Firenze (Giuseppe Gallo, Francesco Scrima, Marco Lai), la Presidenza della Fondazione Ezio Tarantelli (Giuseppe Gallo, Emmanuele Massagli), la segreteria generale Cisl (Raffaele Bonanni, Annamaria Furlan, Luigi Sbarra e, infine, Daniela Fumarola).

Viste le ampie risorse vinte il team della formazione e progettazione europea si arricchisce, nel febbraio 2022, del collega Marcello Poli (già responsabile Iscos Cisl in Etiopia) da me selezionato, con innovativo regime di smart working totale, su incarico preciso della segreteria generale Cisl, del segretario confederale amministrativo Giorgio Graziani, della segretaria organizzativa Cisl Daniela Fumarola, dopo la redazione di uno skill profile e la realizzazione di ampi, approfonditi e severi colloqui (cosa, oggettivamente nuova e, forse, rivoluzionaria, per la “pinacoteca” di Via Po 21).

È proprio il coordinamento di lavoro di team (oltre, immagino, all’ampiezza delle risorse finanziarie fatte confluire verso la Cisl ed il Centro Studi Cisl di Firenze) a portare al mio consolidamento contrattuale come quadro (maggiormente prezioso, nella “pinacoteca” di Via Po) con un miglioramento di livello, prima nel 2016 e poi nel 2017.

Penso possa essere riassumere, sicuramente con qualche dimenticanza, le città toccate (in diversi casi anche più e più volte) dalle nostre attività, contando solo quelle in cui sono stato presente anche io (sempre o quasi come responsabile): Dublino, Londra, Parigi, Madrid, Barcellona, Siviglia, Zagabria, Lubiana, Sofia, Budapest, Bucarest, Salonicco, Atene, Lisbona, Sesimbra, Bratislava, Stoccolma, Copenhagen, Berlino, Francoforte, Duisburg, Riga, Vilnius, Vienna, Praga, Parigi, Digione, Lille, Bruxelles, Lovanio, Amsterdam, Varsavia, Cracovia, Danzica, Milano, Firenze, Siena, Bologna, Roma, Verona, Napoli, Montepulciano, Assisi, Palermo, Cagliari, Potenza.

Ma il lavoro di team non è stato “solo” questo.

Ho realizzato con Etui, tra Madrid e Parigi, il percorso individuale di euroformatore (quasi tre anni di impegno) culminato nella realizzazione di un portfolio (ancora visionabile online: https://eurotrainingdiary.blogspot.com/ ) e la mia seconda laurea, in Educazione degli Adulti, presso l’ateneo francese di Lille, con discussione (ampia e partecipata) in presenza nel febbraio 2018.

Ma non mi fermo qui: contribuisco a formare oltre quindici (15) euroformatori ed euroformatrici Cisl (confederali, degli enti, delle Usr, delle categorie), senza eguali, la Cisl, da cenerentola, diventa la confederazione sindacale che forma e collabora con Etui, più delle altre 82 che aderiscono alla Confederazione Europea dei Sindacati.

Come disse, pubblicamente, una volta, il Presidente della Fondazione Ezio Tarantelli, Giuseppe Gallo: “noi della Cisl, grazie a Lauria, in Europa, vinciamo la Champions…” o, più recentemente, fu il segretario amministrativo nazionale confederale Cisl Giorgio Graziani ad affermare, sempre pubblicamente, nell’ambito della rete Rec 2023, presso il Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze: “Lauria è un missionario della progettazione europea Cisl, non possiamo che essergli grati e riconoscenti. Senza di lui si ferma tutto” (su questo, in realtà, esagerava...)

