venerdì 31 ottobre 2025

CISL-CENTRO STUDI CISL DI FIRENZE - "IL SOGNO EUROPEO, IL VIL DENARO E IL DISEGNO CRIMINOSO" - ("la mia storia fra le dita" - SECONDA PUNTATA)

Chi si fosse perso la prima puntata la trova qui:

https://fiesolebarbiana.blogspot.com/2025/10/cisl-e-centro-studi-cisl-di-firenze-per.html

1. La funivia di Trento e il sogno formativo europeo

La mia prima missione per la formazione europea Cisl (da ricostruire da zero) avvenne, nell'ottobre 2012, su mandato di Giovanni Biz, allora assistente del segretario confederale Maurizio Petriccioli per la formazione sindacale.

Dovevo incontrare, a Trento, nell'ambito di un corso di formazione organizzato Tsm-La Res, la comune piattaforma di Cgil Cisl e Uil della provincia autonoma, il neo direttore del dipartimento formazione dell'Etui (Istituto Sindacale Europeo - promosso dalla Confederazione Europea dei Sindacati), il molto di sinistra sindacalista portoghese Ulisses Garrido (Ulisses, tredici anni esatti dopo sarà tra i primi firmatari dell'appello dei formatori e ricercatori europei a mio favore che potete riscontrare qui: https://sindacalmente.org/content/fumi-neri-di-fumarola/)


L'incontro fu molto cordiale e segnò l'inizio di un'ampia fruttuosa e positiva collaborazione tra Cisl ed Etui (eravamo non più pervenuti, come confederazione, a livello europeo dopo la bella stagione di Maria Irace, prematuramente scomparsa e che potete ricostruire, invece, qui: https://www.centrostudi.cisl.it/formazione/quaderni-del-centro-studi/quaderno-n-24-la-formazione-sindacale-europea-e-la-sfida-del-futuro/)
Il luogo dell'incontro, davvero singolare (così singolare che ha attraversato parecchie problematiche gestionali) fu un centro convegni della Provincia autonoma, servito dalla centenaria funivia Trento Sardagna.

Fu in quella occasione che conobbi l'attuale bravissimo sindaco di Trento Franco Ianeselli, allora segretario generale iper-riformista della Cgil trentina.
Insomma, si può dire, un po' retoricamente, che ascesi e cominciai a costruire il sogno della formazione sindacale europea cislina, in funivia in Trentino, pur non sapendo assolutamente sciare (d'altronde "se i calabroni paradossalmente volano...")

2. La formazione, la progettazione e la ricerca europea Cisl-Fondazione Ezio Tarantelli

Per non farla troppo lunga da allora il mio impegno, prima solitario, poi alla guida di un crescente e sempre più consolidato team, ha portato ad un enorme sviluppo sia per la Cisl che per la rediviva Fondazione Ezio Tarantelli dei settori della formazione, della ricerca e della progettazione europea.
Il "vil denaro" portato a Cisl, Fondazione Tarantelli, Studium SrL (poi, dopo il caso Canzano, guarda caso incorporata in Unitas Spa, il cui Presidente e Rappresentante Legale è ora Alessandro Spaggiari) è stato davvero tanto. E quando dico tanto, intendo davvero tanto, pensate che, per diversi anni, i soli corsi europei (compresi quelli veicolati, non solo quelli svolti direttamente) hanno rappresentato, con tariffe apposite conformi ai regolamenti della Commissione Europea, fino al 6% del fatturato del Centro Studi.
Ma quello che a me sono sempre interessati di più (non so a Cisl, F. Tarantelli, Studium, Unitas...) sono stati il "capitale sociale" pazientemente costruito e consolidato delle interlocuzioni, delle attività, di partenariato, delle ricerche di frontiera con il mondo accademico e della ricerca europeo, i rapporti con le istituzioni europee ed internazionali, la cooperazione con il Centro di Formazione dell'Ilo a Torino,  in sintesi, la dimensione formativa e di ricerca/progettazione internazionale, storica per la Cisl ed il Centro Studi, non l'ho inventata io, recuperata.
Abbiamo persino promosso uno spettacolo teatrale: "In nome della Rosa" a partire dai progetti di cooperazione e ricerca internazionale dell'Iscos Cisl in Etiopia, spettacolo che è stato rappresentato sia al Centro Studi che al Mefit (lo storico Mercato dei Fiori) di Pescia, di fronte a tantissimi/tantissime ragazzi/ragazze delle scuole superiori della provincia di Pistoia.

Per la formazione europea potete documentarvi, se volete, qui:

Per la progettazione europea potete, se volete, riscontrare qui:
e qui:
ma anche qui:

Passiamo alla ricerca europea (non sia mai che, finalmente, il direttore, pro tempore, del Centro Studi di Firenze Marco Lai, capisca la differenza tra corsi Etui, ricerche Etui, progetti europei Cisl-Fondazione Tarantelli, alla fine l'aveva capita anche il suo predecessore Ciccio Scrima...). 
Potete riscontrarla solo parzialmente perchè tutti i link e le pagine web che avevo realizzato  sul Turi Network (la rete europea promossa da Etui dei centri di ricerca di emanazione sindacale) con ostinata buona volontà e cattolica voglia di autoflagellazione durante la mia sospensione cautelativa(alla fine - illegittimamente si sono autosmentiti in Via Po 21 e lo stipendio dal 9-10 ottobre fino al 22 ottobre me lo hanno decurtato...) non sono mai state pubblicate nè sul sito del Centro Studi Cisl, nè (cosa più grave, perche dalla fondazione non ero sospeso) dalla Fondazione Tarantelli.
Se vi accontentate, solo per farvi un'idea, potete riscontrare qui:
ma non qui, perchè la pagina, incomprensibilmente, risulta ora, 1 novembre 7.12, bianca (che tristezza...)


Una menzione a parte merita il percorso con Etui e l'Università francese di Lille per euroformatori ed euroformatrici.
Ho iniziato da solo, raggiungendo la mia seconda laurea in educazione degli adulti nel 2017 (ho anche conseguito un master e un dottorato di ricerca, sono uso ad "elaborare" troppo per qualcuno/a..), ma soprattutto ho aperto la strada ad una quindicina di euroformatori ed euroformatrici cislini, un numero incomparabile per qualsiasi altra confederazione sindacale in Europa (compresa la Cgil anche se, un po', forse sta recuperando il gap, semplicemente per emulazione e maggiore attenzione, da quando il direttore del dipartimento formazione sindacale di Etui è il cigiellino milanese Fabio Ghelfi. 


