PREMESSA
Come ho affermato in diverse interviste e riflessioni, sono grato, comunque, alla Cisl, perché ha contribuito in maniera decisiva a formare la persona che sono diventato.
Pur tra salite e difficoltà, ma con Ostinata Speranza.
Ho realizzato un, non sintetico, excursus della mia storia lavorativa nella Cisl (o in ambiti ad essa collegati).
Venti anni di impegno e passione, di "amore e valore" di cui, nonostante tutto, non rinnego nulla.
Francesco Lauria, 27 novembre 2025
1. ORIGINE DELL’ESPERIENZA LAVORATIVA NELLA CISL (ATTRAVERSO IL CESOS) LUGLIO 2005-LUGLIO 2007.
Dopo la Maturità Classica, conseguita a Parma, nel
1998, presso il Liceo-Ginnasio Giandomenico Romagnosi e la Laurea Magistrale
(vecchio ordinamento) presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università
degli Studi di Trieste, corso di Laurea in Scienze Internazionali e
Diplomatiche, sede di Gorizia, conseguita nell’ottobre 2004 con la votazione di
110 su 110, sono tornato a Parma, la mia città natale.
Ivi ho frequentato, con pieno successo, presso il
Collegio Europeo della mia città, il Master di Primo Livello denominato MIPE
(Politiche europee) e organizzato dall’Università degli Studi di Bologna,
dall’Università Statale di Milano e dall’Università Luiss di Roma.
Il Master, diretto dal prof. Filippo Andreatta, era
totalmente svolto in lingua inglese e, insieme a pochi studenti italiani, era
frequentato da studenti e studentesse, laureati/e, provenienti da,
sostanzialmente, tutti i paesi dei Balcani e del Caucaso.
Ciò era in linea con i miei interessi di ricerca di
allora, avendo svolto io una tesi sperimentale e sul campo sulla ricostruzione
della democrazia dal basso, attraverso l’azione internazionale degli enti
locali e della società civile, presso entrambe le entità della Bosnia
Erzegovina, studiando le Agenzie delle Democrazia Locale, promosse dal
Consiglio d’Europa, sia nella Repubblica Srpska a Prijedor, (“buco nero
d’Europa”) che nella città, a maggioranza musulmana di Zavidovici (incontrando
e “studiando” anche la rinascita, umana, sociale, economica di alcune delle
vedove del massacro di Srebrenica).
Al termine del Master occorreva obbligatoriamente
svolgere un tirocinio curriculare, scelsi, affascinato dalle lezioni sulle
politiche sociali europee e comparate del prof. Maurizio Ferrera, il Cesos, il
Centro di Studi Economici e Sociali, promosso dalla Cisl, diretto da Domenico
Paparella e presieduto dal sociologo, di fama internazionale, Prof. Guido
Baglioni.
Il tirocinio, a titolo gratuito, si svolse dal luglio
al dicembre 2005 presso la sede del Cesos a Roma, in Via Po 102.
Terminato il tirocinio il Cesos mi affidò diversi
incarichi con contratti a progetto, in Toscana, in Veneto e a Roma, sfruttando
i finanziamenti di diversi progetti europei vinti.
Mi sono occupato, sia a livello nazionale che
internazionale, in prevalenza di integrazione socio-lavorativa dei lavoratori
immigrati, con particolare attenzione, al tema delle doppie discriminazioni
(donne e immigrate), ma anche, ad esempio, di contrattazione collettiva e
promozione della democrazia economica e della partecipazione dei lavoratori in
azienda.
Ho pubblicato, sia in lingua italiana che inglese, in
diversi volumi collettivi, oltre che curato la pubblicazione degli atti proprio
della conferenza finale del progetto europeo coordinato dal Cesos, in
cooperazione con la Cisl, sulla democrazia economica e il futuro del sindacato.
Dalla fine di settembre del 2005 il Cesos mi ha quindi
assunto come collaboratore a progetto (sarebbe meglio usare il plurale…),
collaborazione terminata, formalmente, nel dicembre 2007.
Dalla fine di giugno 2007, però è iniziata, un po’
casualmente una nuova avventura, questa volta presso la “casa madre”, la Cisl,
Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori.
2. ALLA CISL DI
VIA PO 21 A ROMA: UN “PRECARIO STABILE”
Il Dipartimento confederale Mercato del Lavoro,
Formazione Professionale, Lotta al lavoro sommerso, Riforme Istituzionali,
guidato da Giorgio Santini, cercava, infatti, una nuova figura, giovane, da
inserire con un progetto di “ricerca-azione”.
Tramite il sociologo, già direttore dei Centri Studi
Nazionali della Cisl di Taranto e Firenze, Bruno Manghi, ho svolto quindi i
colloqui di selezione per questa posizione.
Alla fine di giugno 2007, pur terminando con diligenza
gli ultimi lavori di ricerca e divulgazione per il Cesos, era quindi pronta e
operativa la mia scrivania presso il primo piano della sede confederale
nazionale Cisl di Via Po 21.
Quasi contemporaneamente ho superato, in piena
sinergia con il nuovo percorso lavorativo, i colloqui di selezione presso
l’Università di Modena e Reggio Emilia, per il Dottorato di Ricerca in diritto
delle Relazioni di lavoro, diretto, allora, dal prof. Michele Tiraboschi,
allievo prediletto del giuslavorista Marco Biagi, ucciso barbaramente dalle
Nuove Brigate Rosse nel marzo del 2002.
Nell’ambito dell’Università di Reggio Emilia –
Fondazione Universitaria Marco Biagi, vinsi un dottorato triennale di ricerca,
“con borsa”.
Esaurita la collaborazione a progetto con il Cesos,
con cui rimasi in ottimi rapporti, è stata resa velocemente operativa, con
pieno riconoscimento e soddisfazione della Cisl (Dipartimento Mercato del
Lavoro, ma anche Segreteria generale) la mia collaborazione a progetto, maggiormente
remunerativa, con la confederazione.
Mi recavo ogni giorno al lavoro, avevo la possibilità
di svolgere il mio lavoro di ricerca (approssimativamente il 15% del mio tempo),
interagivo quotidianamente con i colleghi e le colleghe, di tutte le funzioni
confederali.
Passai anche dagli ostelli da dodici letti, gestiti da
profughi iraniani presso una piazza del centro di Roma, in cui i vecchi tram
non smettevano mai di cigolare anche alle quattro del mattino, ad un
appartamento pur modesto e condiviso con altri lavoratori, in zona Primavalle,
nella periferia Nord di Roma.
Il percorso lavorativo e di studio procedeva in
parallelo, con i colleghi di Adapt-Fondazione Marco Biagi, insediati, come me
su Roma, stabilimmo, pur in assenza (allora)di una sede fisica nella capitale,
un coordinamento di ricerca e studio, poi riconosciuto ed utilizzato anche
dalla direzione del dottorato.
La retribuzione era mensile ed erogata, intorno al
giorno 10 di ogni mese, esattamente come per i miei colleghi e le mie colleghe
subordinati/e.
I temi di ricerca e di lavoro erano prevalentemente:
politiche del lavoro e dell’occupazione; formazione professionale e continua;
educazione degli adulti; lotta al lavoro sommerso e sostegno ai percorsi di
emersione, in particolare, dei lavoratori e delle lavoratrici immigrati/e;
democrazia economica e partecipazione dei lavoratori, politiche del mercato del
lavoro a livello europeo, con particolare attenzione alla flexicurity, di
matrice nordica, diritto e processo del lavoro e strumenti extragiudiziali di
risoluzione delle controversie individuali di lavoro.
Il mio impegno non si limitava a riunioni, anche
ufficiali, ad esempio nella Cabina di Regia sul Lavoro sommerso stabilita dal
secondo Governo Prodi e guidata dal Ministro del Lavoro Cesare Damiano, ma
proprio con l’inclusione formale e gli interventi, a nome della Cisl, negli
organismi, fatto facilmente riscontrabile dai verbali ufficiali ed
istituzionali delle riunioni.