Proprio per questo, durante la riunione convocata online il primo agosto 2025, per discutere delle mie possibili dimissioni volontarie legate al clima spaventoso che si era creato tra la Cisl e me, potei affermare: “possiamo ridurre a due mesi il mio preavviso, in questi mesi ho contribuito a formare, includere, valorizzare colleghi e colleghe che possono tranquillamente sostituirmi. Io non sono più indispensabile, ho acceso fuochi nelle persone, per dare un futuro alle nostre attività. Il sindacato non finisce con noi…”

5.      NON SOLO EUROPA: L’ATTIVITA’ DI FORMATORE CONFEDERALE, RICERCATORE, GIORNALISTA E DIVULGATORE PRESSO IL CENTRO STUDI NAZIONALE CISL DI FIRENZE E LA FONDAZIONE EZIO TARANTELLI (2012-2025)

Il mio ingresso al Centro Studi Cisl di Firenze, nell’ottobre 2012, come ho spiegato, non è stato per nulla semplice.

Ero visto (ancora, per poco, non era stato aperto, se non in minima parte, il “vaso di pandora” dei “politici” sindacalisti riciclati come formatori sindacali) come un potenziale pericolo: un non formatore certificato planato, per di più per esigenze familiari, nella formazione.

Devo ammettere che anche io sbagliavo a sottovalutare un fatto: formatori non ci si improvvisa, l’attenzione ai partecipanti, le metodologie, la capacità di rendersi tutti un “bicchiere vuoto” da riempire insieme e con gradualità, l’attitudine a spegnere, anzi allontanare fisicamente, il cellulare e a concentrarsi sugli occhi, sulle fatiche e sulle aspirazioni di contenuto e di senso delle persone che si hanno in aula non si apprendono in poco tempo.

Non si apprende in poco tempo nemmeno la progettazione formativa, il dialogo e la separazione dei ruoli con il committente, specialmente se “politico”.

Non si apprende in poco tempo, infine, come ci si relaziona con i relatori e le relatrici, come si concordano con i docenti i contenuti e le modalità con le quali vengono trasmessi, come si dosa e di condivide l’apporto e l’approccio frontale con i lavori di gruppo, con la formazione a distanza tra una sessione in aula e l’altra, con i materiali da lasciare in “dote” ai corsisti e alle corsiste.

Proprio per questo, dopo un’iniziale superbia e qualche scivolone in aula (prontamente notato e messo in conto, senza pietà, da colleghi più esperti) mi sono messo in gioco, ho iniziato a studiare da solo e in gruppo, a frequentare i corsi di formazione formatori.

Ho frequentato, infatti, con pieno successo e apprezzamento, il corso confederale annuale per formatori Cisl diretto dal collega "formatore decano” Enzo Marrafino e, come già ricordato, il percorso europeo di formazione per euroformatori, dal 2014 al 2018.

Con sessioni in presenza a Madrid, Firenze e Parigi, con la redazione di un dettagliato portfolio di esperienze e di riflessione sulle esperienze e il rapporto arricchente con il mio coach inglese, proveniente dai college di formazione del TUC (Trade Union Congress) di Londra, Colin Nolan, ho terminato, con successo, nel 2017, il mio percorso di euroformatore.

Aprendo la strada a tantissime e tantissimi formatori Cisl.

Non solo, ho anche conseguito, a febbraio 2018, la laurea in educazione degli adulti, attraverso la certificazione e il riconoscimento dei miei apprendimenti formali, non formali ed informali nella formazione sindacale, presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Lille in Francia (discussione sostenuta in lingua inglese).

La formazione, però, come l’attività sindacale, non si può solo studiare teoricamente, va praticata nella carne e nei sogni, attraversare gli occhi e la Vita, in aula, in mezzo alle persone.

Interagire, come scriveva l’ex direttore del Centro Studi Cisl di Firenze, Pippo Morelli, con il “guscio fragile” delle persone, in carne ed ossa, non è facile, né banale, è un apprendimento continuo e reciproco.

Così, quindi, ho fatto, promuovendo decine di corsi europei finanziati, prevalentemente, ma non solo, presso il Centri Studi Nazionale Cisl di Firenze e, iniziando, una volta certificato anche nella Cisl, a svolgere praticare, coordinare, dirigere anche la formazione sindacale nazionale confederale.

