giovedì 6 novembre 2025

IL "MAGNIFICO" PINO E SERGIO, IL PAPPAGALLO PARLANTE. LA CISL E LA RIVOLUZIONE PERSONALISTA (MARITAIN E/O MOUNIER?) - Prima Parte

Barzelletta Dantoniana (con qualche adattamento...)

 

Un giorno Pino ha appena trionfalmente terminato i propri importanti impegni di Magnifico Rettore Telematico (e a proposito, in generale, di Università Telematiche, consiglio vivamente una delle tante puntate di Report sul tema: https://www.raiplay.it/video/2024/04/Il-pezzo-di-carta---Report-28042024-937deff2-928d-4717-ab10-fba084d70b30.html )

Pino, sentendosi molto "Giusto" (Giustino, va...) e "Fortunato", decide di farsi un regalo.

Vuole acquistare, con tutte le sue forze, un pappagallo parlante: ha bisogno, infatti, di qualcuno che gli ripeta, ogni santo giorno, quanto è: "bravo, colto e bello".

Pino il Magnifico, dopo aver attraversato il lungomare di Salerno, entra quindi, speranzoso, in un grande negozio di animali.

Lo accoglie l'anziana proprietaria che, passato quello delle iguane e dei serpenti, lo introduce subito al settore dei pappagalli parlanti.

Ce ne sono tantissimi, ma Pino che, come è noto, predilige (per sè) il meglio, subito ne adocchia uno all'angolo sinistro della stanza del negozio.

E' sontuoso, luccicante, giustamente imponente. Magnifico.

Pino pensa tra sè e sè (e con chi altri...?): "Questo pappagallo è proprio bellissimo, sontuoso, petto in fuori, mi somiglia davvero.."

Chiede qualche lume all'anziana signora...

"Caro Magnifico - gli risponde l'anziana avventrice -  questo pappagallo è un modello deluxe, proviene dal Brasile, è certificato ISO 9001 e parla correntemente quattro lingue...

"Ah - le risponde subito il Magnifico che, notoriamente, è anche un po' tirchiarello, quanto costa?

"Guardi - gli risponde l'anziana signora - per Lei che è Magnifico, posso fare uno sconto, sono mille euro."

Il Magnifico Pino sta (con un po' di apprensione) per mettere mano al portafoglio, quando, dall'altro lato del negozio, il suo sguardo è rapito da un altro pennuto.

E' ancora più sontuoso.

"Aspetti, aspetti!, dice il Magnifico alla venditrice di animali, non mi incarti il primo, mi parli di quello là, sulla destra...!

"Caro Magnifico, risponde paziente la venditrice, Lei ha davvero buon gusto, si vede che è Rettore (nel senso telematico, non della cantante Donatella, anche Lei esperta di animali, ma per quelli, i cobra, bisogna andare nelle stanze precedenti del negozio...)

Questo Pappagallo è un esemplare unico nella sua specie, viene anche lui dall'Amazzonia, ha tutte le certificazioni (telematiche?) ma è così intelligente che si gestisce tutto da solo, fa persino il bucato...

A questo punto Pino che non è proprio bravissimo nelle faccende di casa (per fortuna, anche se la cosa, mi rendo conto, è un po' sessista, ci sono le mogli...) comincia a sorridere tra sè e sè (e con chi altri?)

"E mi dica, mi dica -  chiede Pino il Magnifico alla venditrice di serpenti (cobra) e di pappagalli - non sarà mica anche costituzionalista?

Ma certo, signor Rettore (sempre telematico...) è un insigne costituzionalista e, inoltre, parla correntemente sette lingue, è quasi meglio dell'intelligenza artificiale.

Ma è Fantastico! Fantastico! Esclama, pieno di gioia, il Nostro...

E, mi dica, con lo sconto Rettore Telematico, quanto costa questo esimio pappagallo parlante?

Guardi, per Lei che è Magnifico, posso fare, scaricando anche l'Iva (quella non telematica...) duemila euro.

Pino, ha un momento di mancamento, per un Magnifico come lui duemila euro sarebbero spiccioli, ma, come abbiamo detto, è un po' tirchiarello.

Mentre tergiversa un po' e il suo pensiero magari si rivolge, alla ricerca di qualche contributo, che ne sò, alla Fondazione Giambattista Vico, il suo sguardo è incuriosito da un altro pennuto, che se ne sta, per i fatti suoi, in un altro angolo del negozio...

E' molto più tarchiato degli altri due, ha un tatuaggio sulle penne ed è tutto trasandato, spelacchiato...

Pino si avvicina e si accorge che ha anche un occhio di vetro.

Senta, ma quante lingue parla, per curiosità, questo altro pennuto?

Guardi signor Magnifico e signor Rettore, in realtà questo pappagallo parla solo il dialetto cilentano di montagna...

Nooo!!!, risponde il Magnifico colmo di stupore.

E non ha nessuna certificazione?

Guardi, in sincerità, dicono abbia fatto le scuole elementari, parecchi anni fa, (è pure ripetente, ci ha messo molti "mandati"), ma non ne abbiamo certezze, si sono smarrite le carte.

E mi dica, mi dica, ha qualche dote particolare?

