martedì 28 ottobre 2025

"RESTITUIRE AL SINDACATO LA SUA RAGION D'ESSERE": STRUMENTI PER LA LOTTA, LA CONSAPEVOLEZZA, LA FORMAZIONE

Ieri, nel definire i dettagli dell'impugnazione del mio licenziamento (che avverrà, spoilero, già in data odierna), allargando un po' lo sguardo, discutevo di un fatto, sinceramente incredibile e vergognoso: in un'importante azienda manifatturiera toscana, molto attiva anche a livello di commesse internazionali, c'è stato, in queste settimane, un conflitto, asprissimo, tra i lavoratori e le lavoratrici della ditta di pulizia in appalto, in vista proprio del cambio di appalto stesso, e i sindacati metalmeccanici di settore (non solo aderenti a Cgil, Cisl e Uil, ma anche di matrice postmissina).

Che cosa mai avranno fatto di male questi poveri lavoratori, queste povere lavoratrici?

Niente, hanno richiesto un'assemblea ai sindacati e poi, non avendola ottenuta, l'hanno promossa informalmente dal basso, proprio per discutere insieme e scambiare informazioni sull'imminente cambio di appalto, le clausole sociali possibili, le tutele ed, eventualmente, le azioni da mettere in campo.

Non sia mai! Lesa maestà! Sembra che i sindacati, o chi per loro, (i padri della FLM si staranno rivoltando nella tomba o, in quanto vivi e vegeti, nei loro uffici...) abbiano addirittura preteso la lista dei lavoratori/delle lavoratrici colpevoli di insubordinata iniziativa a tutela dei propri diritti e del proprio posto di lavoro e minacciato sfracelli.. (vi ricorda qualcosa/qualcuno?)

Per un caso della storia, uno dei cinque probiviri Cisl che dovranno approfondire e giudicare domani mattina le violazioni statutarie, regolamentari ed etiche da parte di Daniela Fumarola, Alessandro Spaggiari e Danilo Battista, è Pierangelo Raineri, già segretario generale Fisascat Cisl e attuale presidente europeo di Unicare, sindacato che rappresenta proprio i lavoratori della cura e delle pulizie.

In tutte le centinaia, forse migliaia, di corsi sui valori, la cultura e la storia della Cisl (e del sindacalismo democratico, più in generale) che ho tenuto in questi ultimi venti anni (e quanti ne sono stati annullati negli ultimi mesi/settimane, ad ogni livello), io sono sempre partito dall'accordo Buozzi-Mazzini (Bruno Buozzi, padre socialista del sindacalismo riformista e della Libera Cgil e della Cisl e Giuseppe Mazzini, massima espressione di Confindustria, solamente omonimo del grande patriota risorgimentale...) di inizio settembre 1943.

Spiego sempre ai corsisti e alle corsiste che la firma del Patto Mazzini-Buozzi (o al contrario che dir si voglia) che sancì la ricostituzione, in Italia, almeno in quella liberata, delle commissioni interne nelle aziende, anche, come "agenti contrattuali", portò alla rinascita della democrazia economica nel nostro paese PRIMA della piena riconquista della democrazia politica.

Ci trovavamo, infatti, a cavallo tra il 25 luglio e l'8 settembre 1943, sotto il governo del maresciallo Badoglio, ancora alleati dei nazisti.

Perchè scrivo questo?

Perchè penso che sia fondamentale, nella formazione sindacale, ricostruire la storia del movimento dei lavoratori non solo dai congressi e dal succedersi delle classi dirigenti (più o meno illuminate...), ma anche e soprattutto dalle modalità concrete attraverso le quali si organizzano i lavoratori e le lavoratrici, nel sindacato, come sui posti di lavoro.

Riflettere, infatti, sulle commissioni interne prima, sui consigli di fabbrica poi e sulle Rsu/Rsa oggi è fondamentale per comprendere l'azione (il declino?) del sindacato in Italia.