Parallelamente svolgevo anche l’attività di
giornalista (e, in Cisl, di “ghost
writer”, anche per la segreteria generale) retribuita per il settimanale
della Diocesi di Parma Vita Nuova e per l’inserto culturale Via Po, di
Conquiste del Lavoro (giornale promosso dalla Cisl) e gratuita per il
quotidiano, allora anche cartaceo e in distribuzione su abbonamento, Conquiste
del Lavoro.
Nell’ambito delle attività confederali, presso la sede
di Via Po 21, in aggiunta al coordinamento, con la collega Livia Ricciardi,
delle riunioni periodiche ed “istituzionali” del coordinamento dei referenti
delle politiche del mercato del lavoro, ho, fin da subito, svolto attività
internazionale, rappresentando ufficialmente la Cisl in numerosi contesti, a
partire dal congresso nazionale del sindacato danese LO a Copenhagen, anche per
studiare, in profondità, proprio i meccanismi della Flexicurity.
Nel febbraio 2009, ad esempio, sono stato componente
ufficiale, con la collega Cecilia Brighi, della delegazione ufficiale della
Cisl alla conferenza euro-asiatica dell’ILO (Organizzazione Internazionale del
Lavoro con sede a Ginevra e New York) svoltasi a Lisbona, venendo ricevuto
ufficialmente, presso l’Ambasciata d’Italia in Portogallo, dall’ambasciatore,
insieme alle colleghe di Cgil, Uil e Confindustria.
L’11 maggio 2009, anche qui a seguito di colloqui di
verifica e di presentazione del percorso obbligatorio dei tre anni di articoli
realizzati e regolarmente retribuiti, ho conseguito, presso l’Ordine Nazionale
dei Giornalisti il “patentino” numero: 133244.
In pieno accordo e sinergia con la Cisl ho portato
avanti, inoltre, un’altra esperienza professionale che avrei, in altre forme,
continuato fino ad anni recenti: la collaborazione con i Fondi
Interprofessionali Paritetici per la Formazione Continua dei lavoratori.
Sono stato, fino ad aprile 2009, anche collaboratore a
progetto del FAPI (Fondo Formazione Piccole e Medie Imprese) presso la cui sede
nazionale in Via del Gesù a Roma, ho svolto due principali mansioni: attività
di monitoraggio e redazione del Rapporto di analisi sulla Responsabilità
Sociale d’Impresa e la realizzazione, con altri ricercatori e ricercatrici, del
Rapporto Nazionale Fapi 2008, regolarmente pubblicato in volume anche a mia
firma.
Pur ancora collaboratore a progetto sono stato
ufficialmente il negoziatore per Cgil Cisl e Uil dell’accordo autonomo tra le
parti sociali europee (redatto in cooperazione con la Commissione Europea) sul:
“mercato del lavoro inclusivo”.
Essendo stato componente sia del team negoziale
allargato che di quello ristretto ho svolto una quindicina di viaggi a
Bruxelles per i negoziati, censito regolarmente come “esperto sindacale” dalla
Commissione Europea (che operava i rimborsi alla Cisl), ampiamente riconosciuto
dalla Confederazione Europea dei Sindacati (del cui comitato formale europeo
sul mercato del lavoro facevo, peraltro, da tempo, già parte), e scrivendo
direttamente alcuni dei passaggi (tra i più importanti) del testo dell’accordo,
come dimostrato dalle mie relazioni periodiche ai colleghi di Cisl, Cgil e Uil,
Livia Ricciardi, Claudio Treves (nipote e omonimo del più famoso Claudio
Treves, oppositore di Benito Mussolini) e Antonella Pirastu.
Particolarmente importante, pur da “precario” è stato
il mio impegno di assistente politico, formatore e ricercatore nell’ambito
della riflessione sul processo del lavoro e la risoluzione extragiudiziale
delle controversie di lavoro (conciliazione e arbitrato) anche in occasione
della lungamente tentata (e parzialmente fallita) riforma legislativa del
2009-2010.
In quell’ambito ho, oltre ad aver formato sindacalisti
e responsabili degli uffici vertenze presso il Centro Studi Nazionale di
Firenze (anche quando stava per nascere mio figlio Jacopo) e in tutto il paese,
svolto un’importante azione di informazione capillare a tutte le strutture Cisl
(ad esempio tramite circolari ufficiali da me co-siglate con i segretari
confederali Giorgio Santini e Paolo Mezzio).
Ho poi realizzato, non senza particolare impegno,
vista la mia formazione prevalentemente sociologica, tutti gli approfondimenti
giuridici e giuslavoristici necessari ad accompagnare e commentare il lungo e
accidentato percorso legislativo (in collaborazione, prevalentemente per i temi
del pubblico impiego, con il Prof. Carmine Russo) e, soprattutto, operato,
anche autonomamente, ovviamente in raccordo con la dirigenza Cisl, la delicata
opera di mediazione in Parlamento (Senato e Camera, maggioranza e opposizione)
e con il Governo (dove operava, come consulente giuridico il mio ex
responsabile di dottorato Michele Tiraboschi).
Nel luglio 2010 ho terminato ufficialmente un altro
importantissimo e prestigioso incarico assegnatomi, su indicazione della
segreteria generale della Cisl, dal Cnel (Consiglio Nazionale dell’Economia e
del Lavoro, organo costituzionale).
Purtroppo la grave malattia dell’ex saldatore e mio
primo “capo” al Cesos, Domenico Paparella era nella sua fase finale, una
particella di amianto sia era risvegliata trent’anni dopo nel suo corpo,
causando un grave mesotelioma.
Con la “benedizione” di Domenico, che sarebbe
scomparso purtroppo di lì a poco, ho coordinato, avvalendomi della
collaborazione della collega ricercatrice Vilma Rinolfi, la terza commissione
dell’informazione del Cnel nella redazione del Rapporto di Ricerca sulla
contrattazione in Italia ed in Europa, approvato dall’assemblea del Cnel stesso
e da me presentato, ufficialmente a Roma, presso il Cnel il 10 luglio del 2010.
Pochi giorni prima avevo concluso, con il massimo
possibile nella votazione, il titolo di Dottore di ricerca in diritto delle
Relazioni di lavoro, presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, con una
tesi sul ruolo dei movimenti sociali e del sindacato, in particolare,
nell’emancipazione e nell’educazione degli adulti, con particolare
approfondimento sull’istituto delle 150 ore per il diritto allo studio.
Relatore il prof. Michele Tiraboschi, correlatori:
Bruno Manghi e Giorgio Santini.
Per sintetizzare questo periodo lavorativo posso
prendere in prestito una frase del mio collega ricercatore ed esperto di
politiche sociali di matrice Cgil, Beppe de Sario. Ci trovavamo, in pieno
agosto, non ricordo se in uffici Cisl o Cgil, comunque confederali.
C’eravamo solo noi, lavoratori a progetto, perché i
lavoratori incardinati e formalmente subordinati, con i quaranta gradi e più dell’asfalto
romano, erano già in piene ferie.
Beppe de Sario ed io ci siamo guardati negli occhi,
abbiamo sorriso, ci siamo capiti al volo.
A quel punto il mio collega della Cgil ha pronunciato,
con ironia, un’amara verità: “Francesco,
noi, in fondo, siamo ingiustamente precari. Però, guardiamoci intorno in questo
caldo deserto, noi alemno siamo davvero…: “Precari
stabili!”.
3. IL CONSOLIDAMENTO DELLA POSIZIONE LAVORATIVA: DALL’ASSUNZIONE COME QUADRO SUBORDINATO ALL’ESPLICITAZIONE DEL PIENO COORDINAMENTO DELLE POLITICHE DELLA FORMAZIONE (IN SENSO AMPIO). GENNAIO 2011-OTTOBRE 2012
Nel luglio 2010, su indicazione del segretario
confederale, mio responsabile, Giorgio Santini ero salito al quinto piano di
Via Po 21 dal direttore di sede di Via Po 21 Fausto De Simone, per: “l’assunzione a tempo indeterminato come
quadro”.