Siccome vorrei che questi miei scritti non siano solo un egocentrico "muro del pianto" (come qualcuno li ha definiti...) ma risultino anche utili vi lascio il link al mio e-porfolio, presentato con grande successo, circa otto anni fa, all'Università di Lille nell'ottobre 2017 (ottobre per me è sempre un mese decisivo...) per il conseguimento della laurea (qualcosa di bellissimo, perchè gli apprendimenti per lo più informali attraverso la formazione sindacale, multilinguistica e multiculturale europea, vengono riconosciuti dal mondo accademico a livello internazionale e certificati con il titolo di studio, vi ricorda, 150 ore, qualcosa?, per approfondire qui: https://www.edizionilavoro.it/catalogo/fuori-collana/le-150-ore-per-il-diritto-allo-studio-1)

Eccolo qui, invece, il mio diario formativo ed esistenziale: https://eurotrainingdiary.blogspot.com/

Ce ne sono di più belli e curati, penso a quello della mia amica (spero non ex) Roberta Villa, formatrice della Filca Cisl (si quelli del processo di Torino...), ma penso che anche il mio possa essere utile ad ispirare qualche formatore e formatrice sindacali cislini (non possiamo farci superare dalla Cgil!) ad intraprendere questo bellissimo percorso (occorre parlare fluentemente inglese e/o francese, avere almeno tre anni di esperienza nazionale di formazione sindacale e, soprattutto, non avere paura di mettersi in gioco e sognare, anche a livello europeo...)

Inserisco qui, come auspicio, la foto di un fiore che sboccia dal cemento, postata nel 2017 sul mio blog da Parigi, quando mi trovavo al centro nazionale di formazione della Cgt per le giornate europee della formazione sindacale.
Il direttore del Centro di Formazione Nazionale (tra l'altro bellissimo) che si trova alla periferia di Parigi, ha sottoscritto, direi quasi ad occhi chiusi, l'appello europeo a mio favore, anche perchè mi ha conosciuto come persona tra quelle decisive che hanno rilanciato la rete europea, promossa da Etui, dei centri di formazione sindacale.
Casualità vuole che il primo incontro della rilanciata rete, si svolgerà a inizio 2026 a Madrid, presso il Centro di Formazione dell'Ugt, altra realtà dove il responsabile della formazione europea, ha sottoscritto, in questo caso ad occhi aperti e con grande vigore, il medesimo appello a mio sostegno... (d'altronde mi conosce e mi apprezza dal 2012...)


Concludo questa riflessione sul sogno (formativo) europeo e il vil denaro (utile, però, quando serve a tutelare i diritti, individuali e collettivi, delle persone, dei lavoratori e delle lavoratrici, a partire da quelli/e più fragili o, come avrebbero detto Don Lorenzo Milani ed i suoi allievi sindacalisti cislini: "diseredati", per approfondire qui: https://www.edizionilavoro.it/catalogo/saggistica/testimoni/quel-filo-teso-tra-fiesole-e-barbiana-1)

Per il disegno criminoso subito, invece, vi rimando ad una (imprevista, ma il disegno evolve e si arricchisce di giorno in giorno...) terza puntata...

Di seguito due immagini tratte dal mio diario/portfolio, dove parlo (in inglese, ma ci sono i traduttori automatici, lo scrivo soprattutto per la segreteria confederale dove nessuno, nemmeno chi ha responsabilità europee ed internazionali, parla lingue straniere) del mio rapporto con il mio ex posto di lavoro (e dove non posso più, a vita, o fino a reintegra, accedere): il Centro Studi Cisl di Firenze. 
Un luogo dove, sempre per dirla con Don Milani (sarò un po' fissato come paiono aver detto separatamente e in varie occasioni Daniela Fumarola ed Ignazio Ganga): "praticare l'amore, dare un senso alla vita e... "sentire la VITA".

Almeno fino ad oggi (ieri...)

Per approfondire CENTRO STUDI CISL - SENTIRE LA VITA qui:

 

L'ammaccato, ma mai privo di Speranza 
("sogno, anche europeo, da fare da svegli!)

Francesco Lauria

giovedì 30 ottobre 2025

CISL E CENTRO STUDI CISL DI FIRENZE: "PER RIALZARSI BISOGNA PRIMA CADERE" (la mia "storia fra le dita"...- PRIMA PUNTATA)


Ricordo perfettamente quel giorno di quella fine dell'estate 2006.

Faceva molto caldo e io, come al solito, mi ero portato, sulle spalle, (inutilmente!) uno zaino zeppo di libri.

Allora ancora non conoscevo la famosa scorciatoia delle scalette che porta dalla via per San Domenico verso il Centro Studi Cisl di Firenze ed ero sceso dall'autobus numero 7 nel centro della frazione di confine tra il comune capoluogo e quello di Fiesole.

Avevo quindi percorso, con un po' di fatica, (ma la fatica a volte serve e schiarisce le idee) la strada in leggera salita che da San Domenico porta al Centro Studi Cisl, allora interamente denominata Via della Piazzola (o, in passato, Piazzuola) e di cui un tratto, oggi, è, invece, intitolato al compianto bravissimo giornalista ed ex Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.

Allora, come è abbastanza noto, ero, da circa un anno, un ricercatore iper precario del Cesos il Centro Studi Economici e Sociali della Cisl, diretto dal mai abbastanza compianto Domenico Paparella e Presieduto dal prof. Guido Baglioni (che mi conosce, infatti, da allora).

Allora il direttore del Centro Studi era quello che sarebbe diventato il mio maestro, quasi uno "zio" come ama definirsi lui, non solo nei miei confronti: Bruno Manghi.

Ricordo perfettamente, come fosse oggi, il sollievo (visto il caldo, lo zaino pesante e la salita...) e l'emozione di vedere, al numero 71 di Via della Piazzola, la targa bianca in marmo: C.I.S.L. Centro.

Manghi mi ricevette nella hall, vicino al camino non più in funzione (e che Raffaele Bonanni nelle due settimane in cui fu nominato direttore del Centro Studi di Firenze, ne 2014, prima di dimettersi definitivamente e rovinosamente, voleva provare a riattivare...).

Ci sedemmo sulle poltrone Frau turchesi, sprofondando un po' (essendo al Centro Studi, mi dicono, fin dalla fine degli anni Ottanta, quelle poltrone hanno perso parecchio vigore, tanto che ora, sono state mandate in restauro e non so se sono tornate, mancando, forzatamente, dal Centro Studi da un mese e mezzo...)

Io avevo appena fallito l'esame di dottorato all'Università di Teramo, radicato feudo super Cgil, con anche il fondato sospetto che il mio esame scritto, su temi sindacali, oggettivamente venuto fuori parecchio bene (ero stato fortunato nel titolo), non fosse stato molto capito dal Presidente della Commissione d'esame che, per una incredibile coincidenza, era stato, qualche anno prima, mio docente di Storia presso l'Università di Trieste, sede di Gorizia, ed era notoriamente un esperto di storia moderna e, solo in seconda battuta contemporanea, in particolare relativa all'America Latina e su temi tutt'altro che sociali...