Il percorso più importante e delicato assegnatomi è stato quello della formazione (corso lungo annuale) per i contrattualisti privati che ho diretto dal 2015 ad oggi.

Scrivo oggi perché si sono appena svolti (10 ed 11 novembre) i colloqui di selezione della nuova edizione del corso, perché ho progettato io, in raccordo con lo staff da me scelto e concordato con la direzione attuale del Centro Studi, i primi tre dei cinque moduli, ho fornito gli schemi per i colloqui di selezione ed orientamento, i contatti con i relatori e le relatrici, i modelli per la formazione a distanza tra un modulo e l’altro.

Questo nella seconda metà di settembre 2025!, il giorno prima della mia ultima giornata lavorativa in presenza presso il Centro Studi.

Mi sono chiesto più volte se sono stato incauto, troppo generoso nel farlo.

La risposta è no, sono solo stato me stesso. Con il mio senso di responsabilità, con il mio amore per il mio lavoro, che è, vero, non è solo mestiere, ma, come scrive Bruno Manghi nella prefazione di un mio libro è soprattutto mestiere.

E’ tanta prosa e tanta fatica, tanta terra.

Ma è anche poesia, musica, danza, incontro, teatro (quanto teatro si faceva prima nella formazione della Cisl! Anche al Centro Studi!).

Oltre ai corsi contrattualisti privati, come si può evincere da tutte le circolari formali che riportano il mio nome come figura di riferimento (circolari inviate a tutte le strutture Cisl) ho diretto, tra gli altri:

·       la formazione confederale su tutti i temi europei ed internazionali;

·       la formazione, seminariale e non, sui Comitati Aziendali Europei e la democrazia economica;

·       i corsi su ambiente, ecologia e relazioni industriali;

·       i seminari sulla previdenza complementare e la responsabilità sociale d’impresa;

·       i corsi sulle politiche attive del lavoro e la certificazione delle competenze (con… Marco Lai!)

·       i corsi sulle politiche abitative e il rapporto tra azione sindacale e politiche dei servizi;

·       i corsi sull’azione e sulla rappresentanza sindacali nelle imprese multinazionali;

·       i corsi sul project management ed il pensiero strategico;

·       i corsi sull’invecchiamento attivo e la contrattazione sul lavoro;

·       i corsi sulla gestione delle informazioni riservate come rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici

·       i seminari di storiografia e di cultura sindacale, in raccordo con tutti gli enti culturali della Cisl (e non solo…)

Ma non c’è solo questo, ho coordinato, in raccordo con la direzione del Centro Studi Cisl di Firenze, passata ed attuale, la formazione sindacale di numerose strutture Cisl, tra le altre:

Cisl Pisa; Cisl Firenze-Prato; Cisl Verona; Usr Cisl Toscana; Usr Cisl Veneto (percorso sperimentale sul pensiero strategico); Fistel Cisl Roma e Lazio, Fistel Cisl Toscana, etc.

Ho, poi, ideato e curato, quasi in solitudine, il canale Youtube del Centro Studi Cisl di Firenze e contribuito in maniera fondamentale agli aggiornamenti dei siti web del Centro Studi Cisl e, dal 2017, anche della Fondazione Ezio Tarantelli.

Ho realizzato decine di articoli e post, in prevalenza, per il sito e i social (Facebook, twitter) del Centro Studi Cisl e della Fondazione Ezio Tarantelli, ma anche per i canali specifici, ad esempio, dei progetti europei guidati o co-guidati dalla Cisl e dalla Fondazione Ezio Tarantelli.