Ero davvero felice e, sinceramente, sapevo, senza
alcun dubbio di meritarlo, non certo da quel momento.
Tutta la mia attività, pur in compresenza tra il 2007
e il 2010 di una borsa mensile di dottorato di circa 1000 euro, era stata
svolta come lavoratore subordinato.
Prendendo, ad esempio, proprio Domenico Paparella che
lavorava, sempre, anche il sabato mattina, ero uno dei pochissimi a frequentare
la sede di Via Po 21 anche di sabato, fino a chiusura, intorno alle 12.45-13.00
Quando i massimi dirigenti della Cisl furono invitati
in Vaticano, in udienza privata e riservata con Papa Benedetto XVI, ad esempio,
pur “precario stabile” venni invitato anche io (oggi, non solo per me, sarebbe inimmaginabile…).
Ricordo, come ricorderà Giorgio Santini, che non smise
per un po’ di ridere, che, di fronte alle severe Guardie svizzere che
rimproverarono più volte il chiacchiericcio nei corridoi vaticani dei dirigenti
Cisl in attesa del Papa tedesco, a presentarsi con la copia di sabato (che
conteneva l’inserto culturale e poi culturale ed economico Via Po e un mio
articolo) di Conquiste del Lavoro, diligentemente ritirata in sede confederale,
furono, su duecento, solo in due.
Il sottoscritto e l’assistente personale del
segretario generale di allora, Raffaele Bonanni, il responsabile degli organi
collegiali Cisl confederali, Donatello Bertozzi.
Tornando, nel mio flashback, al luglio 2010, la mia
salita al quinto piano dal direttore di sede (e allora anche presidente di
Studium SrL, la, allora, holding del Centro Studi Cisl di Firenze) Fausto De
Simone, fu anche una caduta.
Invece dell’assunzione a tempo interminato come quadro
subordinato (andava stabilito il grado di “preziosità” del quadro nella, per citare
l’attuale segretaria generale Cisl Daniela Fumarola, “pinacoteca” di Via Po 21)
mi fu proposto, con mia enorme sorpresa e delusione, di continuare, per altri
sei mesi, il lavoro a progetto.
Scesi incredulo e furibondo e, ottenni, almeno, un
ritocco dell’importo netto del compenso a progetto.
Fui finalmente assunto come “quadro” (non peraltro
preziosissimo, almeno nel contesto della: “Pinacoteca di Via Po 21” cit.), il
primo di gennaio del 2011.
Nel gennaio 2011 uscì, per la casa editrice Giuffrè,
un mio volume di interviste e riflessioni (co-firmato dalla collega in Cisl
nazionale e presso il dottorato Silvia Stefanovichj, che non ha difficoltà
alcuna a riconoscermene la “paternità” almeno per l’80%) intitolato: “A tu per tu con il sindacato. Dialoghi di
relazioni di relazioni sindacali e di lavoro”.
Il volume venne presentato ufficialmente a Bergamo
presso la sala Cisl dedicata ai “riformisti del lavoro”, alla presenza, tra gli
altri, del prof. Michele Tiraboschi, di Giorgio Santini, del prof. Guido Baglioni
(sono ancora online i filmati delle televisioni locali che hanno ripreso e
commentato l’evento).
Si tratta di uno dei frutti delle attività di ricerca
(e divulgazione) svolte, con creatività lo ammetto, durante il mio percorso di
dottorato presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, mettendo in sinergia
l’attività di operatore politico confederale Cisl, di ricercatore
universitario, di giornalista semi-professionista.
Ad oggi, degli oltre quindici miei volumi censiti nel
catalogo nazionale del Cnr Opac Sbn, A tu
per tu con il sindacato è ancora quello maggiormente presente a livello
accademico, essendo prenotabile in trenta diverse biblioteche universitarie/specializzate
del nostro Paese.
Si tratta, comunque, solo di una delle mie tante
attività di ricerca, dai bollettini Adapt curati con miei colleghi e colleghe
di dottorato sulla riforma degli ammortizzatori sociali o sulla democrazia
economica, ai Working Paper Adapt, sulla storia dell’evoluzione
dell’organizzazione del lavoro (curato con colleghi accademici), all’attività
di formazione e didattica svolta in aula, prevalentemente a Modena, presso la
Fondazione Marco Biagi/Centro Studi Comparati Adapt e a Bergamo, presso
l’Università, anche sui temi del terrorismo e della rappresentanza sociale, in
cui ebbi l’onore di conoscere sia Marina Biagi (moglie del giuslavorista Marco,
ucciso dalle Brigate Rosse) che Benedetta Tobagi (scrittrice e futura Consigliera
di Amministrazione Rai, figlia del giornalista e saggista, esperto di temi
sindacali, Walter, anche lui vittima del terrorismo rosso).
Nel 2012 collaborai ufficialmente anche con due
Agenzie promosse dalla Commissione Europea: l’Agenzia sulla formazione
professionale ETF, che si trova sulle colline di Torino e che si occupa,
soprattutto, dei paesi extra Unione Europea, e la celebre Eurofound –
Fondazione di Dublino, organismo tripartito, legato allo studio delle relazioni
industriali.
Passai a Dublino, su incarico della Cisl, un’intera
settimana di lavoro, rappresentando, come (quasi) sempre anche Cgil e Uil,
lavorando, benissimo, con gli altri colleghi europei (rappresentanti di
sindacati, datori di lavoro e Governi) e collaborando, anche nelle relazioni
sul Paese Italia, in particolare con la mia “compagna di delegazione”, la
collega di Confindustria nazionale Paola Astorri.
Nel frattempo continuava anche la mia attività di: “ghost writer” prevalentemente (ma non
solo), per il segretario confederale Giorgio Santini, nel frattempo eletto
segretario generale aggiunto nazionale Cisl, e per il segretario generale
Raffaele Bonanni anche se collaboravo, talvolta, anche con la futura segretaria
generale Annamaria Furlan.
Pur mantenendo tutte, ma proprio tutte, le mie
competenze sul mercato del lavoro, l’uscita dal Dipartimento per divenire
direttrice del Cesos, dopo la morte di Domenico Paparella, della mia (ex)
compagna di stanza al primo piano di Via Po, Tiziana Cercone, provocò una
novità.
Tutte, ma proprio tutte, le deleghe all’istruzione
(nel frattempo assorbita come materia dal Dipartimento di Giorgio Santini da
quello di Annamaria Furlan), alla formazione professionale, alla formazione
continua, all’educazione degli adulti, alle politiche della formazione europee,
furono assegnate al sottoscritto, con piena agibilità e direi anche relativa
“autonomia” politica.
Ci sono numerose prove.
Fui io, ad esempio, ad intervenire presso l’Università
Luiss di Roma alla conferenza stampa nazionale di presentazione dell’accordo
Cgil Cisl Uil Confindustria sulla formazione professionale e permanente
(purtroppo derubricato nella notte precedente, su richiesta datoriale, del
paragrafo sull’opportunità concreta della certificazione delle competenze
formali, informali e non formali sul lavoro da me concordata con il collega di
Confindustria Claudio Gentili).
Con me che, da solo, rappresentavo ufficialmente la
Cisl nazionale, intervennero Serena Sorrentino (segretaria confederale Cgil
nazionale), Guglielmo Loy (segretario confederale Uil nazionale), Massimo
Marchetti, (responsabile nazionale Area Lavoro e Welfare di Confindustria
nazionale, quello che aveva fatto tagliare il paragrafo sul riconoscimento
delle competenze) e, proprio, Claudio Gentili (responsabile Area Education di
Confindustria nazionale).