Con Manghi parlammo a lungo, ci saremmo rivisti meno di un anno dopo, durante il primo consiglio generale in sessione di studio dell'era Bonanni-Baretta (tra i relatori Guido Baglioni) a Fiuggi, dove io ero stato catapultato, come giovane ricercatore, a intervistare faticosamente dirigenti delle federazioni di categoria (non ne conoscevo di vista nemmeno uno..., ricordo però con affetto le interviste con Giorgio Caprioli e Giovanni Pirulli) per un progetto europeo sui diritti di informazione e consultazione dei lavoratori (a proposito di diritti...)

Di lì a poco sarebbe terminata la mia collaborazione con il Cesos e sarei entrato in Via Po, sempre come lavoratore a progetto, ma con, in più, il finanziamento di una borsa di dottorato presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, presso la Fondazione Marco Biagi, per la quale feci tutti i colloqui di ammissione necessari, superandoli.

Per me era pronto un progetto di: "ricerca-azione" che poi, in realtà, dal primo giorno (fine giugno 2007) si rivelò: lavora nove ore al giorno per il dipartimento mercato del lavoro e formazione e la sera e nei fine settimana studia per il dottorato (anche alcune lezioni, non tutte, a Modena si svolgevano di sabato..)

Ma a me andava bene così: trovai ottime sinergie con il mio lavoro di ricerca (ammortizzatori sociali, politiche del lavoro e dell'occupazione, formazione continua, partecipazione dei lavoratori...) e una sintonia quasi assoluta (si con qualche litigata ogni tanto, entrambi abbiamo un certo carattere) con il mio segretario confederale di riferimento, futuro segretario generale aggiunto Cisl e senatore, Giorgio Santini.

Anche i rapporti con il segretario generale, allora potentissimo, poi tanto vituperato, Raffaele Bonanni, lo devo ammettere facendo arrabbiare certamente il mio amico Savino Pezzotta, furono sempre, non particolarmente intensi, ma più che buoni.

In Via Po, al primo piano, condividevo la stanza con Tiziana Cercone, futura direttrice del Cesos (esperienza non fortunatissima, il Cesos fu poi chiuso...) e attuale factotum assoluto dello Ial nazionale.

Un solo vero grande incidente: all'epoca per accedere in Senato o alla Camera occorreva anche la cravatta (oggi, ho imparato recentemente durante la presentazione dell'ultimo rapporto Asvis, per fortuna basta solo la giacca...).

Capitava, soprattutto, quando c'era da incontrare al volo qualche parlamentare di maggioranza o di opposizione, in vista di qualche disegno di legge sul lavoro o affini, di dover letteralmente correre in Parlamento.

Una volta successe che, dalla portineria di Via Po, chiesi, vista la fretta,, mentre aspettavo il taxi in portineria, di prendere nell'armadio la mia cravatta (con nodo già fatto dalle segretarie del dipartimento o dal collega Stefano Colotto, tutt'ora non sono capace di farlo..).

L'urlo di Tiziana fu sentito, si narra ancora oggi, anche in Via Lucullo (Uil) e in Corso d'Italia (Cgil).

Al posto della cravatta, nel mio armadio, aveva trovato, davvero non mi capacito del perchè, un mio lungo calzino usato scuro e lo aveva preso in mano credendolo tale.

La risata, anche della portineria, fu unanime, la cravatta mi fu poi prestata da un assistente della Camera dei Deputati e l'incontro con il Parlamentare (Maurizio Castro di Forza Italia.Popolo della Libertà, poi mi danno dell'anti Meloni a prescindere...) andò a buon fine.

Come è abbastanza noto, il 2010 fu, per me, un anno d'oro, ero lanciatissimo in Via Po (avevo, a due giorni di distanza, nel luglio 2010, terminato con successo il dottorato di ricerca e coordinato, sostituendo, su incarico della segreteria generale Cisl, Domenico Paparella, purtroppo gravemente malato, il Rapporto CNEL sulla contrattazione collettiva in Italia e in Europa).

Il 2011 fu un anno di cambiamento, ma ancora più bello perchè ho avuto un figlio, Jacopo, dalla mia compagna, futura moglie, a Pistoia (conosciuta proprio al Centro Studi di Firenze in occasione di un corso di formazione sindacale, ironia della storia, sul collegato lavoro, il processo del lavoro, le spese di giustizia, conciliazione e arbitrato, clausola compromissoria, principio di equità etc.)

Ho provato, per un anno, a fare su e giù settimanalmente tra Roma e Pistoia, ma, al di là delle questioni familiari, sostenere due affitti in due città diverse era davvero impossibile (allora ero anche palesemente sottoinquadrato come stipendio dalla Cisl, Santini non era proprio ancora così in auge, tanto che poi fu, a breve, "accompagnato alla porta" da Bonanni che lo costrinse ad entrare in politica, non volendolo più ricandidare con segretario generale aggiunto; Santini, non senza fatiche, scelse il Pd...)

Fu così che, anche per intercessione del segretario confederale con delega alla democrazia economica e alla formazione sindacale Maurizio Petriccioli, e con il  contributo strategico del suo allora fidato assistente Angelo Marinelli, mi fu proposto di trasferirmi (conservando comunque parecchi incarichi tecnico-politici confederali, su più dipartimenti) al Centro Studi di Firenze, facendo ripartire DA ZERO sia la formazione che la progettazione europea.

Mi venne detto esplicitamente, lo ricordo come oggi: "Da ora Francesco, dovrai finanziare con i progetti e i corsi europei, il tuo posto di lavoro...".

Entrai al Centro Studi, lo ricordo bene, venerdì 12 ottobre 2012, ero assunto a tempo indeterminato da meno di due anni (mi ero fatto quasi sette anni di lavoro a progetto, oggettivamente illegittimo) e mai mi sarei immaginato che, esattamente tredici anni dopo, sarei stato licenziato per giusta causa dalla Cisl.

Ricordo bene anche che l'ingresso non fu facilissimo: allora direttore del Centro Studi era il piemontese come Manghi, Mario Scotti (un po' demansionato, indirettamente, a causa dello "scandalo" che aveva portato al licenziamento in tronco del direttore amministrativo del Centro Studi Luigi Canzano che poi, dopo molti anni e molti processi, ha avuto ragione su Studium srl - poi chiusa e assorbita da Unitas Spa - rappresentate, almeno alla fine, dall'avvocato Maurilio D'Angelo, ottenendo, al di là del rimborso delle spese legali, un risarcimento, mi dicono, di circa 470.000 euro).