No, nessuna, anzi, è pure un po' antipatico, presuntuoso e spocchioso. In passato è stato, tra i pappagalli, anche un politico, ma non ha avuto particolare fortuna.

Ah, esclama il nostro. Mi ricorda qualcuno (e chi altri?)

E, mi dica, mi dica, quanto costa codesto pennuto che parla solamente in cilentano di montagna?

"Signor Rettore, per questo non posso applicare nessuno sconto. E' tassativamente negato dal proprietario del negozio".

Sono (non telematici...) cinquemila euro... Il pappagallo si chiama Sergio.

Nooo, esclama il Magnifico, ma guarda che coincidenza, proprio come un mio caro amico che sta a Palermo!

E, mi dica, mi dica, ma come mai lui che è quasi analfabeta, spocchioso, vanesio e malandato, costa così tanto?

Eh.... risponde l'anziana signora.

"Di preciso non saprei. Ma deve sapere - aggiunge con un sospiro - che gli altri due...

Gli altri due...? Interrompe, curiosissimo, il Nostro...

Termina l'anziana signora: 

"Gli altri due... lo chiamano... esimio...: 

                                    SEGRETARIO GENERALE!!!"

                                     (Fine della prima puntata...)

mercoledì 5 novembre 2025

UNO PIU' UNO NON FA DUE: LA FIM CISL TRA RONCONE (ROBERTA) E MORELLI (PIPPO): chi se ne va e chi non morirà mai.

Vecchia barzelletta sovietica:

Stalin chiama Roosevelt: "Ho fatto un sogno bellissimo stanotte! Ho visto la bandiera rossa sulla Casa Bianca!"

Roosevelt: "guarda si da proprio il caso che anche io ho sognato di vedere una grande bandiera rossa sul Cremlino, con una scritta in lettere dorate."

Stalin: "cosa diceva la scritta?"

Roosevelt " non ho idea, non leggo il cinese ;)"

Di Roberta Roncone (chi volesse averne una immagine patinata e, a mio parere, totalmente fuorviante (edulcoro, non ho voglia di una sua terza querela), può, comunque solo se dotato di grande pelo sullo stomaco, visitare il sito web: www.robertaroncone.it  

Chi volesse, al contrario, farsi un'idea più precisa e, a mio parere,  minimamente reale, può leggere, invece, prima queste mie riflessioni (che sono, di gran lunga, l'articolo più letto del mio blog da quando, anni e anni fa, l'ho aperto): https://fiesolebarbiana.blogspot.com/2025/10/gli-insindacabili-cisl-n5-roberta.html 

e poi queste: https://fiesolebarbiana.blogspot.com/search?updated-max=2025-10-27T21:14:00-07:00&max-results=13

 
Roncone, stra-sorridente, il 20 maggio 2022, 
nel giorno della sua elezione nella segreteria della Fim Cisl Lombardia

Qualora non siate svenuti o, comunque, espletato l'eventuale intervento del personale sanitario, possiamo proseguire e affrontare le ultime novità.

Mentre Roncone operava, a mio parere (e, direbbe il consolidato duo Battista-Spaggiari, "secondo le evidenze") in piena, progressiva e cordiale sinergia con la Cisl nazionale, suo EX SINDACATO, la sventurata e del tutto gratuita azione di dossieraggio, killeraggio, diffamazione, calunnia (etc.) nei miei confronti, si consolidavano i suoi incarichi nella Fnp Cisl Nazionale, guidata ora dal suo storico mentore Roberto Pezzani.

Roncone, infatti, sia lavorativamente che sindacalmente, proviene originariamente, come Pezzani, dal pubblico impiego non, come molti credono, errando, ma è oggettivamente difficile starle dietro, dai metalmeccanici).

Per non farla troppo lunga Roberta Roncone è stata braccio destrissimo di Marco Bentivogli (quando era segretario generale della Fim Cisl), in quanto potentissima e vicinissima segretaria nazionale organizzativa (posto da dove, come ben sanno anche miei amici formatori della Filca Cisl Nazionale, monitorava, impresa titanica, tutti i post sui social critici verso il suo segretario generale, prendendo anche diverse cantonate, ad esempio confondendo gli omonimi...)

Si è poi dimessa (in un consiglio generale abbastanza teso, cui ho assistito di persona, in cui, dal palco, ha smentito le solite voci di corridoio di essere incinta) dopo essere stata, parecchi mesi, in aspettativa.

Roncone è poi tornata al lavoro in un comune del bresciano, tornando, infine, nei metalmeccanici, ripartendo dal basso (e questo mi incuriosì molto all'epoca, quasi ammirato, quanto sono ingenuo...)

Dopo essere stata operatrice, se non erro, della Fim Cisl di Verona, nel maggio 2022, Roncone, dalle tante vite (sindacali) come i gatti, è entrata nella segreteria regionale della Fim Cisl Lombardia, guidata dall'uomo di vera montagna, altro che Benaglia e Uliano, e di buone letture (almeno un tempo, non so se ora si è adeguato...) Mirko Dolzadelli.