Nel 2012, ad integrazione delle mie responsabilità sul
mercato del lavoro e la formazione, la Cisl nazionale, nell’ambito del
Dipartimento Democrazia Economica, guidato, allora, dal segretario confederale
Maurizio Petriccioli, mi ha affidato ufficialmente (con relativa circolare
confederale) anche la responsabilità, nazionale ed europea, alle politiche sulla
Responsabilità Sociale delle Imprese.
Coerentemente con ciò, dal 2012, sono stato nominato,
dalla segreteria generale Cisl, come componente titolare del Punto di Contatto
Nazionale (Pcn) Ocse sulla condotta responsabile delle imprese multinazionali,
allora radicato presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Nell’ambito del Pcn, in grande sinergia con l’allora
direttrice del Pcn stesso, Maria Benedetta Francesconi e, sempre, in piena
sinergia e accordo con Cgil e Uil (ma spesso, non sempre, anche con
Confindustria o con le associazioni dei consumatori rappresentate
nell’organismo) ho co-gestito istanze delicatissime: dalla tragedia in
Bangladesh del Rana Plaza, dove gli oltre mille lavoratori tessili morti, operavano
anche per la nostra Benetton, con accompagnamento del relativo accordo
internazionale sui risarcimenti alle vittime e ai loro familiari e dell’accordo
sulla promozione della salute e sicurezza nel paese asiatico, alla vertenza
Impregilo in Etiopia, rispetto ai danni arrecati alle popolazioni indigene, all’accordo
internazionale con Eni (un grandissimo e corale successo) sul risarcimento
delle popolazioni colpite dagli sversamenti dei giacimenti di petrolio in
Nigeria.
Ho cooperato, mantenendo, quando necessario, tutte le
politiche e di privacy e riservatezza, anche con i Pcn di tutto il mondo: dalla
Francia, agli Stati Uniti, da Israele, all’Olanda, alla Corea del Sud.
Non sono mancati anche gli insuccessi, come il
negoziato con Essilor Luxottica, per la condotta antisindacale negli Stati
Uniti, in cui l’azienda aveva addirittura creato un sito web per dissuadere con
forza estrema i proprio lavoratori dall’iscriversi al sindacato.
Ho trattato, informalmente, insieme al sindacalista
Femca Cisl, Sergio Spiller (già segretario generale aggiunto nazionale) con i
responsabili nazionali ed internazionali delle relazioni industriali di Essilor
Luxottica.
Soprattutto nell’ambito del Pcn, ma anche, ovviamente,
in altri contesti, ho regolarmente interagito con le Unioni Sindacali, gli enti
e le associazioni promossi dalla Cisl, il Centro Studi Nazionale Cisl di
Firenze, ma soprattutto, con le federazioni nazionali sindacali di categoria
(direi proprio tutte, forse con una o due eccezioni).
Svolgevo regolarmente, in tutto il Paese, attività
politica e divulgativa sulle politiche del mercato del lavoro, dell’occupazione
e della formazione, anche in sostituzione e rappresentanza della segreteria
generale e confederale nazionali Cisl.
Un episodio è rimasto, almeno per alcuni anni, davvero
famoso, anche perché ripreso in tantissime chat interne.
Mi trovavo a Torino, presso il Parco Mirafiori, con la
mia futura moglie, la responsabile uffici vertenze Serena Visco, nella
confederazione da prima di me e conosciuta, in ambito formativo, presso il
Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze. Serena era all’ottavo mese di
gravidanza inoltrato, era l’inizio di settembre 2011, mio figlio Jacopo sarebbe
nato, con una settimana di anticipo, il 19 settembre dello stesso mese.
Si svolgeva, presso il parco del capoluogo piemontese,
un dibattito nazionale sulle politiche del mercato del lavoro e la
sostenibilità, con le relazioni, tra le altre, oltre al sottoscritto (in
rappresentanza del segretario generale aggiunto nazionale Giorgio Santini), di
una segretaria nazionale della Fiom-Cgil, di un esponente della Uil nazionale,
dei rappresentanti delle parti datoriali e di alcune aziende.
Eravamo nel pieno della polemica relative alle riforme
dell’arbitrato e degli strumenti extragiudiziali sulle controversie individuali
di lavoro, a partire da conciliazione e clausola compromissoria.
Il provvedimento, lungamente in discussione in
Parlamento, presentava alcuni aspetti davvero problematici che portarono al suo
rinvio alle Camere da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:
ad esempio la previsione di una possibile clausola compromissoria di rinuncia
all’articolo 18 e ad altri diritti in sede di assunzione, ambito di forte
debolezza personale e contrattuale del lavoratore/della lavoratrice.
L’opposizione della Cisl al provvedimento era
considerata troppo debole (e, con il senno di poi, forse lo era).
Prima che io potessi prendere la parola iniziarono i
fischi e le contestazioni da me rivolte da operai cassintegrati della fabbrica di
Mirafiori. “Venduto, sindacalista giallo,
ci vuoi togliere l’articolo 18! A noi non frega nulla di quello che vi vieni a
dire sull’ambiente!”.
La situazione rischiò di degenerare quando il collega
Matteo Auriemma, allora operatore nazionale confederale responsabile alle
politiche sulla sostenibilità che aveva accompagnato me (e Serena) all’incontro,
reagì con durezza (romanesca…) agli insulti a me e alla Cisl rivolti. Non era
molto lontano nel tempo l’accordo Fiat di Pomigliano che aveva visto Fim Cisl e
Uilm da una parte e la Fiom Cgil dall’altra.
Serena proteggeva il pancione in prima fila (era
presente anche l’attuale vice Presidente del Parlamento Europeo Pina Picierno,
che mi rimproverò poi per l’imprudenza) io provavo a continuare ad andare
avanti, nel silenzio inerte e imbarazzato del moderatore dell’incontro.
Le urla furono placate sollo dall’intervento, dalla
platea, di un signore piuttosto anziano, dalla barba bianca e curata,
conosciuto da tutti (o quasi), ma, allora, non da me.
Quello che scoprii poi essere Alberto Tridente, grande
leader della Fim Cisl a livello nazionale, europeo e mondiale, ex parlamentare
europeo e consigliere regionale piemontese di Democrazia Proletaria, ex
assistente presso il Centro Studi Cisl nazionale di Firenze, spiegò ai
manifestanti che era importante non solo importante: “come produrre”, ma “cosa
produrre”.
Raccontò del boicottaggio sindacale europeo del rame
cileno e sudafricano ai tempi di Pinochet e dell’apartheid e difese,
strenuamente, il mio diritto alla parola.
Io a Alberto, che già combatteva contro il male che lo
avrebbe di lì a due anni portato alla morte, saremmo, da quel giorno, diventati
grandi amici (pur nella differenza di età) e ci saremmo, a lungo, confrontati
su favole e paternità (Alberto aveva scritto un libro di favole, adatte a
bambini dislessici come il figlio, avuto in tarda età, Omar e me ne fece dono,
io le raccontavo spesso a mio figlio piccolo Jacopo per farlo addormentare…)
A marzo 2023, nella conferenza nazionale, organizzata a
Torino dalla Fondazione Vera Nocentini e dalla Fim Cisl nazionale, sono stato
uno dei relatori d’onore a ricordare Alberto Tridente, insieme ai suoi compagni
di una vita e all’allora segretario generale Fim Cisl Nazionale Roberto
Benaglia.
La Fim Cisl si è rivolta a me per scrivere, in quella
occasione, il ricordo ufficiale di Alberto Tridente su tutti i propri canali.
Tornando alla mia operatività confederale, un’ulteriore
attività è stata quella di cui vado maggiormente fiero e che ricordo con
nostalgia, in negoziati, sotto la guida del bravissimo sindacalista Cisl Uliano
Stendardi, già segretario generale della Fat Cisl e segretario generale
aggiunto della Fai Cisl (industria agroalimentare e lavoratori del settore
agricolo in generale) sull’applicazione del Testo Unico sull’apprendistato,
redatto dal Governo Berlusconi, con l’approvazione unitaria (unica per quegli
anni) anche di Cgil Cisl e Uil oltre che delle parti datoriali.