Ricordo tre fatti: 

- non essendo ancora formatore Cisl "certificato" dai corsi formazione formatori diretti da Enzo Marrafino, fui saltato dall'operatrice Mara Beretta, quando vennero consegnate le fotocopie relative al QPCC formativo (non ho mai capito cosa fosse, colpa mia, lo ammetto...)

- Scotti, che ben mi accolse e che tutt'ora, anche in questi frangenti difficili, mi loda, era comunque convinto (me lo disse esplicitamente, sulle scale degli uffici) che fossi stato inviato al Centro Studi per fagli a breve le scarpe ed essere nominato direttore al suo posto... In realtà, dei direttori del Centro Studi, mi occupai, ma solo, quasi come primo lavoro, ricostruendo tutte le loro biografie, in occasione, nel 2013, della pubblicazione dedicata ai "sessant'anni in Via della Piazzola" del Centro Studi Cisl, il testo, come scriverebbe il duo "Battista-Spaggiari", è "riscontrabile" qui: https://www.centrostudi.cisl.it/wp-content/uploads/2014/07/Quaderni%2021.pdf

- Marco Lai, futuro (ahime!) direttore, allora semplice assistente, era preoccupatissimo, visto che mi ero occupato, ai massimi livelli in Via Po, proprio delle sue materie, da lui difese con gelosia enorme. Temeva, infatti, che mi occupassi dei suoi temi. Quando gli comunicai che mi sarei occupato SOLO di materie europee, contrattazione collettiva (Elisabetta Biliotti stava per andare in pensione...) e democrazia economica, tirò un enorme sospiro di sollievo e, di fronte alla vetrata della mensa, in un moto per lui irrituale, mi abbracciò... (poi in realtà abbiamo anche co-diretto, anni dopo, un corso su mercato del lavoro e competenze...)

Vabbè, per ora, mi fermo qui...

Domani la seconda puntata, con la cavalcata gloriosa (ed economicamente molto vantaggiosa per la Cisl il Centro Studi) della progettazione e della formazione europea, le tante giornate di storiografia e cultura sindacale da me dirette, il percorso SENTIRE LA VITA durante la pandemia, le mie molte pubblicazioni sulla storia della Cisl e sulla formazione sindacale, il tristissimissimo ed infame epilogo, con il mio bando, A VITA (o almeno fino alla auspicabile REINTEGRA), dall'ingresso nei locali Cisl del Centro Studi di Firenze (comunicatomi, come quasi tutte le brutte notizie, dall'ufficio del responsabile del personale di Via Po, a tarda sera...)  

Ma per rialzarsi, bisogna prima cadere...

Francesco Lauria

mercoledì 29 ottobre 2025

CISL-PROBIVIRI: CAMMINANDO S'APRE IL CAMMINO, NERUDA (PABLO) SANTINI (GIORGIO), IO, JACOPO E "L'ARDENTE PAZIENZA"...

Questa notte, proprio alla vigilia della trattazione "ex art. 5 delle norme generali del procedimento dinanzi ai Collegi dei probiviri" del mio ricorso contro Daniela Fumarola, Alessandro Spaggiari e Danilo Battista, ho ricevuto una delle tante "carezze" virtuali di queste settimane (insieme ai tanti "pugni" concreti...)

Mi scrive una cara amica sindacalista (da molti anni delegata sul posto di lavoro) di un'importante federazione categoria della Cisl. Riporto la lettera "depurata" dei passaggi più duri verso la confederazione...

(...) Ho pensato di rinunciare alla mia tessera , farlo non pubblicizzandolo esternamente , ma piuttosto lanciando il dolore che mi procurava separarmene, come si lancia un sasso o una freccia, sperando che qualcuno raccolga l' invito.

Ma man mano mi è sembrato che il tuo dolore avesse un' origine altra, più profonda (...)

Credo che ormai per noi, che siamo cresciuti in CISL, non sia un segreto come le persone non in linea, non obbedienti vengano isolate.

Avrai i tuoi motivi per le scelte che hai fatto, ma visto che sei Padre e i figli vincono di tutto, abbi cura di te, del tuo dolore, datti la possibilità di ritrovare serenità e gioia.

Una sola cosa ci rende liberi e ricchi, sereni e consapevoli, il per-dono... lasciarci guarire, abbandonarci all'Amore assoluto che:"trasforma le ferite in feritoie", da cui passa la luce della speranza, il profumo della vita".

Non farti rubare la vita dalla rabbia, dall' orgoglio... in CISL ho amici che hanno speso la loro vita, fatto miracoli e per amore loro, credo, che resistere " nel qui ed ora, nella condivisione" sia un tesoro da difendere...

Spero che tu possa ritrovare il tuo cuore, la pace e la voglia esserci "nel libro che ciascuno di noi ha arricchito con il titolo più dolce e generativo ...CISL...." un Abbraccio. 🌈

E' un periodo per me di lacrime facili e questa "conversazione notturna", per dirla al modo del cardinal Carlo Maria Martini, forse non mi condurrà a Gerusalemme, ma certamente ad una riflessione pacata, nei toni, non nella sostanza, come in diversi, anche amici, in queste ore, auspicano.

Ieri, la data non è stata casuale, con l'avv. Daniela Breschi di Pistoia (un'altra delle scoperte paradossalmente stupende di questa triste mia vicenda...) abbiamo impugnato un licenziamento da noi ritenuto nullo, illegittimo, discriminatorio, nonchè manifestamente gravatorio (anche nella prevista decorrenza del provvedimento di sospensione del 9/10/2025) e ritorsivo e chiesto, con urgenza, la mia reintegra sul posto di lavoro.


Oggi, alle ore 10.30, discuto il mio primo ricorso al collegio dei probiviri con la possibilità di trattare, a voce, anche i successivi.

Non sfuggirà che il tema fondamentale (anche se non unico) è la questione dell'illiceità dell'utilizzo della registrazione a mio insaputa, da parte del datore di lavoro, della riunione conciliatoria online del primo di agosto, volta a trovare la strada verso la mie dimissioni volontaria (a precise condizioni), vista la caduta inequivocabile, da parte mia, del vincolo di fiducia verso la Cisl (allora la cosa non era reciproca e la Cisl mi confermava, da parte sua, tutti gli incarichi e la fiducia stessa).

La registrazione da parte di Alessandro Spaggiari e Danilo Battista in sè, forse rappresenta una vicenda inopportuna (il datore di lavoro potrebbe avere almeno la buona creanza di avvertire se registra il dipendente subordinato), ma è molto più grave l'utilizzo distorto e, a mio parere, anche malvagio e vigliacco della registrazione stessa da parte di Daniela Fumarola (nelle sue funzioni di segretaria generale Cisl) e di Alessandro Spaggiari (nelle sue funzioni di responsabile del personale).