Ho rimesso in piedi, prima i Quaderni della Formazione del Centro Studi Cisl di Firenze, poi i Working Paper della Fondazione Ezio Tarantelli (coordinando i primi 22 numeri fino a 2020 inoltrato), infine, nel 2025 con sette numeri e sei podcast ho rifondato e diretto (codiretto, ma di fatto diretto da solo) la storica testata di cultura sindacale: Il Progetto (come si può, spero ancora verificare sul sito web: ilprogetto.fondazionetarantelli.it

Ho ottenuto la certificazione CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) nel 2016 per i Working Paper e nel 2025 per il Progetto.

 

6.      SINDACALISTA, NON SOLO RICERCATORE E FORMATORE. L’ATTIVITA’ DI RAPPRESENTANTE DEL PERSONALE ELETTO DAI LAVORATORI DELLA CISL 2021-2025

 

Alla fine del 2021 sono stato eletto componente della rappresentanza del personale Cisl (dipendente e non) della sede confederale di Via Po 21, delle sedi nazionali limitrofe (ad esempio via Isonzo e Via Livenza) e del Centro Studi Cisl di Firenze.

E’ stata un’attività sfidante, c’era ancora la coda del Covid, non semplice, con una controparte dura e non sempre collaborativa rappresentata dai signori Fumarola (segretaria nazionale organizzativa con delega alla gestione del personale), Spaggiari e Battista.

Abbiamo vissuto momenti importanti: dal rinnovo con modifiche del Protocollo Covid, alla firma, sofferta e complessa, ma pienamente soddisfacente e, direi per certi versi in Cisl rivoluzionaria, del Protocollo sul lavoro agile, gestito sia individualmente che collettivamente, all’accompagnamento e al supporto al percorso formativo in aula e online per tutti gli operatori e le operatrici confederali.

Abbiamo anche passato momenti molto difficili: dalla definitiva e ostinata chiusura della mensa confederale, ottenuta “utilizzando” il Covid ed eliminando uno spazio fondamentale di incontro, condivisione e socialità, alla totale mancanza di volontà “datoriale”, nonostante sforzi sovrumani da parte nostra, anche di mediazione, di rinnovare il contratto integrativo di sede, scaduto ormai da quasi dieci anni.

Abbiamo temuto, pur non avendone le prove, di essere sorvegliati, intercettati, e per questo, abbiamo trasferito le nostre chat ed usato svariati accorgimenti.

Abbiamo provato ad impedire l’allontanamento, pervicacemente voluto ed ottenuto di colleghi, ex responsabili della mensa confederale, assunti da cooperativa esterna, del servizio “lunch box”, colpiti duramente con ispezioni ad hoc, contestazioni disciplinari incredibili (ricorda qualcosa?, qualcuno?) e poi trasferiti a 18 chilometri di distanza da casa (a Roma…) con orario spezzato, in luogo difficilmente raggiungibile con mezzi pubblici, pur non avendo la patente.

Abbiamo, ho ascoltato, le difficoltà, le aspettative di tutti i colleghi e le colleghe che ne avessero avuto bisogno, provato a delineare un sistema volontario di censimento e di riconoscimento delle competenze, anche informali e non formali.

Nulla, tutto ciò è sembrato velleitario, utopico, fuoriposto.

Non mi sono ripresentato, nonostante me lo abbiano chiesto proprio tutti e tutte (ammetto che, per paura di ritorsioni non c’era la fila per le candidature…) perché da Firenze, non era per me facile, seguire, immedesimarmi, tutelare, rappresentare i prevalenti problemi della sede confederale di Via Po.

Oggi non posso entrare più nella sede di Roma, né in quella di Firenze.

I colleghi e le colleghe che mi chiamavano ad ogni ora, anche nei fine settimana, non mi rispondo più, forse dicono di non avermi mai conosciuto, di certo fanno finta di non avermi mai stimato (poi c’erano anche quelli a cui stavo sulle scatole anche da prima, per carità…).

Ho sempre pensato che rappresentare lavoratori e lavoratrici, il lavoro, fosse un grande onore, un grande dono.