Fui nominato, se non ricordo male insieme ad un altro
sindacalista Cgil, in applicazione di un Decreto Ministeriale (Ministro
Maurizio Sacconi) componente dell’Organismo tecnico nazionale di applicazione
dell’accordo interconfederale sul Testo Unico dell’Apprendistato.
Negoziai, successivamente, con Stendardi, numerosi e
non semplici accordi settoriali con le diverse parti datoriali, penso ad
esempio all’ambito dell’artigianato, contribuendo ad ampliare l’offerta
formativa nazionale e settoriale (gratuita) per gli apprendisti di tutto il
Paese, pur nelle difficoltà, oggettive, in cui versava e ancora versa questa
importante, e decisiva per i giovani lavoratori, tipologia contrattuale.
Infine, con Giorgio Santini, Livia, Ricciardi, Uliano
Stendardi, fui co-protagonista dei negoziati con la Ministra Fornero (Governo
Monti) sulla riforma del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali e
delle politiche sociali (creazione della Naspi compresa…).
La legge del Governo Monti nei quattro paragrafi sul
riconoscimento e sulla certificazione delle competenze nell’ambito della
creazione della rete sussidiaria di cittadinanza per l’apprendimento permanente,
riporta interi passaggi scritti da me, in collaborazione, in particolare con il
Ministero dell’Istruzione (allora non ancora anche del Merito), dirigente Lucia
Ronzitti e con il Portavoce/Coordinatore della conferenza Stati Regioni sui
temi della formazione e del lavoro, l’assessore al lavoro e alla formazione della
Regione Toscana Gianni Biagi.
Andai a spiegare le ragioni (e anche i limiti) della
riforma legislativa del mercato del lavoro e della formazione del 2012 in tutto
il Paese (ci sono ancora i video su Youtube della sessione formativa, ad
esempio, presso la Cisl di Bergamo) e contribuii a scrivere, con mio figlio
Jacopo di un anno e mia moglie Serena presenti nella notte in Via Po 21, il
volantone Cisl sulla riforma, fino alle quattro del mattino.
Ricordo, come fosse oggi, mentre mio figlio Jacopo, di
meno di un anno mi guardava perplesso, la domanda di Uliano Stendardi a Giorgio
Santini volta ad impostare al meglio anche politicamente, oltre che
tecnicamente, il volantone confederale: “Allora
Giorgio, quanto abbiamo vinto con il Governo Monti, 4-1?” Tra me e me,
pensai, infatti, avendo seguito le fasi di gestazione del complesso
provvedimento: “beh, forse 4 a 2…”.
Sulla riforma del mercato del lavoro e della
formazione operata dal Governo presieduto da Mario Monti sarebbe uscito a breve
un libretto pubblicato da Edizioni Lavoro che sarebbe stato distribuito
capillarmente in tutto il Paese nelle sedi Cisl e delle federazioni di categoria:
“La riforma del lavoro: lettura ragionata
delle legge 92/12, Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in
una prospettiva di crescita” / presentazione di Raffaele Bonanni (a cura di
Giorgio Santini, Livia Ricciardi, Francesco Lauria).
Ma la mia esperienza lavorativa Cisl, esclusivamente
radicata su Roma, in Via Po 21, volgeva, ormai, al termine…
4. A FIRENZE (FIESOLE) E BRUXELLES, SENZA ABBANDONARE DEL TUTTO ROMA… COORDINATORE DI UN LAVORO DI TEAM.
La mia situazione di giovane padre e marito cominciava
ad essere inconciliabile con il mio lavoro in pianta stabile a Roma, presso la
sede confederale Cisl di Via Po 21.
Due affitti, a Roma e a Pistoia, ma soprattutto il
vedere la mia famiglia solo nel fine settimana, rappresentavano ostacoli molto
pesanti, nonostante la confederazione avesse provveduto a liberarmi il venerdì
pomeriggio e a pagarmi (come ad altri pendolari, peraltro) l’abbonamento della
tratta di Trenitalia Roma – Firenze.
L’esperienza sindacale di Giorgio Santini si sarebbe
di lì a poco conclusa con l’elezione, nelle file del Partito Democratico,
presso il Senato della Repubblica e io sentivo, anche, di aver bisogno di nuovi
stimoli personali e professionali.
In raccordo con l’allora segretario confederale
nazionale Maurizio Petriccioli, con delega anche alla formazione sindacale, e il
coordinatore del Dipartimento confederale Democrazia Economica e Previdenza
Angelo Marinelli, ma con il pieno appoggio, anche del segretario generale della
Cisl Raffaele Bonanni, si individua, pertanto, una soluzione.
Sarà anche ricordando questo interessamento e sostegno
umano, prima che professionale, che, nel giugno-luglio 2025, deciderò di NON
cancellare (su richiesta della segreteria generale Cisl) l’intervista a
Maurizio Petriccioli, diventato nel frattempo segretario generale della Cisl
Funzione Pubblica, dal mio volume, pubblicato da Edizioni Lavoro, Prospettive
Sindacali.
La proposta che mi viene fatta è la seguente: “tu ti trasferisci a Firenze (pur
conservando una serie di incarichi su Roma, alcuni dei quali terminati solo il
22 ottobre 2025…), ma tu, oltre agli
impegni vecchi e nuovi su Roma, devi “finanziarti” il tuo nuovo posto di
lavoro, rilanciando, praticamente da zero, la formazione, la ricerca e la
progettazione europea confederali, ottenendo le relative risorse europee a
bando”.
L’ingresso al Centro Studi di Firenze, novello
lavoratore a cottimo, peraltro, non è dei più semplici.
Il collega Marco Lai, responsabile dell’area del
mercato del lavoro, teme con ansia e apprensione che il mio ingresso possa
togliergli spazio, mentre il direttore del Centro Studi Nazionale Mario Scotti
è convinto, e me lo chiede direttamente, che il mio ingresso al Centro Studi
sia volto, di lì a poco, allo scopo di prendere il suo posto alla direzione del
Centro.
Faccio ingresso ufficialmente al Centro Studi di
Firenze, occupando il mio nuovo ufficio, il 12 ottobre 2012, ma iniziò la mia
attività di rilancio della formazione europea incontrando, su incarico della
Cisl nazionle, a Trento il nuovo direttore del dipartimento formazione
sindacale dell’Etui (Istituto Sindacale Europeo, promosso dalla Confederazione
Europea dei Sindacati), il sindacalista e formatore portoghese Ulisses Garrido,
già il 4 di ottobre 2012.
Di lì inizieranno un lavoro e una sinergia davvero
imponenti: oltre trenta percorsi di formazione europei (tutti finanziati con
risorse della Commissione Europea) realizzati, in gran parte presso il Centro
Studi Nazionale Cisl di Firenze, il rilancio della struttura di Firenze anche
come luogo delle attività europee dell’Etui, dei Comitati Aziendali Europei,
delle Federazioni Sindacali di categoria europee e mondiali, il finanziamento
di pacchetti formativi nazionali su temi europei, come quelli relativi
all’austerity.
Di lì inizierà il raccordo tra Centro Studi Nazionale
Cisl di Firenze, Etui e Centro di Formazione Internazionale Ilo di Torino, con
la creazione del network europeo delle scuole di formazione sindacali.
Di lì inizieranno, anche alcune attività di ricerca
finanziate direttamente da Etui, come il nostro contributo Cisl a: “Reforms Watch”, piattaforma europea
sulle riforme in materia di lavoro e rappresentanza sindacale, e al Turi
Network, rete europea dei centri di ricerca promossi dal sindacato o comunque
legati alle questioni del lavoro e delle relazioni industriali.
Di lì inizierà la pubblicazione prima del bollettino
di aggiornamento e poi più struttura Newsletter sulla formazione, ricerca e
progettazione europea. Quasi settanta numeri, pubblicati in dodici anni, che
hanno contribuito a quintuplicare (dati Etui) la partecipazione dei
sindacalisti e delle sindacaliste Cisl all’attività formativa e di ricerca
europee.