Oggi, credo, riascolteremo tutti i 50 minuti della riunione e non potremo che constatare che molte delle mie contestazioni disciplinari dello scorso 15 settembre sono state tratte (peraltro in maniera davvero ridicola) dalla sbobinatura puntuale della riunione, peraltro sostanzialmente informale, del primo di agosto.

Ieri sera, durante una piccola cena carbonara (di nome e di fatto, visti i piatti ordinati...) di miei sostenitori e sostenitrici, mi è stato chiesto: "Francesco, allora, alla nel giorno dell'impugnazione del tuo licenziamento e alla vigilia dell'audizione presso i probiviri qual è la tua strategia?"

Ogni tanto, quando la strada, il cammino, si fa arduo ed in salita (e la convocazione di oggi, certamente, visti i precedenti, lo sarà...) occorre tornare ai maestri.

Questa volta, però, non torno a Giulio Pastore o a Pierre Carniti (si scrive così, lo dico alla nuova direzione della rivista "Il Progetto", da me fondata a gennaio di quest'anno e che mi ha diciamo così, "rimosso" anche dalla memoria...).

Torno all'ex segretario generale aggiunto e, successivamente, ex Senatore della Repubblica Giorgio Santini.

Con Giorgio ho condiviso davvero la Vita, la Cisl.

Tanti anni fa una mia fidanzata dell'epoca, visto che ero sempre in giro per l'Italia per il sindacato, da "assistente politico", non ancora da formatore, chiamava scherzando il mio trolley in alternativa: "Giorgio" o, quando era più arrabbiata per le mie assenze, proprio: "Santini".

Affermava Giorgio nel dicembre 2010, quando veniva eletto segretario generale aggiunto nazionale della confederazione:

"Siamo in un tempo difficile sotto molti punti di vista, franano verso il basso i rilievi alti della vita politica e sociale, la cultura del riformismo, la fede nello sviluppo progressivo sono parole del Censis. E' un tempo nuovo carico di opportunità e ancor più di insidie. Serve un pensiero nuovo (...)

In questi anni la CISL si è esposta, ha preso sempre l'iniziativa con convinzione, ha ottenuto risultati, che pure qualcuno si ostina ancora a non riconoscere, non si è fatta intimidire dalle violenze verbali e fisiche dei cattivi maestri e degli allievi violenti. 

 Ma, cari amiche e amici, con molta probabilità gli anni che abbiamo davanti saranno se possibile ancora più difficili di quelli che abbiamo alle spalle!! 

Dobbiamo continuare su questa strada, servirà ancora per molto tempo una CISL che continui ad esporsi, ad essere trainante con le proposte intrecciando sempre concretezza degli obbiettivi e responsabilità nel creare le condizioni e le alleanze perché si possano realizzare (...) 

E ancora: "Se necessario dovremo anche saper "remare controcorrente", perché dobbiamo essere consapevoli che se la Cisl rimanesse ferma, lavoratori e pensionati sarebbero trascinati irrimediabilmente indietro. (...)

L'intervento di Giorgio entrò nel vivo: "DOBBIAMO RAFFORZARE ANCORA LA CISL, AFFINCHE SAPPIA DIVENTARE SEMPRE PIU UN SINDACATO GENERATORE DI UTILITA' SOCIALE per le persone e le comunità (...)  

In una parola dobbiamo far vivere in decine di migliaia di accordi sindacali e in ogni azione collettiva quotidiana della Cisl quella SUSSIDIARIETA' SOCIALE, riconosciuta oggi in Europa, finanche dal pensiero conservatore, come vera prospettiva vincente per il futuro del Welfare e della coesione sociale. E' un tempo nuovo, in altri termini il tempo di mettersi in cammino per raggiungere nuove mete, che oggi non ancora vediamo, un nuovo umanesimo del lavoro, un'economia a forte trazione sociale fondata su sviluppo, lavoro, diritti di cittadinanza per lavoratori e pensionati, una sussidiarietà socialmente ispirata. 

QUESTA E' LA META, la risposta della Cisl al deserto che cresce, alla società segnata pericolosamente dal vuoto come ci ricordano autorevoli osservatori. 

Sarà questo il nostro cammino collettivo nei prossimi anni, che ci metterà ancora tutti alla prova (...) Far capire ai giovani che la CISL è già oggi una INFRASTRUTTURA SOCIALE DI SPERANZA (espressione di un operatore del nostro Dipartimento - ero io NdR . in risposta all'atto di aggressione di lunedì sera in questo stesso luogo) e che con la loro partecipazione lo può essere in modo sempre migliore è l'obiettivo tra tutti più decisivo per il nostro futuro". 

Alla fine il neo segretario generale aggiunto citò il suo Cammino di Santiago, compiuto qualche anno prima, insieme alla moglie e che non riesco a dimenticare e a mettere in rapporto al cammino che abbiamo compiuto a settembre (mentre arrivavano diffide e querele...) io e mio figlio Jacopo.

Ma torniamo a Santini...

"Voglio concludere con un ricordo personale: nel 2002 decidemmo con mia moglie di percorrere a piedi alcune centinaia di chilometri per arrivare alla Cattedrale di Santiago di Compostela. 

 Ogni cammino deve avere un traguardo per non essere anonimi viandanti. 

Ma ricordo che fin dal primo giorno capimmo che certo era importante il traguardo ma ancora di più il percorso quotidiano, senza il quale non solo non saremmo mai arrivati a Santiago ma avremmo perso il piacere della conversazione, la gioia del silenzio e ancora l'opportunità di incontri ed esperienze. Abbiamo capito che quando si cammina decisivo sapersi aiutare nelle asperità di una salita, nel maltempo, quando si perde la direzione. 

Camminando diventa naturale stare assieme, tenendosi per mano, gesto semplice che racchiude la voglia di dare e il bisogno di ricevere, l'essenza di relazioni umane e sociali positive. 

Ecco, pensando alla nostra Cisl, credo che noi potremo affrontare con successo anche i percorsi più aspri , se avremo sempre obbiettivi chiari, se sapremo viverli pienamente giorno per giorno, se sapremo stare insieme, aiutandoci reciprocamente sempre. 

Con questo stesso spirito, per parte mia cercherò di onorare l'incarico che oggi mi avete affidato, animato da quella che Pablo Neruda chiama un'ARDENTE PAZIENZA

Pazienza. Tutta quella che serve per affrontare e cercare di risolvere i tanti problemi che le sfide del presente e del futuro quotidianamente ci porranno. 