Uno dono da restituire cui rispondere sempre (da respondeo…)

Ma tantè… E’ importante, nella Vita, anche la piena, totale, incondizionata gratuità.

 

7.      LA CASA SCRICCHIOLA E POI BRUCIA: 6 MESI VISSUTI PERICOLOSAMENTE (MAGGIO-OTTOBRE 2025)

 

Quanto è avvenuto da maggio 2025, a partire dal volume sulla storia Cisl di Guido Baglioni (da me supportato su richiesta della segreteria generale Cisl e di Edizioni Lavoro) e sul mio: “Prospettive sindacali” (il mio titolo preferito era, invece, “Sguardi nella Cisl”, essendo un estimatore dell’epifania dei volti di Emmanuel Levinas…)

Ho sperato di raddrizzare la casa, di spegnere l’incendio.

Ho capito, nell’assordante e terrificante silenzio a me riservato e con il mancato, quasi sfacciato mancato invito al congresso confederale, a metà luglio 2025, che non c’era più nulla da fare.

E, ammetto, mi sono anche comportato di conseguenza.

Tutto quello che ne è seguito è una “reciproca carneficina” di cui, ammetto anche questo, non vado particolarmente orgoglioso.

La Cisl, il sindacato, il “fare giustizia insieme” è stata la mia vita, il mio: “Sogno fatto da Sveglio”.

Da maschio, bianco e occidentale, ho sacrificato, tanto, della mia famiglia per la Cisl, anche perché, credevo, che la mia famiglia fosse, ANCHE, la Cisl.

E’, indubbio, anche io faccio errori (tanti) che mi sbagliassi.

E’ chiaro, però, che ritengo che non tutto sia cominciato a maggio 2025, il mio ruolo di rappresentante del personale con la schiena dritta non è mai stati apprezzato, datorialmente, mi è stato fatto capire in ogni modo e, qualche volta, penso a Danilo Battista, anche detto esplicitamente.

 

8.      APPENDICE: ARTICOLI, SAGGI, VOLUMI, PERCORSI METODOLOGICI, PIATTAFORME ONLINE

 

I saggi, gli articoli, i volumi (collettivi o firmati individualmente) si deducono dal mio curriculum.

Della metodologia formativa e delle piattaforme online (social compresi) ho già scritto precedentemente.

Quello che non si vede, forse, sono le migliaia di cislini che si sono formati anche grazie ai miei saggi e ai miei articoli, le forse cento presentazioni in tutta Italia dei miei volumi, le tante nuove edizioni, scritte, ascoltando i lettori, perché un libro, sempre, è anche una feritoia di impressioni e aspettative, dubbi e certezze, nuvole e luce.

Le ultime due presentazioni (Don Milani 26 settembre, Massa  e 150 ore 13 ottobre, Bologna) sono state la prima violentemente annullata e la seconda, condotta, forzatamente come “privato cittadino”, togliendo, perché costretto e minacciato, tutti i riferimenti alla Cisl nelle slide.

I miei libri sono stati presentati in Università nazionali ed estere, commentati anche su Rai Tre da Paolo Mieli (150 ore), presentati in teatri lirici con centinaia e centinaia di persone (Don Lorenzo Milani).

Hanno camminato in tutte le organizzazioni sindacali, non solo la Cisl, perché si sono messi in un solco, come dice ancora Bruno Manghi, tra “pellegrinaggio e trekking”. (Sapere, Libertà, Mondo).

Sono stati in parte tradotti (gratis, ho rinunciato ai diritti) in altre lingue.

Ora vengono bruciati, buttati via, strappati, restituiti magari, nel migliore dei casi, nascosti.

Ma io sono ancora qui.

Ho tante, forse troppe cose da dire.

Tanti Sogni ancora da fare, tanta Vita da sentire,

Tante persone (nei limiti quantitativi indicati da Don Lorenzo) da amare.

Sono qui.

Nonostante tutto.

Francesco Lauria

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