giovedì 20 novembre 2025

"VINCE CHI MOLLA: "LA LIBERTA' E' PIU' FORTE DELLA TRACOTANZA DEL POTERE".

Ieri pomeriggio mi trovavo a Modena, in un parcheggio, dopo aver pranzato con un amico, che non vedevo da tempo e che mi aveva contattato, preoccupato della mia situazione con la Cisl, dopo il mio infame licenziamento.

Avevo appena mangiato i tortellini più buoni della mia vita e, come sempre in questo periodo (da licenziato), mi è era anche stato offerto, nonostante le mie sincere proteste, il pranzo.

Nel parcheggio ho letto una mail, da Via Po, a Roma, che mi ha distrutto, dilaniato, annientato, annichilito.

Una persona che stimavo, a cui avrei affidato le mie cose e i miei affetti più cari, per cui mi sarei anche gettato nel rogo, dichiarando palesemente e sfrontatamente il falso, mi si rivoltava contro pubblicamente, attaccandomi a testa bassa e, addirittura negando di aver ricevuto pressioni, anzi, cosa davvero sconcertante, dichiarando di averle subite da me.

Uno stravolgimento completo, assoluto, di una verità incontrovertibile, almeno a me talmente chiara da sembrare ovvia.

Un tradimento completo, imbarazzante della dignità del mandato di rappresentanza (sacro!) ricevuto da lavoratori e lavoratrici con il voto.

Mi si dirà e mi è stato più volte detto: "Francesco, ma non ti sei ancora abituato? E' chiaro che ti abbandoneranno tutti e tutte: anche quelli/e con cui hai spezzato il pane, anche quelli/e con cui hai costruito, pazientemente, sogni. Sei davvero un ingenuo, presuntuoso, ti farai male!"

Discorsi come questo ne ho ascoltati a centinaia in questi mesi, la maggior parte anche sinceri, in buona fede.

Ho sempre tirato dritto, maledetto queste parole. Facendo di testa mia.

Di fronte alla tracotanza del potere e, nel caso della mia collega, al terrore del potere, bisogna compiere una scelta.

Io l'ho fatta. Non avevo alternative, fin dall'asilo, non proprio con queste parole, ho sempre pensato (con un po' di eccesso di moralismo) che non è difficile tra potere e verità o tra comodità ed eresia, scegliere SEMPRE e COMUNQUE i secondi.

Ieri, da Modena ho proseguito in macchina, in quella che in Cisl viene chiamata l'Emilia Centrale, fino a Reggio Emilia, dove ho trovato ascolto, un caffè, un sorriso bellissimo, espressione della più genuina saggezza emiliana.

Ho anche ascoltato il desiderio, futuro, di tornare a suonare un pianoforte.

Ho visto, persino, nella pancia di una giovane nipote, un pronipote in arrivo...

"Francesco, sei bello (affermazione invero generosa), non ti devi abbattere: Secondo me la "nostra" Cisl è indietro come le code!".

Ho sorriso a Susanna Morelli (la moglie battagliera, vivacissima e fantastica di Pippo) e, subito, ho pensato ad una persona che, telepaticamente, mi ha telefonato.

Io continuo a credere, con Giordano Bruno che: "La libertà di pensiero è più forte della tracotanza del potere".

Mi era stato predetto: "Andrai al rogo!".

Succederà (forse anche presto), pazienza, ci sarà qualcun altro/altra che porterà avanti una battaglia nonviolenta che si alimenta del desiderio di Amore (come affermava Giulio Pastore), non di vendetta o di rivalsa.

Ieri sera, arrivato di fronte alla sede della Cisl di Reggio Emilia per rivedere il docufilm su Ermanno Gorrieri, realizzato dal figlio Claudio (filmato che, peraltro, conosco già a memoria) ho deciso di "mollare".

In un qualche senso (non assoluto) di arrendermi, abbassare le armi.

Me ne sono andato via in silenzio, imboccando la tangenziale verso Parma.

Non mi arrendo, ovviamente, alla tracotanza del Potere, non ne sono capace, non fa parte di me. Diventerei un "impostore" di me stesso.

Non mi arrendo di fronte alla violenza (non solo quella, per fortuna non fisicamente, perpetrata contro di me).

Non giro la testa da un'altra parte di fronte alle violenze che vedo commesse, nella Cisl, di fronte ad altre persone.

Come ha affermato, con lungimiranza, un ex dirigente apicale di una federazione di categoria un tempo memorabile proprio della Cisl Emilia Centrale: "in certe situazioni per prendere parte, anzi per sentirsi, rispettosamente, parte, non occorre per nulla essere eroi, basta solo essere persone - basta solo rimanere umani".

Rivendico che senza alcun dubbio, come avrebbe detto Silvio Berlusconi pur da "abbronzato", dopo oltre 400 anni, Giordano Bruno abbia "vinto".

Come affermava in latino Giulio Pastore sia di fronte al fascismo che di fronte al Governo Tambroni, sostenuto dal Movimento Sociale Italiano, da cui si dimise senza indugiare: "bisogna farla ardere la fiamma!".

Non la fiamma del potere o della tomba del Duce, ma quella della passione e della fede.

Del lavoro, degli ultimi e delle ultime, dell'Amicizia e, per che no, anche dell'Amore.

Senza dubbio, in me, tornato a Parma, ha vinto soprattutto Niccolo Fabi (ed era anche ora, ma sono, purtroppo, un fottuto, "permaloso, figlio unico"...)

VINCE CHI MOLLA

https://www.youtube.com/watch?v=dRqCKeerLag

Lascio andare la mano
che mi stringe la gola
Lascio andare la fune
Che mi unisce alla riva
Il moschettone nella parete
L’orgoglio e la sete
Lascio andare le valigie
I mobili antichi
Le sentinelle armate in garitta
Ogni mia cosa trafitta
Lascio andare il destino
Tutti i miei attaccamenti
I diplomi appesi in salotto
Il coltello tra i denti
Lascio andare mio padre e mia madre
E le loro paure
Quella casa nella foresta
Un umore che duri davvero
Per ogni tipo di viaggio
Meglio avere un bagaglio leggero
Distendo le vene
E apro piano le mani
Cerco di non trattenere più nulla
Lascio tutto fluire
L’aria dal naso arriva ai polmoni
Le palpitazioni tornano battiti
La testa torna al suo peso normale
La salvezza non si controlla
Vince chi molla
Vince chi molla

              Niccolo Fabi (e molto dopo, direi a rimorchio...) Francesco Lauria

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