In quella vesta ha interagito varie volte con me, sempre in maniera positiva, prima, insieme alla mia (anche attuale) amica Adriana Coppola, presso la sede della Cisl Lombardia, per il corso giovani Fim Lombardia, guidati da un giovane Pastore (bergamasco originale  e non parente...) e poi a Barbiana, presso i luoghi di Don Lorenzo Milani.

E' meno noto che, quasi dalla sera alla mattina, Roncone abbia qualche tempo fa lasciato tutte le cariche presso la Fim Cisl e sia trasmigrata in Spagna con la figlia Aida, e il compagno Roberto Todaro, anche lui dirigente Fim Cisl che, mi dicono, ha anche lui lasciato, non proprio serenamente, l'organizzazione che fu di Pierre Carniti, Bentivogli (in questo caso mi riferisco a Franco) e Pippo Morelli.

Morelli ha scritto, davvero, le pagine più interessanti, mai pubblicate, (si veda, pubblicità, il mio volume: "Sapere, Libertà, Mondo", sulla necessità, per i sindacalisti e le sindacaliste, di non abbarbicarsi burocraticamente nel sindacato e di essere pronti, forti del bagaglio professionale ed esperienzale maturato, a misurarsi fuori, nel mercato del lavoro.

Chissà cosa avrebbe penato degli andirivieni della nostra paladina...

A seguire il suo sito, la sua newsletter e le sue pubblicazioni, Roncone, pare, ora, occuparsi, professionalmente, di contrasto alla violenza di genere (e sì, sono sempre io, quello ingenuo...)

Il mio di mentore (ognuno si sceglie i propri...), l'ex segretario generale aggiunto Cisl ed ex senatore Giorgio Santini, mi ha riferito, ormai tanti anni fa, che un vecchio delegato veneto definiva la Fim Cisl così: "Fu, Impresa Memorabile".

Pochi mesi fa il ritorno, inatteso e trionfale della "nostra" in Cisl come: assistente politico, responsabile comunicazione (e non c'è scritto sul sito, di fatto anche come referente politico per la formazione sindacale) e, se non erro, anche responsabile degli organi collegiali, della Fnp Cisl nazionale, guidata dal picchiatore (colui che, a Parma, ha picchiato) Roberto Pezzani (sarà il nome?, non me ne voglia Benaglia...).

Tutto (o quasi, ma credetemi sulla parola...) verificabile qui: https://pensionati.cisl.it/segreteria-generale

Come è noto ho (a mia volta) querelato Roberta Roncone (insieme a Pezzani, Fumarola e all'ex segretario generale della Fim Cisl di Parma e Piacenza, - dimessosi e fuoriuscito dall'organizzazione Daniele Fippi, per reati gravissimi, in alcuni casi, anche procedibili di ufficio.

Ho, ovviamente,perchè credo nella democrazia associativa, anche deferito Roncone (più volte) presso i probiviri confederali (devo dire che, visto il Cv della ex sindacalista modenese, avevo l'imbarazzo della scelta per individuare il collegio competente...)

L'avvocato della Cisl (anche lui uomo davvero per tutte le stagioni) Maurilio D'Angelo, a latere dell'audizione disciplinare (l'ultima, sic!) in Via Po 21 lo aveva confidato alla mia avvocatessa Daniela Breschi.

Ma io che di D'Angelo tendo a non fidarmi (e chi potrebbe nelle mie condizioni?) non gli avevo creduto.

Ebbene, Roberta Roncone, ex segretaria nazionale organizzativa Fim Cisl ed attuale factotum (pur dall'estero) della segreteria generale nazionale Fnp Cisl: NON E' (PIU') ISCRITTA ALLA CISL.

Siamo a novembre inoltrato, anno 2025, primo ERA F. (non ERA Fascista di antica memoria, intendo Era Fumarola e, pur considerando l'attuale segretaria generale della Cisl di destra, sindacale e politica, non sono sinonimi) non può essere una dimenticanza, ma una scelta deliberata.

Peraltro spulciando la sua biografia che la stessa Roncone pubblica sul suo portale la "nostra" (in questo caso le virgolette sono proprio d'obbligo) cita precedenti esperienze in un: "generico sindacato", senza mai nominare la Cisl.

Ieri ho consultato il mio consueto team giuridico di probiviri ed ex probiviri che mi assiste tecnicamente (e umanamente) nei miei vari ricorsi.

E' controverso se l'attuale mancata iscrizione alla Cisl (ovviamente non all'Fnp!) di Roncone sia una manifesta violazione statutaria (in questo caso operata dal mentore Roberto Pezzani) o, semplicemente, un fatto inaudito, incomprensibile, politicamente e sindacalmente deprecabile.

Saranno, a questo punto, gli iscritti, i militanti, gli Rls, i segretari (periferici e non), la segreteria nazionale Fnp Cisl a valutarlo, in piena autonomia e legittimità (suggerisco di non agire nei corridoi, ma di palesarsi pubblicamente, l'indirizzo mail della segreteria generale Fnp Cisl e di Roncone, sono pubblici nel web...)

Eventualmente anche la segreteria confederale della Cisl (sempre che, nel frattempo, non venga sospesa cautelativamente, a causa, sempre, dei miei vari ricorsi...) potrà espletare (copirght Battisti - Spaggiari) le proprie considerazioni in merito.