Di lì, infine, inizierà, l’amplissima partecipazione
Cisl (e poi anche Fondazione Ezio Tarantelli) alla progettazione europea con
oltre quaranta (40…) bandi europei vinti, di cui sette (7) come capofila.
Un patrimonio, non solo finanziario, ma sociale, di
relazioni, di contenuti, di metodo ricchissimo, in sinergia e partenariato con
le Usr, le Federazioni di categorie, gli enti e le associazioni della Cisl, i
sindacati di tutta Europa (e, in alcuni casi non solo), con le realtà europee e
datoriali, con i Ministeri del Lavoro di svariati paesi europei (anche
nell’ambito delle attività ispettive), con le Agenzie dell’Unione Europea, con
la stessa Commissione Europea, con centri di ricerca e Università, pubbliche e
private, davvero di ogni parte d’Europa (non solo nell’Unione Europea).
Un patrimonio consolidato, avvalorato dagli audit di
primo, secondo e terzo livello, tutti superati senza problema alcuno e che ha
portato, in alcuni anni, solo per il fatturato del Centro Studi, a dati tra il
5 ed il 10%, come avvalorato, nel 2017, in una pubblicazione interna, da me
curata, su incarico di Cisl e Studium SrL, intitolata: “5 anni di impegno europeo in Via della Piazzola”.
Tutti i materiali dei corsi europei e dei progetti
europei, ad oggi, sono consultabili nell’apposita sezione presente nel sito
internet del Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze: www.centrostudi.cisl.it e nell’omologa sezione dedicata del sito internet
della Fondazione Ezio Tarantelli: www.fondazionetarantelli.it .
Nel 2014 nasce anche Rec: Rete Europrogettazione Cisl,
il sistema permanente di tutte le realtà Cisl (Usr, Federazioni di categoria,
enti, associazioni, fondazioni) che operano nella progettazione europea, da me,
come da plurime circolari confederali, ideato, promosso e coordinato.
Una rete che si è riunita in presenza al Centro Studi
di Firenze (anno 2020 escluso, per il Covid) ogni anno, crescendo ogni volta e
rappresentando una “capitale sociale” attestato dal censimento dei progetti (da
me ideato e coordinato) che ha coinvolto quasi cento paesi diversi a livello
mondiale.
Nel 2017 la sinergia tra il mio ruolo di
rappresentante presso il Pcn Ocse (presso il Ministero dello Sviluppo
Economico) e la mia attività di coordinatore della formazione europea porta un
evento davvero speciale, presso il Centro Studi Nazionale di Firenze,
interamente finanziato da Etui.
Si tratta della riunione mondiale, co-promossa da
Etui, Cgil (Giacomo Barbieri), Cisl (io) e Uil (Bianca Cuciniello)
sull’applicazione concreta delle linee guida Ocse sulla condotta responsabile
delle imprese multinazionali, con gli interventi dell’Ilo e delle federazioni
mondiali sindacali di categoria, giunte a Firenze da Ginevra, Bruxelles e New
York.
L’incontro, da me ideato, registra, davvero, un enorme
successo anche se risulterà, per questioni economiche e organizzative,
difficilmente replicabile.
Il mio, ad un certo punto, non può più essere un
lavoro individuale.
Le risorse incamerate e la necessità di sviluppo
organizzativo, da me sollecitata e gestita, portano alla creazione di team di
lavoro che accoglie, su mio personale e attestato coordinamento, sia per la
parte amministrativa che di ricerca, le ricercatrici Luana Petrillo, Manuela
Mansueti e Vilma Rinolfi (provenienti dal Cesos, nel frattempo liquidato dalla
confederazione), la ricercatrice Ilaria Carlino (proveniente dallo Ial
nazionale), i collaboratori e le collaboratrici temporanei dei progetti, tutti
regolarmente assunti, su mia iniziativa ed in raccordo con la direzione del
Centro Studi Nazionale di Firenze (Giuseppe Gallo, Francesco Scrima, Marco
Lai), la Presidenza della Fondazione Ezio Tarantelli (Giuseppe Gallo, Emmanuele
Massagli), la segreteria generale Cisl (Raffaele Bonanni, Annamaria Furlan,
Luigi Sbarra e, infine, Daniela Fumarola).
Viste le ampie risorse vinte il team della formazione
e progettazione europea si arricchisce, nel febbraio 2022, del collega Marcello
Poli (già responsabile Iscos Cisl in Etiopia) da me selezionato, con innovativo
regime di smart working totale, su
incarico preciso della segreteria generale Cisl, del segretario confederale
amministrativo Giorgio Graziani, della segretaria organizzativa Cisl Daniela
Fumarola, dopo la redazione di uno skill
profile e la realizzazione di ampi, approfonditi e severi colloqui (cosa,
oggettivamente nuova e, forse, rivoluzionaria, per la “pinacoteca” di Via Po
21).
È proprio il coordinamento di lavoro di team (oltre,
immagino, all’ampiezza delle risorse finanziarie fatte confluire verso la Cisl
ed il Centro Studi Cisl di Firenze) a portare al mio consolidamento
contrattuale come quadro (maggiormente prezioso, nella “pinacoteca” di Via Po)
con un miglioramento di livello, prima nel 2016 e poi nel 2017.
Penso possa essere riassumere, sicuramente con qualche
dimenticanza, le città toccate (in diversi casi anche più e più volte) dalle
nostre attività, contando solo quelle in cui sono stato presente anche io
(sempre o quasi come responsabile): Dublino, Londra, Parigi, Madrid,
Barcellona, Siviglia, Zagabria, Lubiana, Sofia, Budapest, Bucarest, Salonicco,
Atene, Lisbona, Sesimbra, Bratislava, Stoccolma, Copenhagen, Berlino,
Francoforte, Duisburg, Riga, Vilnius, Vienna, Praga, Parigi, Digione, Lille,
Bruxelles, Lovanio, Amsterdam, Varsavia, Cracovia, Danzica, Milano, Firenze, Siena,
Bologna, Roma, Verona, Napoli, Montepulciano, Assisi, Palermo, Cagliari,
Potenza.
Ma il lavoro di team non è stato “solo” questo.
Ho realizzato con Etui, tra Madrid e Parigi, il
percorso individuale di euroformatore (quasi tre anni di impegno) culminato
nella realizzazione di un portfolio (ancora visionabile online: https://eurotrainingdiary.blogspot.com/ ) e la mia seconda laurea, in Educazione degli
Adulti, presso l’ateneo francese di Lille, con discussione (ampia e
partecipata) in presenza nel febbraio 2018.
Ma non mi fermo qui: contribuisco a formare oltre
quindici (15) euroformatori ed euroformatrici Cisl (confederali, degli enti,
delle Usr, delle categorie), senza eguali, la Cisl, da cenerentola, diventa la
confederazione sindacale che forma e collabora con Etui, più delle altre 82 che
aderiscono alla Confederazione Europea dei Sindacati.
Come disse, pubblicamente, una volta, il Presidente
della Fondazione Ezio Tarantelli, Giuseppe Gallo: “noi della Cisl, grazie a Lauria, in Europa, vinciamo la Champions…”
o, più recentemente, fu il segretario amministrativo nazionale confederale Cisl
Giorgio Graziani ad affermare, sempre pubblicamente, nell’ambito della rete Rec
2023, presso il Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze: “Lauria è un missionario della progettazione europea Cisl, non possiamo
che essergli grati e riconoscenti. Senza di lui si ferma tutto” (su questo,
in realtà, esagerava...)