Ardente per non confonderla, mai, con l'appagamento o peggio la rendita di posizione, Ardente perché animata da un fuoco positivo sappia illuminare per vedere sempre dentro i problemi e sappia generare energia e calore per trovare sempre la forza di far crescere le opportunità e sconfiggere i rischi. (...) 

Rileggo il discorso di Giorgio mentre penso, sfinito, alla prima tappa mia e di Jacopo del cammino . Penso alla commozione che mi ha preso nell'oltrepassare con lui il ponte internazionale sul fiume Mino, tra Portogallo e Spagna. 

Dentro di me l'immagine di Alexander Langer, costruttore di ponti, ostinato valicatore di confini... 

Penso alle stelle dell'Europa che ci hanno accolto sull'altra sponda, certo ammaccate e impolverate, ma anche ricche di memoria. 

Come i murales che, sulle sponda del fiume, ricordavano la fine della dittatura di destra di Salazar nel 25 aprile della Liberazione portoghese, quella del 1974. 

Ho spiegato a Jacopo cosa rappresentasse quella (non unica) dittatura della destra fascista all'estremo Occidente dell'Europa... 

Proprio durante quella mattina un paio di notizie del sindacato burocrazia involuta (per dirla alla Bruno Manghi) mi avevano personalmente colpito e disturbato. Avevo barcollato un po' nei miei pensieri. 

Poi ho spento il telefono e ho pensato a Giorgio e a quell'idea da noi condivisa, e proclamata orgogliosamente, di sindacato come infrastruttura sociale di Speranza. 

Un concetto, un orizzonte che dobbiamo, devo tramandare, trasmettere in dono, a Jacopo. 

Come disse Giorgio ci si può perdere durante il cammino, i cammini della Vita. 

È però meglio osare, invece di rimanere fermi. 

È davvero preferibile muovere, quotidianamente, verso l'utopia. Concretamente. Pazientemente. Aredentemente.

Carniti (Pierre, alla francese, in scherno all'autarchia del regime fascista) ci spiegava che il sindacato, quello vero è: "cosa impossibile da dire"

Non si spiega, ma si vive, si testimonia, si condivide. 

Nelle vittorie, così come nelle sconfitte. Nelle discese, così come nelle salite. 

Jacopo, in quella tappa, vedeva che annaspavo sugli ultimi tornanti. 

Ha preso con generosità severa la mia borsa supplementare dei libri, quella per cui mi aveva già giustamente rimproverato. 

La meta, quel giorno, è stata, DA NOI, faticosamente, raggiunta. 

Quella di domani è ancora da inventare. INSIEME, con ARDENTE PAZIENZA.

Questa, è la mia "strategia", questa è, da sempre, la mia (ragione di)  VITA.

Condivisa.

Francesco Lauria 



martedì 28 ottobre 2025

"RESTITUIRE AL SINDACATO LA SUA RAGION D'ESSERE": STRUMENTI PER LA LOTTA, LA CONSAPEVOLEZZA, LA FORMAZIONE

Ieri, nel definire i dettagli dell'impugnazione del mio licenziamento (che avverrà, spoilero, già in data odierna), allargando un po' lo sguardo, discutevo di un fatto, sinceramente incredibile e vergognoso: in un'importante azienda manifatturiera toscana, molto attiva anche a livello di commesse internazionali, c'è stato, in queste settimane, un conflitto, asprissimo, tra i lavoratori e le lavoratrici della ditta di pulizia in appalto, in vista proprio del cambio di appalto stesso, e i sindacati metalmeccanici di settore (non solo aderenti a Cgil, Cisl e Uil, ma anche di matrice postmissina).

Che cosa mai avranno fatto di male questi poveri lavoratori, queste povere lavoratrici?

Niente, hanno richiesto un'assemblea ai sindacati e poi, non avendola ottenuta, l'hanno promossa informalmente dal basso, proprio per discutere insieme e scambiare informazioni sull'imminente cambio di appalto, le clausole sociali possibili, le tutele ed, eventualmente, le azioni da mettere in campo.

Non sia mai! Lesa maestà! Sembra che i sindacati, o chi per loro, (i padri della FLM si staranno rivoltando nella tomba o, in quanto vivi e vegeti, nei loro uffici...) abbiano addirittura preteso la lista dei lavoratori/delle lavoratrici colpevoli di insubordinata iniziativa a tutela dei propri diritti e del proprio posto di lavoro e minacciato sfracelli.. (vi ricorda qualcosa/qualcuno?)

Per un caso della storia, uno dei cinque probiviri Cisl che dovranno approfondire e giudicare domani mattina le violazioni statutarie, regolamentari ed etiche da parte di Daniela Fumarola, Alessandro Spaggiari e Danilo Battista, è Pierangelo Raineri, già segretario generale Fisascat Cisl e attuale presidente europeo di Unicare, sindacato che rappresenta proprio i lavoratori della cura e delle pulizie.

In tutte le centinaia, forse migliaia, di corsi sui valori, la cultura e la storia della Cisl (e del sindacalismo democratico, più in generale) che ho tenuto in questi ultimi venti anni (e quanti ne sono stati annullati negli ultimi mesi/settimane, ad ogni livello), io sono sempre partito dall'accordo Buozzi-Mazzini (Bruno Buozzi, padre socialista del sindacalismo riformista e della Libera Cgil e della Cisl e Giuseppe Mazzini, massima espressione di Confindustria, solamente omonimo del grande patriota risorgimentale...) di inizio settembre 1943.

Spiego sempre ai corsisti e alle corsiste che la firma del Patto Mazzini-Buozzi (o al contrario che dir si voglia) che sancì la ricostituzione, in Italia, almeno in quella liberata, delle commissioni interne nelle aziende, anche, come "agenti contrattuali", portò alla rinascita della democrazia economica nel nostro paese PRIMA della piena riconquista della democrazia politica.

Ci trovavamo, infatti, a cavallo tra il 25 luglio e l'8 settembre 1943, sotto il governo del maresciallo Badoglio, ancora alleati dei nazisti.

Perchè scrivo questo?

Perchè penso che sia fondamentale, nella formazione sindacale, ricostruire la storia del movimento dei lavoratori non solo dai congressi e dal succedersi delle classi dirigenti (più o meno illuminate...), ma anche e soprattutto dalle modalità concrete attraverso le quali si organizzano i lavoratori e le lavoratrici, nel sindacato, come sui posti di lavoro.

Riflettere, infatti, sulle commissioni interne prima, sui consigli di fabbrica poi e sulle Rsu/Rsa oggi è fondamentale per comprendere l'azione (il declino?) del sindacato in Italia.

