Verso la fine dell'estate, mosso da roboante incazzatura (mi si scusi il francesismo...) scrissi un feroce e ottimista post sui social dal titolo: "DIFFIDA DA EDIZIONI LAVORO - NESSUNO RESTERA' IMPUNITO".
Si tratta di uno dei miei testi più controversi, per il quale ho ricevuto anche una serie di critiche da amici (poi in gran parte ritirate e ritrattate...) poichè avevo denunciato la doppia (o tripla se consideriamo eventuali consulenze?) retribuzione del direttore di Edizioni Lavoro - redattore di Conquiste del Lavoro: Andrea Benvenuti (qui ritratto in una foto quasi giovanile e "nordpugliese...")
La critica a me rivolta era relativa all'aver comunicato una notizia ampiamente nota in Cisl (specialmente nei famosi corridoi...) e cioè il precedente doppio divorzio di Andrea.
Ho precisato subito che nella mia comunicazione non vi era nulla di moralistico (anche io sono felicemente separato da mia moglie da circa un anno), ma che essa era connessa allo stato di necessità del direttore della storica casa editrice della Cisl.
Andrea, infatti, mi aveva scritto un messaggio whatsup (che ovviamente conservo gelosamente) in cui mi aveva raccontato dei tanti problemi che aveva dovuto passare: "a causa mia".
Causa mia si intende ovviamente a causa della pubblicazione e diffusione del mio ultimo libro: "Prospettive Sindacali" e della, finora mancata, pubblicazione del libro sulla storia della Cisl di Guido Baglioni, ora annunciatami in forma scritta per Natale: "come previsto" (a volte la soglia del pudore è davvero bassa, bassissima...)
Poi Andrea, dopo un'amicizia costante e significativa durata decenni, è completamente sparito, salvo palesarsi con improbabili diffide (peraltro non formalmente firmate, come giustamente hanno notato i probiviri confederali Cisl, da me interpellati sul punto...).
Andrea ha sfiorato Marco Lai con la ormai celebre in tutta Europa contestazione disciplinare della famosa foto del calcetto, imputandomi, pur con cedola ufficiale fornitami allo scopo proprio da Edizioni Lavoro, di aver promozionato troppo bene e troppo in fretta, peraltro tra i soli intervistati, dirigenti apicali cislini, il libro: Prospettive Sindacali.
Un libro che sembrava essere andato esaurito, ma che, invece, omaggi inclusi, viaggia solo sulle 600 copie vendute su 1000 stampate, perchè, a detta della stessa Edizioni Lavoro, misteriosamente, a inizio/metà settembre sono arrivate improvvisamente disdette di ordini di strutture Cisl, già annunciati/deliberati/firmati...
Tornando a noi, come ho spiegato con pazienza ad amici ed amiche (anche comuni ad Andrea) io ho scritto dei precedenti suoi divorzi (pur dandogli atto di aver gestito in maniera davvero encomiabile l'affidamento quasi esclusivo dei due figli e da padre separato so cosa vuol dire...) per spiegare che lo stesso Andrea, come indirettamente ammesso anche al sottoscritto, non era in grado, a mio parere, di reggere le pressioni subite (e da lui anche ammesse di propria iniziativa e in forma scritta) e di tenere la barra dritta (cosa che, purtroppo, si è immediatamente verificata...)
Sta qui proprio la speranza di essere querelato (senza vero fondamento giuridico eh) da Andrea in modo da aiutarlo a liberarsi dei suoi "persecutori", essendo io così costretto a dimostrare le mie ragioni, anche in Tribunale.
Credo di essere riuscito nell'intento (non ne sono del tutto sicuro), ma, nel frattempo, soprassedendo solo per ora con le cause risarcitorie e penali, che comunque saranno prioritariamente rivolte alla casa editrice per cui ho scritto e curato diciassette libri (sarà il numero...) ho deferito Andrea Benvenuti ai probiviri confederali.
Andrea Benvenuti, sul suo profilo pubblico facebook, rivendica, tra le prime informazioni fornite, la propria appartenenza alla Cisl (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori).
Essendo io persona oculata e preveggente, conoscendo il mio "pollo" ho anche premesso, all'interno del mio ricorso, che non ero sicuro che il direttore di Edizioni Lavoro Andrea Benvenuti fosse iscritto alla Cisl.
Non mi sbagliavo.
Ieri i probiviri confederali, senza entrare nel merito, anzi non ritenendolo inammissibile, hanno dovuto archiviare il mio ricorso poichè: "Andrea Benvenuti, nel 2025, non risulta iscritto alla Cisl".
Siamo a novembre inoltrato, non può trattarsi di una dimenticanza.
Non si tratta, nemmeno, di un segno di pluralismo interno e culturale, perchè Edizioni Lavoro non ha assunto, ad esempio, Gaetano Sateriale (fatto villanamente fuori da Maurizio Landini da direttore di Ediesse/Futura, casa editrice della Cgil), ma è diretta da un cislino che ha, semplicemente, dimenticato di esserlo e di rivendicarlo.
Andrea, che con Marco Bentivogli, nel 1990 ha partecipato al movimento universitario della "Pantera", (con una differenza che, se mi sbaglio, sono pronto ad autosmentire immediatamente, Bentivogli si è poi laureato in Scienze Politiche, Andrea non mi pare abbia concluso gli studi...) è da sempre il prototipo del cislino di sinistra (direi in alcuni casi anche estrema, più di me; scherzando con lui lo definivo sempre, con suo sommo divertimento: "il nostro uomo all'Avana...").
Come portavoce nazionale della campagna missionaria: CHIAMA L'AFRICA, ad esempio, era lo stretto collaboratore del parlamentare europeo, il compianto Eugenio Melandri, già esponente, prima, di Democrazia Proletaria e, poi, di Rifondazione Comunista.
Potrei raccontare tutta la vita (professionale e non) di Andrea Benvenuti (dalle esperienze all'Espresso, al trasferimento in Argentina, dove è stato in pieno contatto con il movimento delle Madri di Plaza de Mayo, fino alla passione, condivisa in famiglia, per il rugby), ma poi dicono che scrivo troppo.
Mi si chiederà, ma come facevi, ad intuire che Andrea Benvenuti non era probabilmente (più?) iscritto alla Cisl?
Purtroppo la risposta non può che essere la più banale: perchè credo che gli servisse, con ogni probabilità, anche quel piccolo un per cento della sua (non piccola) retribuzione.
Altrimenti non mi avrebbe "tradito" platealmente in questo modo.
E non avrebbe nemmeno abbandonato la Cisl, sua casa (non solo editrice...) per decenni, come rivendica ancora, giustamente, sul suo profilo social.
Francesco Lauria

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