Spiegava il grande sociologo fimmino e cislino, mio "zio" acquisito Bruno Manghi nel suo ancora attualissimo volume, edito da Il Mulino, "Declinare crescendo. Note critiche dall'interno del sindacato" (un testo che, oggi, nella Cisl, gli sarebbe valso almeno 50 contestazioni disciplinari, un licenziamento per giusta causa e chissà cosa altro...)


"Quando si comincia a vedere nel proprio mondo la traccia di un declino, viene qualche volta in mente che lo scoramento o il gusto polemico ci stiano inducendo in errore, quasi si traesse soddisfazione da una critica distruttiva.

Desidero invece che queste note siano lette come appartenenti al sindacato e che, al di là della loro plausibilità, sappiamo tradire il legame profondo e personale con questa esperienza collettiva (...)

Le difficoltà dell'oggi si esprimono anzitutto attraverso il raffreddamento delle speranze, mettono in discussione l'identificazione collettiva e l'intensa solidarietà che hanno segnato la vita di molti. (...)

Esso ferisce l'esperienza sindacale nel cuore e nella ragione. Nel cuore perchè impoverisce le grandi capacità di dedizione che animano il sindacato, nella ragione perchè ad essa sostituisce il senso comune, il torpore intellettuale delle frasi fatte e della rassegnazione" (...)

Non è un caso (parlo di questo così per mettere a suoi agio Roberta Roncone) che tutta la mia incredibile, straripante, tristissima vicenda nasca da sei telefonate non risposte, all'inizio del mese di maggio, proprio di Bruno Manghi a Daniela Fumarola e da un (unico) messaggio whatsup, inviato a nome di Bruno, proprio (ahinoi!) a Fumarola.

Il silenzio gelido che ne è seguito è il segno di un declino, in questo caso, senza crescita alcuna.

Francesco Lauria (no, ieri, nonostante, da Via Po 21, abbiate mobilitato i "Faraoni" non mi avete impaurito. Neanche un po').

P.S. 1 Ieri, a Parma, la mia città, ho avuto il privilegio, IMMENSO, di conoscere meglio una grande (e vera) donna della Fim Cisl. Mi sono immerso nei suoi occhi stanchi, provati, eppure (non mi querelerà) bellissimi. Da lasciare senza parole e senza fiato. 

Io di quegli occhi, di quel cuore, di quell'anima, di quelle ragioni, di questa donna eccezionale, ferita, non doma, sarò sempre, disinteressatamente a fianco. 

In silenzio o, se lo vorrà, gridandolo dai tetti, come ci insegna il Vangelo. 

Senza mai prevaricare, con l'impegno e il rispetto di una comune rigenerazione,  co-vissuta nella fragilità di una vulnerabilità condivisa

Di un NOI solidale e nonviolento. 

Dovessi buttarmi nel fuoco dell'inferno, senza alcuna protezione. 

Tenetelo, fin da ora, presente.

P.S. 2 "Uno più uno non fa due" è un libro, interessantissimo e scompaginante, della mia amica (parmigiana acquisita) Chiara Marchetti. Suggerisco a tutti/e di approfondire una bellissima storia di umanità inclusiva e co-educante sul quarto podcast della rivista online Il Progetto. Rivista da me rifondata e diretta. Chi ha il coraggio, impudico, di negarlo, ne risponderà.

Ecco il link: https://ilprogetto.fondazionetarantelli.it/podcast/podcast-n4-il-progetto/

martedì 4 novembre 2025

"NESSUNO RESTERA' IMPUNITO" (e, invece, mi sbagliavo...): ANDREA BENVENUTI (direttore di EDIZIONI LAVORO) e non solo...

Verso la fine dell'estate, mosso da roboante incazzatura (mi si scusi il francesismo...) scrissi un feroce e ottimista post sui social dal titolo: "DIFFIDA DA EDIZIONI LAVORO - NESSUNO RESTERA' IMPUNITO".

Si tratta di uno dei miei testi più controversi, per il quale ho ricevuto anche una serie di critiche da amici (poi in gran parte ritirate e ritrattate...) poichè avevo denunciato la doppia (o tripla se consideriamo eventuali consulenze?) retribuzione del direttore di Edizioni Lavoro - redattore di Conquiste del Lavoro: Andrea Benvenuti (qui ritratto in una foto quasi giovanile e "nordpugliese...")

La critica a me rivolta era relativa all'aver comunicato una notizia ampiamente nota in Cisl (specialmente nei famosi corridoi...) e cioè il precedente doppio divorzio di Andrea.

Ho precisato subito che nella mia comunicazione non vi era nulla di moralistico (anche io sono felicemente separato da mia moglie da circa un anno), ma che essa era connessa allo stato di necessità del direttore della storica casa editrice della Cisl.

Andrea, infatti, mi aveva scritto un messaggio whatsup (che ovviamente conservo gelosamente) in cui mi aveva raccontato dei tanti problemi che aveva dovuto passare: "a causa mia".