Negli ultimi due mesi, insieme al canale "Rosso fastidio" (un canale di ispirazione socialista, come Buozzi...) abbiamo promosso tre incontri, i primi due davvero molto seguiti, il terzo appena pubblicato su Youtube:

Un primo momento sulle "culture sindacali della Cisl":

Un secondo momento, il più seguito in assoluto, sul caso Cisl vs Lauria, cercando di non fermarmi alla mia personale vicenda, ma partendo da quanto da me vissuto (dolorosamente) per allargare il campo di riflessione e di prospettiva (moltissime delle riflessioni, anche storiche e culturali, mi sono state contestate disciplinarmente):


Due giorni fa è uscita la terza puntata, un dialogo a tre voci tra Filomeno Viscido, il sottoscritto e Dionisio Masella, storico delegato Fim Cisl ed Flm nel consiglio di fabbrica dell'Alfa Romeo di Arese, dirigente per trent'anni della Fim Cisl di Milano, tra i fondatori, con Piergiorgio Tiboni, prima della Flmu e poi della Cub.
Il tema: l'evoluzione del sindacato italiano (e dei suoi organismi di rappresentanza dei lavoratori sui posti di lavoro e nel territorio) dalla svolta dell'Eur (febbraio 1978, con qualche "passo all'indietro") all'era della concertazione (luglio 1992-luglio 1993):


Riflettere e dibattere (anche su posizioni articolate, io e Dionisio non concordiamo su tutto) è il sale della lotta politico-sindacale, ma anche della formazione: come affermava Platone è, infatti, dal confronto (talvolta dallo scontro) delle idee che scaturisce la verità (non per forza, diremmo oggi, assoluta...)

Insomma, pensando ai lavoratori delle pulizie in appalto dell'Hitachi a Pistoia, mi è venuto in mente lo sloga del dodicesimo congresso della Fim di Milano, tenutosi al Teatro delle Erbe (quando a guidarla, alla fine dell'aprile del 1989, erano, ancora per poco, Tiboni e Masella...): "Restituire al sindacato la sua ragion d'essere".


Nel bellissimo e ricchissimo speciale pubblicato dalla Cub di Milano a sette anni dalla scomparsa di Piergiorgio ritrovate una foto di quel congresso, oltre alla mia "storica" intervista a Tiboni del 2010, poi pubblicata l'anno successivo nel volume: "A tu per tu con il sindacato", edito da Giuffrè, in cui Tiboni ripercorre tutta la sua ricchissima esperienza sindacale e sociale, nata nelle valli bresciane, proseguita con Pierre Carniti nella Fim di Milano, conclusa nella Cisl con il commissariamento sempre della Fim di Milano ed il suo licenziamento nel 1991, proseguita con la fondazione (presso i locali Cisl di Via Tadino!) della Flmu e della Cub (Confederazione Unitaria di Base).
Una Cub che, nel valorizzare le categorie e i territori, riprende molti, non tutti, gli aspetti della cultura sindacale della Cisl delle origini...

Ecco, nell'impugnare il mio licenziamento nullo, illegittimo, discriminatorio, nonché manifestamente gravatorio e ritorsivo, ho pensato, non tanto a me, quanto ai lavoratori e, soprattutto, alle lavoratrici delle ditte delle pulizie in appalto, in tutto il Paese, in tutta Europa, in tutto il Mondo.

Circa quindici anni fa c'era chi nella Cisl (con anche il supporto del segretario generale di allora Raffaele Bonanni; Raineri, bisogna essere onesti, invece a questo disegno si oppose e me ne accennò pure sulle scale di Via Po 21... d'altronde i lavoratori e le lavoratrici delle pulizie li rappresentava già) proponeva che chi pagava tessere più alte economicamente, contasse, congressualmente di più e i lavoratori delle pulizie aderenti alla Cisl, che hanno salari poverissimi come tutti i lavoratori del settore, ne sarebbero stati penalizzati, oltremisura.

Un abominio, per fortuna mai andato in porto, che rappresentava l'esatto contrario di quanto proposto al congresso della Cisl del luglio 1969 (quello famoso del: "potere contro potere" e della decisione sull'incompatibilità assoluta tra cariche sindacali e cariche politiche) da Maresco Ballini, allievo di Don Lorenzo Milani e del Centro Studi Cisl di Firenze fin dai tempi della presenza del sacerdote a Calenzano (nella piana industriale tra Prato e Firenze) e sindacalista tessile.

Ecco, restituiamo al sindacato la sua ragion d'essere: come affermava Antonio Gramsci, non possiamo rimanere indifferenti perchè: 
"Chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita".

Francesco Lauria

P.S. Questo articolo è dedicato alla Rdp (Rappresentanza del Personale) di Via Po 21, sedi limitrofe e Centro Studi Nazionle Cisl di Firenze, affinchè si ravveda o, in caso contrario, si dimetta.
Ho fatto parte, fino a pochi mesi fa, di questa rappresentanza, essendo stato eletto da lavoratrici e lavoratori e, sinceramente, non la riconosco davvero più (in ogni senso, letterale e non...).

lunedì 27 ottobre 2025

CISL IL LICENZIAMENTO E' (PSICO)POLITICO:" ALL EYEZ ON ME" (2PAC) - "CONDIVIDERE LA VITA" (IVO LIZZOLA)


ALL EYEZ ON ME  2PAC

Tutti gli occhi su di me

Tutti gli occhi su di me

Ma sapete cosa?

