mercoledì 26 novembre 2025

SANDRO ANTONIAZZI: UN FUTURO, UNO SGUARDO DI SAPIENZA E DI SPERANZA.

È stato bello, emozionante ascoltare l'introduzione di Ivana Pais, presso il CNEL, nell'incontro in ricordo di Sandro.

Oggi non parliamo di passato, ascoltiamo il futuro.
Un futuro, con Sandro, di Sapienza e Speranza.

È raro mettere insieme questi due fili, questi due sguardi.
Ma lo sguardo, gli occhi di Sandro questo sapevano mettere a comune, lo ripeto: Sapienza e Speranza.

Riprendiamo il titolo della sua autobiografia di cui era fiero e felice: "Combattere la bella battaglia. Il sindacato come soggetto di trasformazione della società".

Un sindacato, la CISL e la FIM-CISL che, per Sandro, non poteva che essere aperto al mondo e alla cultura.

Riprendendo le parole di Ivana, Sandro sapeva sempre, anche se pronunciava anche tante parole, stare in ascolto.
E con il suo ascolto trasformare i bisogni in sogni, i desideri in obiettivi.

Sandro credeva, come Carniti, nella dimensione relazionale del lavoro e nell'importanza dei rapporti con il terzo settore, il volontariato e il nuovo mutualismo.

Non dimentichiamo il suo penultimo libro: "Cura e Democrazia". In cui ha discusso il valore politico della cura con la femminista Paola Melchiori.


Sandro Antoniazzi si è sempre chiesto, nel solco dell' evangelista Luca, "Chi è il mio prossimo? Chi è la mia prossima?".

Ma se davvero vogliamo provare a stare nel solco di Sandro dobbiamo fare un passo in più.

Dobbiamo incontrare, ascoltare i nostri "altri/altre difficili".
Lui lo fece, ad esempio, visitando in carcere, sempre in rapporto con le vittime e i familiari delle vittime, i brigatisti rossi.

Concludo.

Con: "amore e valore", a partire dagli altri e dalle altre difficili ripartiamo dallo sguardo e dagli occhi di Sandro.

Impariamo anche dagli occhi di Ivana Pais che è testimone. Occhi negli occhi di Sandro Antoniazzi.

Stiamo, come lui, che ha riflettuto tanto "martinianamente", sulla spiritualità e la vocazione del sindacalista, non solo sul fare, ma soprattutto sull'essere.


Così, disorientati dal suo azzurro, non dimenticheremo mai questo concretissimo: "uomo cielo".
Francesco Lauria

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