mercoledì 29 ottobre 2025

CISL-PROBIVIRI: CAMMINANDO S'APRE IL CAMMINO, NERUDA (PABLO) SANTINI (GIORGIO), IO, JACOPO E "L'ARDENTE PAZIENZA"...

Questa notte, proprio alla vigilia della trattazione "ex art. 5 delle norme generali del procedimento dinanzi ai Collegi dei probiviri" del mio ricorso contro Daniela Fumarola, Alessandro Spaggiari e Danilo Battista, ho ricevuto una delle tante "carezze" virtuali di queste settimane (insieme ai tanti "pugni" concreti...)

Mi scrive una cara amica sindacalista (da molti anni delegata sul posto di lavoro) di un'importante federazione categoria della Cisl. Riporto la lettera "depurata" dei passaggi più duri verso la confederazione...

(...) Ho pensato di rinunciare alla mia tessera , farlo non pubblicizzandolo esternamente , ma piuttosto lanciando il dolore che mi procurava separarmene, come si lancia un sasso o una freccia, sperando che qualcuno raccolga l' invito.

Ma man mano mi è sembrato che il tuo dolore avesse un' origine altra, più profonda (...)

Credo che ormai per noi, che siamo cresciuti in CISL, non sia un segreto come le persone non in linea, non obbedienti vengano isolate.

Avrai i tuoi motivi per le scelte che hai fatto, ma visto che sei Padre e i figli vincono di tutto, abbi cura di te, del tuo dolore, datti la possibilità di ritrovare serenità e gioia.

Una sola cosa ci rende liberi e ricchi, sereni e consapevoli, il per-dono... lasciarci guarire, abbandonarci all'Amore assoluto che:"trasforma le ferite in feritoie", da cui passa la luce della speranza, il profumo della vita".

Non farti rubare la vita dalla rabbia, dall' orgoglio... in CISL ho amici che hanno speso la loro vita, fatto miracoli e per amore loro, credo, che resistere " nel qui ed ora, nella condivisione" sia un tesoro da difendere...

Spero che tu possa ritrovare il tuo cuore, la pace e la voglia esserci "nel libro che ciascuno di noi ha arricchito con il titolo più dolce e generativo ...CISL...." un Abbraccio. 🌈

E' un periodo per me di lacrime facili e questa "conversazione notturna", per dirla al modo del cardinal Carlo Maria Martini, forse non mi condurrà a Gerusalemme, ma certamente ad una riflessione pacata, nei toni, non nella sostanza, come in diversi, anche amici, in queste ore, auspicano.

Ieri, la data non è stata casuale, con l'avv. Daniela Breschi di Pistoia (un'altra delle scoperte paradossalmente stupende di questa triste mia vicenda...) abbiamo impugnato un licenziamento da noi ritenuto nullo, illegittimo, discriminatorio, nonchè manifestamente gravatorio (anche nella prevista decorrenza del provvedimento di sospensione del 9/10/2025) e ritorsivo e chiesto, con urgenza, la mia reintegra sul posto di lavoro.


Oggi, alle ore 10.30, discuto il mio primo ricorso al collegio dei probiviri con la possibilità di trattare, a voce, anche i successivi.

Non sfuggirà che il tema fondamentale (anche se non unico) è la questione dell'illiceità dell'utilizzo della registrazione a mio insaputa, da parte del datore di lavoro, della riunione conciliatoria online del primo di agosto, volta a trovare la strada verso la mie dimissioni volontaria (a precise condizioni), vista la caduta inequivocabile, da parte mia, del vincolo di fiducia verso la Cisl (allora la cosa non era reciproca e la Cisl mi confermava, da parte sua, tutti gli incarichi e la fiducia stessa).

La registrazione da parte di Alessandro Spaggiari e Danilo Battista in sè, forse rappresenta una vicenda inopportuna (il datore di lavoro potrebbe avere almeno la buona creanza di avvertire se registra il dipendente subordinato), ma è molto più grave l'utilizzo distorto e, a mio parere, anche malvagio e vigliacco della registrazione stessa da parte di Daniela Fumarola (nelle sue funzioni di segretaria generale Cisl) e di Alessandro Spaggiari (nelle sue funzioni di responsabile del personale).

Oggi, credo, riascolteremo tutti i 50 minuti della riunione e non potremo che constatare che molte delle mie contestazioni disciplinari dello scorso 15 settembre sono state tratte (peraltro in maniera davvero ridicola) dalla sbobinatura puntuale della riunione, peraltro sostanzialmente informale, del primo di agosto.