  • (...) Scommetto che sei confuso, non sai di chi fidarti
    Così tanti fratelli che cercano di suonare come noi
    Dicono che sono pronti per il funk, ma non credo che lo sappiano
    Direttamente nelle profondità dell'inferno, è dove questi codardi stanno andando
    Bene, sei ancora con me? 
  • Chi (con un po' di pelo sullo stomaco...) volesse continuare ad aggiornarsi con tutti i documenti (anche di parte aziendale!) sul mio caso/caso Cisl può accedere al meritorio e documentatissimo sito: SINDACALMENTEhttps://sindacalmente.org/content/il-caso-lauria-diventa-caso-cisl/
  • Ma allarghiamo lo sguardo che comincio a stufarmi persino io (non fosse altro che ho appena completato sul sito dell'Inps la domanda di NASPI...)
  • Devo totalmente a mio figlio Jacopo la scoperta, grazie anche ad un bel film che abbiamo recentemente guardato insieme, di 2Pac Shukur, il rapper afroamericano, di grandissimo successo, ucciso, ancora senza colpevoli, nel 1996.
  • La storia di 2Pac, tutta, quella di vita, non solo l'intensissima carriera musicale e cinematografica, ci parla di privazione e solitudine, maternità e droga, paternità assente, rivolte per l'emancipazione dei neri americani, violenza e poesia.
  • Ci parla di temi, senza dubbio controversi, anche di violenza di genere, di dono di sè per gli altri, ma anche dell'incapacità di liberarsi dalle catene e dalle pressioni della notorietà.
  • Al di là che fosse un cantante, attore, producer di grandissimo talento (è stato assassinato giovanissimo) 2Pac era anche un figura, difficile, e lui non lo negava, di grande cultura, di grande anima, di grande cuore.
  • Suggerisco di guardare il film insieme ai figli adolescenti (l'opera non è poi così violenta come appare da qualche moralistica e ridicola recensione), discuterne, capire insieme.
  • Cantare e ballare insieme, proprio a partire cosa significhi: "All eyez on me" - "Tutti gli occhi puntati su di me", tema molto importante rispetto alle pressioni sui nostri figli adolescenti, nell'"era della performance". 
  • Teniamolo a mente l'ultimo successo di 2Pac ancora in vita, omonimo dell'ultimo album uscito non postumo e che ha superato, dopo la morte del rapper, i 10 milioni di copie vendute.
  • Ma chi volesse allargare lo sguardo dovrebbe, necessariamente, leggere con grande attenzione anche il saggio di Byung-Chul Han: "Psicopolitica".
  • Scrive il saggista e filosofo sudcoreano: "La libertà sarà stata solamente un episodio,"
  • Scrive, a commento del libro, Il Sole 24 ore (non il Manifesto o Liberation!):
  • "Stiamo passando dal dominio della biopolitica di Foucault, nell'era del capitalismo industriale, a quello della psicopolitica teorizzata da Han, funzionale al capitalismo della sorveglianza".
  • Lo ripeto: "capitalismo della sorveglianza".
  • Cosa aggiungere a commento?
  • "Nel panottico digitale del nuovo millennio - con internet e gli smartphone - non si viene torturati, ma twittati o postati: il soggetto e la sua psiche diventano produttore di masse di dati personali che sono costantemente monetizzati e commercializzati".
  • Ma, soprattutto: "La libertà, oggi, va incontro a una fatale dialettica che la porta a rovesciarsi in costrizione: per ridefinirla è necessario diventare eretici, rivolgersi alla libera scelta, alla non conformità".
  • Insomma, sabato sera (ma anche ieri, le testate, incredule, mi contattano) la Cisl nazionale, tramite il suo Ufficio Stampa, ha inviato un comunicato, a mio parere, delirante e, certamente, violento.
  • Chi scrivesse che il mio: "licenziamento è politico" sarà dalla Cisl immediatamente denunciato e citato per danni.
  • Aggiunge poi la Cisl che io avrei minacciato persone, colleghi, etc.
  • Ma dico, anche volendo, considerando che il 99% dei miei colleghi e colleghe, terrorizzati non da me, ma dalla confederazione e dalle possibili ritorsioni, nemmeno mi rivolge più la parola, come avrei fatto?
  • Io non ho mai minacciato nessuno in vita mia.
  • E tutta la segreteria confederale: Daniela Fumarola, Sauro Rossi, Ignazio Ganga, Mattia Pirulli, Giorgio Graziani, Andrea Cuccello non può che essere querelata per diffamazione aggravata a mezzo stampa e, direi, anche calunnia, oltre che, ovviamente, deferita ai probiviri confederali avendo violato, senza alcun dubbio e per l'ennesima volta, non solo la legge, ma anche lo Statuto, il Regolamento e il Codice Etico, i valori fondativi della Cisl.
  • Non credo che basteranno i 5 anni di allontanamento dall'organizzazione di questi soggetti (questa è la pena massima) per riparare una Cisl: "frantumata".
  • In questi giorni ho ripreso in mano un libro preziosissimo scritto da uno degli autori degli appelli alla Cisl a mio sostegno, rimasti senza risposta: il prof. Ivo Lizzola.
  • Nel suo "Condividere LA VITA. Legami, cura, educazione", Lizzola ci ricorda che è tempo di pensare l'educare come tempo dell'incontro.

  • Sono due le dinamiche ci ricorda il docente bergamasco - quella dell'affidamento reciproco e quella della rideclinazione della storia di vita - che avvicinano le relazione educativa alla relazione di cura.
  • Mi scriveva, nella sua bellissima dedica (sono un po' vanesio, lo ammetto...) nell'aprile del 2019: "A Francesco che cerca e che si affida, che ha bisogno di credere, e desiderio di capire, che tiene aperti i sentieri per altri..."
  • Proviamo, quindi, un po' come faceva, a modo suo, 2Pac e come ci suggerisce Ivo, a raccontare, narrare una: "tessitura di vita e di futuro".
  • Dobbiamo, un po' come nella cultura giapponese, imparare a rimettere insieme, a reincollare i frammenti, "storie che si fanno storia..."
  • Se ci avesse provato davvero, forse 2Pac sarebbe ancora vivo e ci avrebbe regalato ancora tanta arte, tanta musica vera. Tanta anima/soul.
  • Dopo un licenziamento (psico) politico dopo il silenzio complice subito ieri a Pisa e le minacce/violenze cieche subite, invece in ogni luogo, io, al contrario, in direzione ostinata e contraria, voglio ancora: "condividere la vita, creare legami, prendermi cura (I CARE! WE CARE!).
  • E non saranno le desolanti, aride, ridicole, controproducenti stupidaggini di un'intera dirigenza sindacale che merita solo di essere dimenticata a riuscire a farmi desistere.
  • Concludendo: "Al lavoro (anche da disoccupati! :-) e alla lotta!"
  • Francesco Lauria
  • P.S. Questo articolo è dedicato a Jacopo (che ogni giorno mi chiede: "quando esce il pezzo su 2Pac?"), Aida e Marta, nella Speranza ("sogno da compiere da svegli", come ci ricordava PIERRE Carniti) che ritessano, reincollino, ricostruiscano insieme, un mondo migliore del disastro di guerra/guerre che stiamo, tutti/e quanti/e lasciando loro in eredità...  
  • Mettiamoci: "negli occhi dell'altro/a", guardiamoli, abbracciamoli (per davvero, non per finta) i nostri/le nostre bambini/e, ragazzi/e. Diceva Victor Hugo che è possibile vivere: "Come se lo sguardo avesse il potere di creare la cosa che desidera". 
  • Il mio ultimo libro è stato intitolato: "Prospettive sindacali " su scelta di Edizioni Lavoro. Ma avrebbe dovuto risuonare, invece, così: "Sguardi nella Cisl".
  • Sguardi non di sorveglianza, ma di Cura e, perchè no, è un termine che usava spesso Giulio Pastore, Amore reciproci.