Causa mia si intende ovviamente a causa della pubblicazione e diffusione del mio ultimo libro: "Prospettive Sindacali" e della, finora mancata, pubblicazione del libro sulla storia della Cisl di Guido Baglioni, ora annunciatami in forma scritta per Natale: "come previsto" (a volte la soglia del pudore è davvero bassa, bassissima...)

Poi Andrea, dopo un'amicizia costante e significativa durata decenni, è completamente sparito, salvo palesarsi con improbabili diffide (peraltro non formalmente firmate, come giustamente hanno notato i probiviri confederali Cisl, da me interpellati sul punto...).

Andrea ha sfiorato Marco Lai con la ormai celebre in tutta Europa contestazione disciplinare della famosa foto del calcetto, imputandomi, pur con cedola ufficiale fornitami allo scopo proprio da Edizioni Lavoro, di aver promozionato troppo bene e troppo in fretta, peraltro tra i soli intervistati, dirigenti apicali cislini, il libro: Prospettive Sindacali.

Un libro che sembrava essere andato esaurito, ma che, invece, omaggi inclusi, viaggia solo sulle 600 copie vendute su 1000 stampate, perchè, a detta della stessa Edizioni Lavoro, misteriosamente, a inizio/metà settembre sono arrivate improvvisamente disdette di ordini di strutture Cisl, già annunciati/deliberati/firmati...

Tornando a noi, come ho spiegato con pazienza ad amici ed amiche (anche comuni ad Andrea) io ho scritto dei precedenti suoi divorzi (pur dandogli atto di aver gestito in maniera davvero encomiabile l'affidamento quasi esclusivo dei due figli e da padre separato so cosa vuol dire...) per spiegare che lo stesso Andrea, come indirettamente ammesso anche al sottoscritto, non era in grado, a mio parere, di reggere le pressioni subite (e da lui anche ammesse di propria iniziativa e in forma scritta) e di tenere la barra dritta (cosa che, purtroppo, si è immediatamente verificata...)

Sta qui proprio la speranza di essere querelato (senza vero fondamento giuridico eh) da Andrea in modo da aiutarlo a liberarsi dei suoi "persecutori", essendo io così costretto a dimostrare le mie ragioni, anche in Tribunale.

Credo di essere riuscito nell'intento (non ne sono del tutto sicuro), ma, nel frattempo, soprassedendo solo per ora con le cause risarcitorie e penali, che comunque saranno prioritariamente rivolte alla casa editrice per cui ho scritto e curato diciassette libri (sarà il numero...) ho deferito Andrea Benvenuti ai probiviri confederali. 

Andrea Benvenuti, sul suo profilo pubblico facebook,  rivendica, tra le prime informazioni fornite, la propria appartenenza alla Cisl (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori).

Essendo io persona oculata e preveggente, conoscendo il mio "pollo" ho anche premesso, all'interno del mio ricorso, che non ero sicuro che il direttore di Edizioni Lavoro Andrea Benvenuti fosse iscritto alla Cisl.

Non mi sbagliavo.

Ieri i probiviri confederali, senza entrare nel merito, anzi non ritenendolo inammissibile, hanno dovuto archiviare il mio ricorso poichè: "Andrea Benvenuti, nel 2025, non risulta iscritto alla Cisl".

Siamo a novembre inoltrato, non può trattarsi di una dimenticanza.

Non si tratta, nemmeno, di un segno di pluralismo interno e culturale, perchè Edizioni Lavoro non ha assunto, ad esempio, Gaetano Sateriale (fatto villanamente fuori da Maurizio Landini da direttore di Ediesse/Futura, casa editrice della Cgil), ma è diretta da un cislino che ha, semplicemente, dimenticato di esserlo e di rivendicarlo.

Andrea, che con Marco Bentivogli, nel 1990 ha partecipato al movimento universitario della "Pantera", (con una differenza che, se mi sbaglio, sono pronto ad autosmentire immediatamente, Bentivogli si è poi laureato in Scienze Politiche, Andrea non mi pare abbia concluso gli studi...) è da sempre il prototipo del cislino di sinistra (direi in alcuni casi anche estrema, più di me; scherzando con lui lo definivo sempre, con suo sommo divertimento: "il nostro uomo all'Avana...").

Come portavoce nazionale della campagna missionaria: CHIAMA L'AFRICA, ad esempio, era lo stretto collaboratore del parlamentare europeo, il compianto Eugenio Melandri, già esponente, prima, di Democrazia Proletaria e, poi, di Rifondazione Comunista.

Potrei raccontare tutta la vita (professionale e non) di Andrea Benvenuti (dalle esperienze all'Espresso, al trasferimento in Argentina, dove è stato in pieno contatto con il movimento delle Madri di Plaza de Mayo, fino alla passione, condivisa in famiglia, per il rugby), ma poi dicono che scrivo troppo.

Mi si chiederà, ma come facevi, ad intuire che Andrea Benvenuti non era probabilmente (più?) iscritto alla Cisl?

Purtroppo la risposta non può che essere la più banale: perchè credo che gli servisse, con ogni probabilità, anche quel piccolo un per cento della sua (non piccola) retribuzione.

Altrimenti non mi avrebbe "tradito" platealmente in questo modo. 