Proprio per questo, durante la riunione convocata online il primo agosto 2025, per discutere delle mie possibili dimissioni volontarie legate al clima spaventoso che si era creato tra la Cisl e me, potei affermare: “possiamo ridurre a due mesi il mio preavviso, in questi mesi ho contribuito a formare, includere, valorizzare colleghi e colleghe che possono tranquillamente sostituirmi. Io non sono più indispensabile, ho acceso fuochi nelle persone, per dare un futuro alle nostre attività. Il sindacato non finisce con noi…”
5. NON SOLO EUROPA: L’ATTIVITA’ DI FORMATORE CONFEDERALE, RICERCATORE, GIORNALISTA E DIVULGATORE PRESSO IL CENTRO STUDI NAZIONALE CISL DI FIRENZE E LA FONDAZIONE EZIO TARANTELLI (2012-2025)
Il mio ingresso al Centro Studi Cisl di Firenze,
nell’ottobre 2012, come ho spiegato, non è stato per nulla semplice.
Ero visto (ancora, per poco, non era stato aperto, se
non in minima parte, il “vaso di pandora” dei “politici” sindacalisti riciclati
come formatori sindacali) come un potenziale pericolo: un non formatore
certificato planato, per di più per esigenze familiari, nella formazione.
Devo ammettere che anche io sbagliavo a sottovalutare
un fatto: formatori non ci si improvvisa, l’attenzione ai partecipanti, le
metodologie, la capacità di rendersi tutti un “bicchiere vuoto” da riempire
insieme e con gradualità, l’attitudine a spegnere, anzi allontanare
fisicamente, il cellulare e a concentrarsi sugli occhi, sulle fatiche e sulle
aspirazioni di contenuto e di senso delle persone che si hanno in aula non si
apprendono in poco tempo.
Non si apprende in poco tempo nemmeno la progettazione
formativa, il dialogo e la separazione dei ruoli con il committente,
specialmente se “politico”.
Non si apprende in poco tempo, infine, come ci si
relaziona con i relatori e le relatrici, come si concordano con i docenti i
contenuti e le modalità con le quali vengono trasmessi, come si dosa e di
condivide l’apporto e l’approccio frontale con i lavori di gruppo, con la
formazione a distanza tra una sessione in aula e l’altra, con i materiali da
lasciare in “dote” ai corsisti e alle corsiste.
Proprio per questo, dopo un’iniziale superbia e
qualche scivolone in aula (prontamente notato e messo in conto, senza pietà, da
colleghi più esperti) mi sono messo in gioco, ho iniziato a studiare da solo e
in gruppo, a frequentare i corsi di formazione formatori.
Ho frequentato, infatti, con pieno successo e
apprezzamento, il corso confederale annuale per formatori Cisl diretto dal
collega "formatore decano” Enzo Marrafino e, come già ricordato, il percorso
europeo di formazione per euroformatori, dal 2014 al 2018.
Con sessioni in presenza a Madrid, Firenze e Parigi,
con la redazione di un dettagliato portfolio di esperienze e di riflessione
sulle esperienze e il rapporto arricchente con il mio coach inglese,
proveniente dai college di formazione del TUC (Trade Union Congress) di Londra,
Colin Nolan, ho terminato, con successo, nel 2017, il mio percorso di
euroformatore.
Aprendo la strada a tantissime e tantissimi formatori
Cisl.
Non solo, ho anche conseguito, a febbraio 2018, la
laurea in educazione degli adulti, attraverso la certificazione e il
riconoscimento dei miei apprendimenti formali, non formali ed informali nella
formazione sindacale, presso la facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università di Lille in Francia (discussione sostenuta in lingua inglese).
La formazione, però, come l’attività sindacale, non si
può solo studiare teoricamente, va praticata nella carne e nei sogni,
attraversare gli occhi e la Vita, in aula, in mezzo alle persone.
Interagire, come scriveva l’ex direttore del Centro
Studi Cisl di Firenze, Pippo Morelli, con il “guscio fragile” delle persone, in
carne ed ossa, non è facile, né banale, è un apprendimento continuo e
reciproco.
Così, quindi, ho fatto, promuovendo decine di corsi
europei finanziati, prevalentemente, ma non solo, presso il Centri Studi
Nazionale Cisl di Firenze e, iniziando, una volta certificato anche nella Cisl,
a svolgere praticare, coordinare, dirigere anche la formazione sindacale
nazionale confederale.
Il percorso più importante e delicato assegnatomi è
stato quello della formazione (corso lungo annuale) per i contrattualisti
privati che ho diretto dal 2015 ad oggi.
Scrivo oggi perché si sono appena svolti (10 ed 11
novembre) i colloqui di selezione della nuova edizione del corso, perché ho
progettato io, in raccordo con lo staff da me scelto e concordato con la
direzione attuale del Centro Studi, i primi tre dei cinque moduli, ho fornito
gli schemi per i colloqui di selezione ed orientamento, i contatti con i
relatori e le relatrici, i modelli per la formazione a distanza tra un modulo e
l’altro.
Questo nella seconda metà di settembre 2025!, il
giorno prima della mia ultima giornata lavorativa in presenza presso il Centro
Studi.
Mi sono chiesto più volte se sono stato incauto,
troppo generoso nel farlo.
La risposta è no, sono solo stato me stesso. Con il
mio senso di responsabilità, con il mio amore per il mio lavoro, che è, vero,
non è solo mestiere, ma, come scrive Bruno Manghi nella prefazione di un mio
libro è soprattutto mestiere.
E’ tanta prosa e tanta fatica, tanta terra.
Ma è anche poesia, musica, danza, incontro, teatro
(quanto teatro si faceva prima nella formazione della Cisl! Anche al Centro
Studi!).
Oltre ai corsi contrattualisti privati, come si può
evincere da tutte le circolari formali che riportano il mio nome come figura di
riferimento (circolari inviate a tutte le strutture Cisl) ho diretto, tra gli
altri:
·
la formazione
confederale su tutti i temi europei ed internazionali;
·
la formazione,
seminariale e non, sui Comitati Aziendali Europei e la democrazia economica;
·
i corsi su
ambiente, ecologia e relazioni industriali;
·
i seminari sulla
previdenza complementare e la responsabilità sociale d’impresa;
·
i corsi sulle
politiche attive del lavoro e la certificazione delle competenze (con… Marco
Lai!)
·
i corsi sulle
politiche abitative e il rapporto tra azione sindacale e politiche dei servizi;
·
i corsi
sull’azione e sulla rappresentanza sindacali nelle imprese multinazionali;
·
i corsi sul
project management ed il pensiero strategico;
·
i corsi
sull’invecchiamento attivo e la contrattazione sul lavoro;
·
i corsi sulla
gestione delle informazioni riservate come rappresentanti dei lavoratori e
delle lavoratrici
· i seminari di storiografia e di cultura sindacale, in raccordo con tutti gli enti culturali della Cisl (e non solo…)
Ma non c’è solo questo, ho coordinato, in raccordo con
la direzione del Centro Studi Cisl di Firenze, passata ed attuale, la
formazione sindacale di numerose strutture Cisl, tra le altre:
Cisl Pisa; Cisl Firenze-Prato; Cisl Verona; Usr Cisl
Toscana; Usr Cisl Veneto (percorso sperimentale sul pensiero strategico);
Fistel Cisl Roma e Lazio, Fistel Cisl Toscana, etc.
Ho, poi, ideato e curato, quasi in solitudine, il
canale Youtube del Centro Studi Cisl di Firenze e contribuito in maniera
fondamentale agli aggiornamenti dei siti web del Centro Studi Cisl e, dal 2017,
anche della Fondazione Ezio Tarantelli.
Ho realizzato decine di articoli e post, in
prevalenza, per il sito e i social (Facebook, twitter) del Centro Studi Cisl e
della Fondazione Ezio Tarantelli, ma anche per i canali specifici, ad esempio,
dei progetti europei guidati o co-guidati dalla Cisl e dalla Fondazione Ezio
Tarantelli.