Negli ultimi due mesi, insieme al canale "Rosso fastidio" (un canale di ispirazione socialista, come Buozzi...) abbiamo promosso tre incontri, i primi due davvero molto seguiti, il terzo appena pubblicato su Youtube:

Un primo momento sulle "culture sindacali della Cisl":

Un secondo momento, il più seguito in assoluto, sul caso Cisl vs Lauria, cercando di non fermarmi alla mia personale vicenda, ma partendo da quanto da me vissuto (dolorosamente) per allargare il campo di riflessione e di prospettiva (moltissime delle riflessioni, anche storiche e culturali, mi sono state contestate disciplinarmente):


Due giorni fa è uscita la terza puntata, un dialogo a tre voci tra Filomeno Viscido, il sottoscritto e Dionisio Masella, storico delegato Fim Cisl ed Flm nel consiglio di fabbrica dell'Alfa Romeo di Arese, dirigente per trent'anni della Fim Cisl di Milano, tra i fondatori, con Piergiorgio Tiboni, prima della Flmu e poi della Cub.
Il tema: l'evoluzione del sindacato italiano (e dei suoi organismi di rappresentanza dei lavoratori sui posti di lavoro e nel territorio) dalla svolta dell'Eur (febbraio 1978, con qualche "passo all'indietro") all'era della concertazione (luglio 1992-luglio 1993):


Riflettere e dibattere (anche su posizioni articolate, io e Dionisio non concordiamo su tutto) è il sale della lotta politico-sindacale, ma anche della formazione: come affermava Platone è, infatti, dal confronto (talvolta dallo scontro) delle idee che scaturisce la verità (non per forza, diremmo oggi, assoluta...)

Insomma, pensando ai lavoratori delle pulizie in appalto dell'Hitachi a Pistoia, mi è venuto in mente lo sloga del dodicesimo congresso della Fim di Milano, tenutosi al Teatro delle Erbe (quando a guidarla, alla fine dell'aprile del 1989, erano, ancora per poco, Tiboni e Masella...): "Restituire al sindacato la sua ragion d'essere".


Nel bellissimo e ricchissimo speciale pubblicato dalla Cub di Milano a sette anni dalla scomparsa di Piergiorgio ritrovate una foto di quel congresso, oltre alla mia "storica" intervista a Tiboni del 2010, poi pubblicata l'anno successivo nel volume: "A tu per tu con il sindacato", edito da Giuffrè, in cui Tiboni ripercorre tutta la sua ricchissima esperienza sindacale e sociale, nata nelle valli bresciane, proseguita con Pierre Carniti nella Fim di Milano, conclusa nella Cisl con il commissariamento sempre della Fim di Milano ed il suo licenziamento nel 1991, proseguita con la fondazione (presso i locali Cisl di Via Tadino!) della Flmu e della Cub (Confederazione Unitaria di Base).
Una Cub che, nel valorizzare le categorie e i territori, riprende molti, non tutti, gli aspetti della cultura sindacale della Cisl delle origini...

Ecco, nell'impugnare il mio licenziamento nullo, illegittimo, discriminatorio, nonché manifestamente gravatorio e ritorsivo, ho pensato, non tanto a me, quanto ai lavoratori e, soprattutto, alle lavoratrici delle ditte delle pulizie in appalto, in tutto il Paese, in tutta Europa, in tutto il Mondo.

Circa quindici anni fa c'era chi nella Cisl (con anche il supporto del segretario generale di allora Raffaele Bonanni; Raineri, bisogna essere onesti, invece a questo disegno si oppose e me ne accennò pure sulle scale di Via Po 21... d'altronde i lavoratori e le lavoratrici delle pulizie li rappresentava già) proponeva che chi pagava tessere più alte economicamente, contasse, congressualmente di più e i lavoratori delle pulizie aderenti alla Cisl, che hanno salari poverissimi come tutti i lavoratori del settore, ne sarebbero stati penalizzati, oltremisura.

Un abominio, per fortuna mai andato in porto, che rappresentava l'esatto contrario di quanto proposto al congresso della Cisl del luglio 1969 (quello famoso del: "potere contro potere" e della decisione sull'incompatibilità assoluta tra cariche sindacali e cariche politiche) da Maresco Ballini, allievo di Don Lorenzo Milani e del Centro Studi Cisl di Firenze fin dai tempi della presenza del sacerdote a Calenzano (nella piana industriale tra Prato e Firenze) e sindacalista tessile.

Ecco, restituiamo al sindacato la sua ragion d'essere: come affermava Antonio Gramsci, non possiamo rimanere indifferenti perchè: 
"Chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita".

Francesco Lauria

P.S. Questo articolo è dedicato alla Rdp (Rappresentanza del Personale) di Via Po 21, sedi limitrofe e Centro Studi Nazionle Cisl di Firenze, affinchè si ravveda o, in caso contrario, si dimetta.
Ho fatto parte, fino a pochi mesi fa, di questa rappresentanza, essendo stato eletto da lavoratrici e lavoratori e, sinceramente, non la riconosco davvero più (in ogni senso, letterale e non...).

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