E non avrebbe nemmeno abbandonato la Cisl, sua casa (non solo editrice...) per decenni, come rivendica ancora, giustamente, sul suo profilo social.

Francesco Lauria

lunedì 3 novembre 2025

PICCHIATORE E' COLUI CHE HA PICCHIATO: BIOGRAFIA NON AUTORIZZATA DI ROBERTO PEZZANI, SEGRETARIO GENERALE FNP CISL ("la mia storia tra le dita" - QUINTA PUNTATA)

                                          Un'altra barzelletta Sovietica:..


Stalin un bel giorno si accorge che tutti quelli che incontra lo osannano e acclamano, pensa però che sia tutto finto per non beccarsi una pallottola, quindi vuole sapere cosa veramente la gente pensa di lui. Si rade i baffi, si trucca un pò e si mette una gonna, dopodiché va in una fabbrica di tostapane.

In mensa si siede accanto a un giovane operaio e gli chiede: "Compagno, sii onesto: che ne pensi di compagno Stalin?"

E quello allora risponde: "Sei pazza compagna? non posso parlarne qui in mensa con tutta questa gente! Dopo il pranzo vieni sul retro"

Allora vanno sul retro e Stalin gli chiede la medesima domanda, ma lui risponde:

"No, ancora qui non siamo al sicuro, qualcuno potrebbe starci spiando e balzare fuori! Andiamo nel campo a 3 km da qui"

Allora camminano per 3 km e finalmente in un campo aperto, dove nessuno li può sentire Stalin gli chiede: "Ora nessuno può sentirci, per favore dimmi cosa ne pensi veramente di compagno Stalin!"

Il tizio si guarda intorno, prima a destra poi a sinistra, e gli dice per conferma: "Sei SICURA che non lo rivelerai mai a nessuno? Mi prometti che ti terrai quanto di sto per dire fino alla tomba senza mai dire una sillaba a quelli della fabbrica?"

"Te lo prometto."

"Devo ammettere che mi piace molto il compagno Stalin!"


Era estate quando, per la prima volta, sono entrato nell'ufficio di Roberto Pezzani, a Bologna, in Via Milazzo 16, dopo non molto che era stato eletto segretario generale dell'Fnp Cisl Emilia Romagna.


Ho oltrepassato il bel murales che campeggia su tutta la facciata della sede (allora, come, immagino, oggi, siamo nel mese di novembre, con un bello striscione contro i femminicidi) e sono entrato...



Allora Pezzani aveva non da molto compiuto un atto, poi successivamente tardivamente ritirato, a mio parere davvero sbagliato, sfruttando una norma (comunque da rivedere e, ad oggi, non più attuata) che prevedeva la possibilità, per le piccole Usr e Federazioni regionali di categoria, di abolire la segreteria e concentrare tutto il potere (e le responsabilità) sul solo segretario generale.
L'Fnp Emilia Romagna che conta circa 150.000 iscritti e iscritte ed è una delle più grandi d'Italia, tutto è, comunque,  tranne che una piccola federazione regionale di categoria.
La vera e propria rivolta dei territori, ad ogni livello, e anche una opportuna riflessione della segreteria nazionale Fnp Cisl, post compianto Gigi Bonfanti, riporterà il Pezzani a miti consigli e lo "costringerà" a varare una segreteria, comunque di sua stretta fiducia ed osservanza.

Tornando a noi, Pezzani aveva da pochi mesi sostituito Loris Cavalletti, trasmigrato, come vice presidente (e presidente designato) ad Anteas Nazionale, cancellandone, in un battibaleno, anche il ricordo.
Non che avesse tutti i torti, Loris è, notoriamente, un gran confusionario (l'ho sperimentato mio malgrado, anche direttamente), ma davvero a me Pezzani parse una specie di satrapo persiano (meglio, parmigiano come me) della serie: so tutto io, faccio tutto io, io sono io e voi (tu...) non siete un...