Ho rimesso in piedi, prima i Quaderni della Formazione
del Centro Studi Cisl di Firenze, poi i Working Paper della Fondazione Ezio
Tarantelli (coordinando i primi 22 numeri fino a 2020 inoltrato), infine, nel
2025 con sette numeri e sei podcast ho rifondato e diretto (codiretto, ma di
fatto diretto da solo) la storica testata di cultura sindacale: Il Progetto
(come si può, spero ancora verificare sul sito web:
ilprogetto.fondazionetarantelli.it
Ho ottenuto la certificazione CNR (Consiglio Nazionale
delle Ricerche) nel 2016 per i Working Paper e nel 2025 per il Progetto.
6. SINDACALISTA,
NON SOLO RICERCATORE E FORMATORE. L’ATTIVITA’ DI RAPPRESENTANTE DEL PERSONALE
ELETTO DAI LAVORATORI DELLA CISL 2021-2025
Alla fine del 2021 sono stato eletto componente della
rappresentanza del personale Cisl (dipendente e non) della sede confederale di
Via Po 21, delle sedi nazionali limitrofe (ad esempio via Isonzo e Via Livenza)
e del Centro Studi Cisl di Firenze.
E’ stata un’attività sfidante, c’era ancora la coda
del Covid, non semplice, con una controparte dura e non sempre collaborativa
rappresentata dai signori Fumarola (segretaria nazionale organizzativa con
delega alla gestione del personale), Spaggiari e Battista.
Abbiamo vissuto momenti importanti: dal rinnovo con
modifiche del Protocollo Covid, alla firma, sofferta e complessa, ma pienamente
soddisfacente e, direi per certi versi in Cisl rivoluzionaria, del Protocollo
sul lavoro agile, gestito sia individualmente che collettivamente, all’accompagnamento
e al supporto al percorso formativo in aula e online per tutti gli operatori e
le operatrici confederali.
Abbiamo anche passato momenti molto difficili: dalla
definitiva e ostinata chiusura della mensa confederale, ottenuta “utilizzando”
il Covid ed eliminando uno spazio fondamentale di incontro, condivisione e
socialità, alla totale mancanza di volontà “datoriale”, nonostante sforzi
sovrumani da parte nostra, anche di mediazione, di rinnovare il contratto
integrativo di sede, scaduto ormai da quasi dieci anni.
Abbiamo temuto, pur non avendone le prove, di essere
sorvegliati, intercettati, e per questo, abbiamo trasferito le nostre chat ed
usato svariati accorgimenti.
Abbiamo provato ad impedire l’allontanamento,
pervicacemente voluto ed ottenuto di colleghi, ex responsabili della mensa
confederale, assunti da cooperativa esterna, del servizio “lunch box”, colpiti
duramente con ispezioni ad hoc, contestazioni disciplinari incredibili (ricorda
qualcosa?, qualcuno?) e poi trasferiti a 18 chilometri di distanza da casa (a
Roma…) con orario spezzato, in luogo difficilmente raggiungibile con mezzi
pubblici, pur non avendo la patente.
Abbiamo, ho ascoltato, le difficoltà, le aspettative
di tutti i colleghi e le colleghe che ne avessero avuto bisogno, provato a
delineare un sistema volontario di censimento e di riconoscimento delle
competenze, anche informali e non formali.
Nulla, tutto ciò è sembrato velleitario, utopico,
fuoriposto.
Non mi sono ripresentato, nonostante me lo abbiano
chiesto proprio tutti e tutte (ammetto che, per paura di ritorsioni non c’era
la fila per le candidature…) perché da Firenze, non era per me facile, seguire,
immedesimarmi, tutelare, rappresentare i prevalenti problemi della sede
confederale di Via Po.
Oggi non posso entrare più nella sede di Roma, né in
quella di Firenze.
I colleghi e le colleghe che mi chiamavano ad ogni
ora, anche nei fine settimana, non mi rispondo più, forse dicono di non avermi
mai conosciuto, di certo fanno finta di non avermi mai stimato (poi c’erano
anche quelli a cui stavo sulle scatole anche da prima, per carità…).
Ho sempre pensato che rappresentare lavoratori e
lavoratrici, il lavoro, fosse un grande onore, un grande dono.
Uno dono da restituire cui rispondere sempre (da
respondeo…)
Ma tantè… E’ importante, nella Vita, anche la piena,
totale, incondizionata gratuità.
7.
LA CASA SCRICCHIOLA E POI BRUCIA: 6 MESI VISSUTI
PERICOLOSAMENTE (MAGGIO-OTTOBRE 2025)
Quanto è avvenuto da maggio 2025, a partire dal volume
sulla storia Cisl di Guido Baglioni (da me supportato su richiesta della
segreteria generale Cisl e di Edizioni Lavoro) e sul mio: “Prospettive
sindacali” (il mio titolo preferito era, invece, “Sguardi nella Cisl”, essendo
un estimatore dell’epifania dei volti di Emmanuel Levinas…)
Ho sperato di raddrizzare la casa, di spegnere
l’incendio.
Ho capito, nell’assordante e terrificante silenzio a
me riservato e con il mancato, quasi sfacciato mancato invito al congresso
confederale, a metà luglio 2025, che non c’era più nulla da fare.
E, ammetto, mi sono anche comportato di conseguenza.
Tutto quello che ne è seguito è una “reciproca
carneficina” di cui, ammetto anche questo, non vado particolarmente orgoglioso.
La Cisl, il sindacato, il “fare giustizia insieme” è
stata la mia vita, il mio: “Sogno fatto da Sveglio”.
Da maschio, bianco e occidentale, ho sacrificato,
tanto, della mia famiglia per la Cisl, anche perché, credevo, che la mia
famiglia fosse, ANCHE, la Cisl.
E’, indubbio, anche io faccio errori (tanti) che mi
sbagliassi.
E’ chiaro, però, che ritengo che non tutto sia
cominciato a maggio 2025, il mio ruolo di rappresentante del personale con la
schiena dritta non è mai stati apprezzato, datorialmente, mi è stato fatto
capire in ogni modo e, qualche volta, penso a Danilo Battista, anche detto
esplicitamente.
8. APPENDICE:
ARTICOLI, SAGGI, VOLUMI, PERCORSI METODOLOGICI, PIATTAFORME ONLINE
I saggi, gli articoli, i volumi (collettivi o firmati
individualmente) si deducono dal mio curriculum.
Della metodologia formativa e delle piattaforme online
(social compresi) ho già scritto precedentemente.
Quello che non si vede, forse, sono le migliaia di
cislini che si sono formati anche grazie ai miei saggi e ai miei articoli, le
forse cento presentazioni in tutta Italia dei miei volumi, le tante nuove
edizioni, scritte, ascoltando i lettori, perché un libro, sempre, è anche una
feritoia di impressioni e aspettative, dubbi e certezze, nuvole e luce.
Le ultime due presentazioni (Don Milani 26 settembre,
Massa e 150 ore 13 ottobre, Bologna)
sono state la prima violentemente annullata e la seconda, condotta,
forzatamente come “privato cittadino”, togliendo, perché costretto e
minacciato, tutti i riferimenti alla Cisl nelle slide.
I miei libri sono stati presentati in Università
nazionali ed estere, commentati anche su Rai Tre da Paolo Mieli (150 ore),
presentati in teatri lirici con centinaia e centinaia di persone (Don Lorenzo
Milani).
Hanno camminato in tutte le organizzazioni sindacali,
non solo la Cisl, perché si sono messi in un solco, come dice ancora Bruno
Manghi, tra “pellegrinaggio e trekking”. (Sapere, Libertà, Mondo).
Sono stati in parte tradotti (gratis, ho rinunciato ai
diritti) in altre lingue.
Ora vengono bruciati, buttati via, strappati,
restituiti magari, nel migliore dei casi, nascosti.
Ma io sono ancora qui.
Ho tante, forse troppe cose da dire.
Tanti Sogni ancora da fare, tanta Vita da sentire,
Tante persone (nei limiti quantitativi indicati da Don
Lorenzo) da amare.
Sono qui.
Nonostante tutto.
Francesco Lauria

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