Ieri sera, durante una piccola cena carbonara (di nome e di fatto, visti i piatti ordinati...) di miei sostenitori e sostenitrici, mi è stato chiesto: "Francesco, allora, alla nel giorno dell'impugnazione del tuo licenziamento e alla vigilia dell'audizione presso i probiviri qual è la tua strategia?"

Ogni tanto, quando la strada, il cammino, si fa arduo ed in salita (e la convocazione di oggi, certamente, visti i precedenti, lo sarà...) occorre tornare ai maestri.

Questa volta, però, non torno a Giulio Pastore o a Pierre Carniti (si scrive così, lo dico alla nuova direzione della rivista "Il Progetto", da me fondata a gennaio di quest'anno e che mi ha diciamo così, "rimosso" anche dalla memoria...).

Torno all'ex segretario generale aggiunto e, successivamente, ex Senatore della Repubblica Giorgio Santini.

Con Giorgio ho condiviso davvero la Vita, la Cisl.

Tanti anni fa una mia fidanzata dell'epoca, visto che ero sempre in giro per l'Italia per il sindacato, da "assistente politico", non ancora da formatore, chiamava scherzando il mio trolley in alternativa: "Giorgio" o, quando era più arrabbiata per le mie assenze, proprio: "Santini".

Affermava Giorgio nel dicembre 2010, quando veniva eletto segretario generale aggiunto nazionale della confederazione:

"Siamo in un tempo difficile sotto molti punti di vista, franano verso il basso i rilievi alti della vita politica e sociale, la cultura del riformismo, la fede nello sviluppo progressivo sono parole del Censis. E' un tempo nuovo carico di opportunità e ancor più di insidie. Serve un pensiero nuovo (...)

In questi anni la CISL si è esposta, ha preso sempre l'iniziativa con convinzione, ha ottenuto risultati, che pure qualcuno si ostina ancora a non riconoscere, non si è fatta intimidire dalle violenze verbali e fisiche dei cattivi maestri e degli allievi violenti. 

 Ma, cari amiche e amici, con molta probabilità gli anni che abbiamo davanti saranno se possibile ancora più difficili di quelli che abbiamo alle spalle!! 

Dobbiamo continuare su questa strada, servirà ancora per molto tempo una CISL che continui ad esporsi, ad essere trainante con le proposte intrecciando sempre concretezza degli obbiettivi e responsabilità nel creare le condizioni e le alleanze perché si possano realizzare (...) 

E ancora: "Se necessario dovremo anche saper "remare controcorrente", perché dobbiamo essere consapevoli che se la Cisl rimanesse ferma, lavoratori e pensionati sarebbero trascinati irrimediabilmente indietro. (...)

L'intervento di Giorgio entrò nel vivo: "DOBBIAMO RAFFORZARE ANCORA LA CISL, AFFINCHE SAPPIA DIVENTARE SEMPRE PIU UN SINDACATO GENERATORE DI UTILITA' SOCIALE per le persone e le comunità (...)  

In una parola dobbiamo far vivere in decine di migliaia di accordi sindacali e in ogni azione collettiva quotidiana della Cisl quella SUSSIDIARIETA' SOCIALE, riconosciuta oggi in Europa, finanche dal pensiero conservatore, come vera prospettiva vincente per il futuro del Welfare e della coesione sociale. E' un tempo nuovo, in altri termini il tempo di mettersi in cammino per raggiungere nuove mete, che oggi non ancora vediamo, un nuovo umanesimo del lavoro, un'economia a forte trazione sociale fondata su sviluppo, lavoro, diritti di cittadinanza per lavoratori e pensionati, una sussidiarietà socialmente ispirata. 

QUESTA E' LA META, la risposta della Cisl al deserto che cresce, alla società segnata pericolosamente dal vuoto come ci ricordano autorevoli osservatori. 

Sarà questo il nostro cammino collettivo nei prossimi anni, che ci metterà ancora tutti alla prova (...) Far capire ai giovani che la CISL è già oggi una INFRASTRUTTURA SOCIALE DI SPERANZA (espressione di un operatore del nostro Dipartimento - ero io NdR . in risposta all'atto di aggressione di lunedì sera in questo stesso luogo) e che con la loro partecipazione lo può essere in modo sempre migliore è l'obiettivo tra tutti più decisivo per il nostro futuro". 