La materia del contendere era il blocco, davvero sovietico che Pezzani aveva imposto (non ho ancora capito su indicazione di chi...) al mio libro: "Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli" (non sono fortunato con i libri...)
Ero rimasto, sinceramente impressionato, dall'efficienza davvero sovietica/tedesco orientale, con cui Pezzani era riuscito, in pochi giorni, a far saltare la presentazione del mio libro (non ancora formalizzata) a Piacenza, a Pontenure, con la Cisl di Parma e Piacenza, ma soprattutto gli erano bastati quindici minuti (15!) per intervenire su Adelmo Lasagni, allora segretario generale Fnp Cisl Emilia Centrale (oggi in segreteria, ma Pezzani non c'è più, essendo stato promosso... della Fnp Cisl Emilia Romagna).
Tramite Federico Ghillani (un vero incubo permanente per il suo concittadino Pezzani) allora, come ora (per quanto tempo ancora?) segretario generale dell'Fnp Cisl Parma e Piacenza, avevo organizzato una presentazione del libro, con i pensionati della mia città e provincia (e territorio annesso ducale piacentino) presso il Museo Cervi, presieduto (allora come ora, ma in questo caso ancora per davvero poco) dalla mia amica, ex sottosegretaria alla Pubblica Istruzione, Albertina Soliani.
Anche se c'erano fior di precedenti di altri direttivi ducali (intesi come Parma e Piacenza, non Modena e Reggio Emilia) tenutisi in territorio al di là del confine del fiume Enza, cartina geografica alla mano Pezzani era riuscito (mortacci sua!) a far saltare la presentazione del mio libro, in quanto ipotizzata (solo ipotizzata!) in territorio straniero (come se fossimo ancora a prima dell'Unità d'Italia, in pieno Risorgimento...)
Siccome, però, io ne so una più del diavolo (come paiono, finalmente, essersi accorti in Via Po 21...) non mi sono dato per vinto.
Deve ancora nascere, infatti, un Pezzani che riesca a prendermi per il naso.
Grazie alla davvero eroica e coraggiosa sinergia di William Ballotta (allora segretario generale Cisl Emilia Centrale, oggi segretario regionale Usr Cisl Emilia Romagna) e (secondariamente, non voglio rovinargli i prossimi importanti sviluppi di carriera essendo davvero un bravo ragazzo) anche del componente di segreteria Andrea Sirianni, riesco, cartina geografica alla mano, a "fare fesso" Pezzani (e chi per lui...)
La presentazione, quasi carbonara, del mio libro viene, infatti, organizzata presso il Museo Cervi in una formula inedita, laboratori online di lavoro con i delegati delle federazioni di categoria, lavori di gruppo in presenza con aula rovesciata presso il Museo, relazioni in presenza con interventi, bellissimi, sia di Albertina Soliani che di Pierluigi Castagnetti (che, a pranzo, quando siamo solo io e lui, mi chiede se è vero che la Fnp Cisl Emilia Romagna ha finanziato la pubblicazione del mio libro su Morelli, rischiando questa volta sì, di farmi davvero secco, perchè una crocchetta di pollo mi va, di conseguenza, di traverso...).
La giornata si conclude gloriosamente, nel pomeriggio (dopo che sono stato soccorso con relativa manovra gastrica...) con un bellissimo parallelo sull'intreccio delle famiglie Cervi e Morelli nell'antifascismo reggiano e la visione del mappamondo sul trattore dei fratelli Cervi (per Danilo Battista e Alessandro Spaggiari, è una metafora, bellissima tra l'altro, non un pericolo!).
Da notare che, nella mattinata, erano stati presenti tre responsabili formazione della Cisl Emilia Romagna: Claudio Arlati (quello vero, non l'impostore che si aggira ora per i corridoi di Via Po a Roma...), Carmine Marmo (che verrà poi recuperato proprio in Emilia Romagna da Pezzani, Pezzani, infatti: "ha anche fatto cose buone..." e Gianni Vignali, anche lui parmigiano (siamo tantissimi!) storico collaboratore, in Usr Cisl Emilia Romagna, di Pippo Morelli.
Il tutto è stato ripreso dall'addetto stampa Silvio Cortesi della Cisl Emilia Centrale, anche lui poi duramente allontanato, qualche tempo dopo, dalla Cisl territoriale.
C'è da dire (non so se è una colpa per Pezzani...) che in quella occasione, davvero, abbiamo volato alto.
Il titolo acquisito dell'iniziativa (che si deve a Pierluigi Castagnetti...) è stato: "Il Sindacato come luogo "teologico". Morelli, Carniti e la straordinaria Scelta di Vita di una generazione".
Tutti i materiali, sono di parte, ma bellissimi, dell'iniziativa, a partire dal discorso, stupendo, di Pierluigi sono rinvenibili qui:


Ma la vita è davvero strana.
E meno di un anno dopo, primavera 2022, vengo contattato da Roberto Benaglia, segretario generale della Fim Cisl anche a nome dell'Fnp Cisl nazionale (allora retta, udite un po' da.. Daniela Fumarola!), della Cisl Emilia Centrale e della Cisl Emilia Romagna (troppa grazia...) per una presentazione, in pompa magna, del mio libro su Morelli.
L'iniziativa viene organizzata, con grande prestigio, presso l'aula magna dell'Università degli Studi di Reggio Emilia (e Modena, un po' potremmo dire, cislinamente parlando dell'Università dell'Emilia Centrale...)
Coinvolgo, come sempre, Chiara Morelli (la figlia maggiore di Pippo), Gian Primo Cella e Romano Prodi (la cui famiglia, in particolare il fratello Paolo, era legatissima alla famiglia Morelli, compreso Giorgio, fratello di Pippo, il partigiano "solitario", primo liberatore dai fascisti di Reggio Emilia, ferito a morte nel dopoguerra, siamo nel triangolo rosso, da un attentato comunista rimasto vergognosamente impunito).
L'iniziativa, cui partecipa anche Daniela Fumarola (Benaglia, viene sostituito all'ultimo per un impegno con Fincantieri dal concittadino bergamasco Ferdinando Uliano, anche se devo scrivere, se no da Monza mi massacrano, che Benaglia è un bergamasco acquisito per matrimonio, tra l'altro trattasi anche di un tifoso della Fiorentina e questo, oltre che imperdonabile è davvero incomprensibile...) si svolge di fronte a centinaia di persone, con un caldo inverosimile.
Nella foto, in prima fila, si vedono sia Pezzani (al centro, come potrebbe essere altrimenti...) e mio figlio Jacopo, autore, peraltro, di pregevoli fumetti sull'evento.


