E’ uscito il famoso, atteso libro di Guido Baglioni sulla Cisl.
Devo essere sincero, già dalla copertina, dal mio punto di vista, non promette bene, sono “spariti” Bruno Manghi e Gian Primo Cella, concordati
peraltro sia con Baglioni che con Edizioni Lavoro (che ovviamente, come al
solito smentirà, ma non me ne frega davvero nulla, tanto ho i messaggi) ed è
apparso qualcun altro/a.
Leggerò con grande attenzione l’ultima versione del libro di Baglioni, avendo nella mia disponibilità tutte le precedenti, anche se,
temo, ne rimarrò addolorato.
Detto ciò, preferisco ricordare un nostro incontro migliore e
cioè la testimonianza di Baglioni che ho registrato, nel 2021, per il
settantesimo anniversario del Centro Studi Cisl.
Baglioni, tra le tante cose (alcune condivisibili, altre
meno) lancia un messaggio molto importante, quasi alla fine dell’intervista:
Afferma l’anziano professore:
“Il pericolo che la
Cisl rischia di correre è il “quieto vivere”, svolgere l’ordinaria
amministrazione tradizionale, senza impegni, senza novità.
Il sindacato non è l’azione
confederale a livello di Roma e Bruxelles (sempre più importante rispetto alla
prima), ma è quello che avviene nelle categorie, nelle aziende, con i
contratti, con il welfare.”
Ecco il link al filmato, da me realizzato:
https://www.youtube.com/watch?v=jXfaNglfMfs
Un attanagliato,
Francesco Lauria
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