Alla fine il neo segretario generale aggiunto citò il suo Cammino di Santiago, compiuto qualche anno prima, insieme alla moglie e che non riesco a dimenticare e a mettere in rapporto al cammino che abbiamo compiuto a settembre (mentre arrivavano diffide e querele...) io e mio figlio Jacopo.

Ma torniamo a Santini...

"Voglio concludere con un ricordo personale: nel 2002 decidemmo con mia moglie di percorrere a piedi alcune centinaia di chilometri per arrivare alla Cattedrale di Santiago di Compostela. 

 Ogni cammino deve avere un traguardo per non essere anonimi viandanti. 

Ma ricordo che fin dal primo giorno capimmo che certo era importante il traguardo ma ancora di più il percorso quotidiano, senza il quale non solo non saremmo mai arrivati a Santiago ma avremmo perso il piacere della conversazione, la gioia del silenzio e ancora l'opportunità di incontri ed esperienze. Abbiamo capito che quando si cammina decisivo sapersi aiutare nelle asperità di una salita, nel maltempo, quando si perde la direzione. 

Camminando diventa naturale stare assieme, tenendosi per mano, gesto semplice che racchiude la voglia di dare e il bisogno di ricevere, l'essenza di relazioni umane e sociali positive. 

Ecco, pensando alla nostra Cisl, credo che noi potremo affrontare con successo anche i percorsi più aspri , se avremo sempre obbiettivi chiari, se sapremo viverli pienamente giorno per giorno, se sapremo stare insieme, aiutandoci reciprocamente sempre. 

Con questo stesso spirito, per parte mia cercherò di onorare l'incarico che oggi mi avete affidato, animato da quella che Pablo Neruda chiama un'ARDENTE PAZIENZA

Pazienza. Tutta quella che serve per affrontare e cercare di risolvere i tanti problemi che le sfide del presente e del futuro quotidianamente ci porranno. 

Ardente per non confonderla, mai, con l'appagamento o peggio la rendita di posizione, Ardente perché animata da un fuoco positivo sappia illuminare per vedere sempre dentro i problemi e sappia generare energia e calore per trovare sempre la forza di far crescere le opportunità e sconfiggere i rischi. (...) 

Rileggo il discorso di Giorgio mentre penso, sfinito, alla prima tappa mia e di Jacopo del cammino . Penso alla commozione che mi ha preso nell'oltrepassare con lui il ponte internazionale sul fiume Mino, tra Portogallo e Spagna. 

Dentro di me l'immagine di Alexander Langer, costruttore di ponti, ostinato valicatore di confini... 

Penso alle stelle dell'Europa che ci hanno accolto sull'altra sponda, certo ammaccate e impolverate, ma anche ricche di memoria. 

Come i murales che, sulle sponda del fiume, ricordavano la fine della dittatura di destra di Salazar nel 25 aprile della Liberazione portoghese, quella del 1974. 

Ho spiegato a Jacopo cosa rappresentasse quella (non unica) dittatura della destra fascista all'estremo Occidente dell'Europa... 

Proprio durante quella mattina un paio di notizie del sindacato burocrazia involuta (per dirla alla Bruno Manghi) mi avevano personalmente colpito e disturbato. Avevo barcollato un po' nei miei pensieri. 

Poi ho spento il telefono e ho pensato a Giorgio e a quell'idea da noi condivisa, e proclamata orgogliosamente, di sindacato come infrastruttura sociale di Speranza. 

Un concetto, un orizzonte che dobbiamo, devo tramandare, trasmettere in dono, a Jacopo. 

Come disse Giorgio ci si può perdere durante il cammino, i cammini della Vita. 

È però meglio osare, invece di rimanere fermi. 

È davvero preferibile muovere, quotidianamente, verso l'utopia. Concretamente. Pazientemente. Aredentemente.

Carniti (Pierre, alla francese, in scherno all'autarchia del regime fascista) ci spiegava che il sindacato, quello vero è: "cosa impossibile da dire"

Non si spiega, ma si vive, si testimonia, si condivide. 

Nelle vittorie, così come nelle sconfitte. Nelle discese, così come nelle salite. 

Jacopo, in quella tappa, vedeva che annaspavo sugli ultimi tornanti. 

Ha preso con generosità severa la mia borsa supplementare dei libri, quella per cui mi aveva già giustamente rimproverato. 

La meta, quel giorno, è stata, DA NOI, faticosamente, raggiunta. 

Quella di domani è ancora da inventare. INSIEME, con ARDENTE PAZIENZA.

Questa, è la mia "strategia", questa è, da sempre, la mia (ragione di)  VITA.

Condivisa.

Francesco Lauria 



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