Montecatini: ho scelto di linkare l'articolo del Tirreno e non quello della Nazione, perchè il titolo di quest'ultimo, più diffuso giornale nella provincia di Pistoia, recitava: "Caporalato made in Cina".
Invece no. Troppo semplice.
Vi consiglio, invece, di leggere attentamente, l'articolo è ben scritto e molto puntuale il Tirreno:
Visto che sono fresco di corsi deontologici dell'ordine dei giornalisti userò un nome di fantasia: Maria.
Un nome non casuale, mi si conceda, in questo tempo ormai prossimo al Natale.
Ho pensato questa mattina, mentre, comodo, al caldo, anzi mangiandomi una pizzetta, alla tanta, tantissima indifferenza che incontro.
Indifferenza su di me, ovviamente, si vive tutto prima quello che ci accade in prima persona, ma indifferenza, direi, in generale.
Anche su noi stessi.
Torniamo a: "Maria".
Me lo sono immaginato il: "laboratorio degli orrori", così ben descritto nell'articolo.
Certo, in questo caso, e non siamo nemmeno a Prato: cinese.
Cinese come Maria. Carnefici e vittime.
Indifferenza e coraggio.
Ho pensato a quel dito mozzato.
Ad una donna abbandonata a se stessa al pronto soccorso.
Al freddo.
Tra una folla di volti non conosciuti.
Senza parlare bene, forse, la lingua italiana.
Ma, a volte, anche noi che ci siamo nati con la lingua italiana, le parole non le troviamo.
Non le troviamo di fronte alla menzogna che copre molestie e violenza nei luoghi di lavoro.
Non le troviamo di fronte ai laboratori dell'orrore che, tutti, tutti sanno, tutti sappiamo dove sono.
Non le troviamo quando compriamo una maglietta online a sette euro senza spese di spedizione, dall'altra parte del mondo, e non ci chiediamo da dove viene, chi la ha prodotta, con quale catena di fornitura e del valore è stata confezionata, in che modo arriva nelle nostre case.
Non le troviamo, non le abbiamo trovate, nemmeno di fronte all'immondo: "scudo per le imprese italiane della moda", così immondo che, perfino questa maggioranza di governo, per ora, non se la è sentita e lo ha ritirato.
Ecco, io di fronte al coraggio di "Maria" la parole, invece, le trovo.
Occorrerebbe, tra Prato e Montecatini una grande inchiesta: sul lavoro nero, sull'economia del lavoro nero e del "terzismo", sull'intreccio tra malavita italiana, russa e cinese, su condizioni di lavoro che si vivono nel capitalismo dello scarto, da ben prima dell'immigrazione cinese.
Troppo facile.
Poi certo, c'è anche, chi lo nega, un problema/tema specifico relativo alla comunità cinese che riguarda molti aspetti: il lavoro, la legalità in generale, la reciproca integrazione, la scuola, i giovani, gli anziani, etc.
Mi sono occupato, anche a livello apicale, nazionale ed europeo, e per decenni, di lavoro sommerso, di emersione, di "cabine di regie", "sinergia tra gli ispettori", "banche dati", cooperazione transfrontaliera, etc. etc. etc.
Il lavoro nero è un po' come la salute e sicurezza sul lavoro: tante parole, spesso di circostanza, e pochi, pochissimi fatti.
Perchè, purtroppo, il lavoro nero, nell'economia turbocapitalista dello scarto conviene.
A tutti, tranne che ai lavoratori e alle lavoratrici, agli sfruttati invisibili del mercato selvaggio, locale e globale.
Dove è la rappresentanza?
Dove si tocca con mano la democrazia?
Che ne è della nostra Costituzione?
Io, sinceramente, di rappresentanza, democrazia e Costituzione, tra Prato e Montecatini, passando per Pistoia, vedo poco.
Pochissimo. Quasi nulla.
Vedo l'orrore della complice indifferenza.
E poi vedo "Maria".
Il coraggio di una donna.
Cinese.
Un coraggio che ci insegna e che va ascoltato, respirato, sostenuto, amato.
Tiriamoci su le maniche, non fa nemmeno tanto freddo, c'è il riscaldamento globale.
Studiamo il percorso del tessile, dall'origine, fino agli smaltimenti illegali e nocivi, per tutti e per tutte.
Per i nostri figli e i nostri nipoti.
Tiriamoci su le maniche, riapriamo spazi di democrazia e rappresentanza.
Non è facile, anzi è parecchio difficile, complesso, per carità.
Un'utopia, tra Prato e Montecatini, passando per Pistoia, si direbbe.
Ma l'utopia, c'è chi ha scritto, ben prima di me:
"E' il cammino, l'orizzonte quotidiano che compiamo e osserviamo per raggiungerla".
Riaccendiamo la luce nel buio.
Torniamo a riscoprire il coraggio di guardare le stelle.
Torniamo a incontrare, a parlare, in qualsiasi lingua, un dialogo di pace e dignità con "Maria".
Non solo a Montecatini. Non solo a Prato. Non solo a Pistoia.
Francesco Lauria

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