Vanno fatte due precisazioni: la prima è che l'iniziativa è stata introdotta dalla (allora) nuova segretaria generale della Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo, bravissima e, oggettivamente, bellissima (spero non mi quereli!), qui in foto sorridentemente abbracciata proprio con Pezzani...


La seconda è che, non tutti, i tantissimi convenuti al convegno da tutta la regione (con pullman dalla Romagna...) sono venuti per stima mia o di Pippo Morelli.
Roberto Pezzani, infatti, ha detto a tutti: "con Lauria ci siamo chiariti, quindi o venite... o ..."
Insomma è stato lui il vero artefice e protagonista della (di tantissime) più prestigiosa e affollata presentazione del mio libro: Sapere, Libertà, Mondo (definizione che si deve a Bruno Manghi..., fate due più due e trovate i firmatari di uno degli appelli a mio sostegno di questi mesi...)

Ma lo so aspettate tutti il pezzo forte, quello non reggiano, ma parmigiano...
Da quando è stato reso un po' più noto il mio attuale conflitto (a colpi di ricorsi (miei) ai probiviri confederali, il primo verrà discusso il prossimo 25 novembre alle ore 17 e di querele (di entrambi pare...) sono veramente subissato da messaggi, pacchi, etc. da Parma.

Roberto Pezzani (davvero mi sfugge davvero il perchè...) non deve essere amatissimo nella sua (e mia) città.
Credo di aver ricevuto materiali/dossier fin dalla sua prima comunione, ma, come ho spiegato, in situazione analoga al reggiano, mio "persecutore", Alessandro Spaggiari (e fatto verbalizzare in sede di audizione disciplinare in Via Po), io i dossier, per di più spesso anonimi, sulle persone non li utilizzo mai, nemmeno fossero le: "più grandi serpi in seno che ha avuto la Cisl..."

Una cosa, però, fosse anche perchè devo giustificare l'epiteto di "picchiatore" nei suoi confronti, la devo circostanziare.
Ci trovavamo, a Parma, nella sede provinciale di Via Lanfranco, a metà del primo decennio degli anni duemila.


Pezzani, la cui biografia ufficiale e autorizzata (con tanto di Roberta Roncone come assistente di segreteria...) trovate qui: https://pensionati.cisl.it/segreteria-nazionale era il referente, nell'ambito funzione pubblica, della Fisos, che rappresentava, nella Cisl, i lavoratori ospedalieri (lui faceva radiologie, evito di fare dell'ironia...)
Il percorso di unificazione vero un unico sindacato della Funzione Pubblica era, come in tutta Italia, irto di difficoltà.
In particolare, a Parma, il conflitto (sostanzialmente di potere e relativo al tesseramento) era con i rappresentanti dei lavoratori degli enti locali, a Parma rappresentati dal sindacalista Gianni Zambernardi.
Nell'ambito di questo conflitto, un giorno, proprio nella sede sindacale, quella in cui si tutelano i diritti dei lavoratori fragli e che, Pippo Morelli, definiva: "comunità educante" si sentono delle urla altissime.
Pezzani che, basta guardarlo, è di corpulenta corporatura e tuttora piuttosto in forma, figuriamoci venti anni fa, quando io muovevo i primi passi in Cisl (per mia fortuna, in questo caso,  non a Parma...) mi dicono: "mette al muro" Zambernardi, peraltro di fronte ad altre persone, tra cui un obiettore di coscienza che non deve essersi fatto una grande opinione della Cisl...
Zambernardi, ferito, si reca al pronto soccorso di Parma (dai colleghi di Pezzani...NdR) con "numerose echimosi" e una non trascurabile prognosi.
Il ricorso ai probiviri non può che essere celere.
Pezzani, come è noto, (ma come me peraltro) era legato al nostro concittadino (ma quanti parmigiani ci sono???) Gigi Bonfanti, già braccio destro di Sergio D'Antoni e leader nazionale confederale.
Di Bonfanti ho curato io la redazione del libro, scritto da Alberto Aibino (anche lui parmigiano!!!) e pubblicato da Edizioni Lavoro, in occasione del congresso nazionale Fnp Cisl dello scorso giugno (sembra passato un secolo!): "Gigi Bonfanti. Il medico e il sindacalista illuminato".


Il resto è (abbastanza) noto.
Il "picchiatore" (colui che ha picchiato) Pezzani viene sottoposto a procedimento disciplinare/associativo (come ora peraltro...)
Bonfanti intercede vigorosamente per lui (vengono, non solo dalla stessa città, ma anche dallo stesso settore e categoria...)
Un'azione orrenda che, a detta di tutti, meritava l'espulsione viene sanzionata, dal collegio dei probiviri, solamente con una sospensione di sei mesi da iscritto e dalle cariche, peraltro, in buona parte, scontata durante i mesi estivi.
Il resto è notorio, l'unificazione della Funzione Pubblica si farà e Pezzani ne diventerà il leader, Zambernardi, pur non subito, verrà progressivamente emarginato...

Che poi Pezzani, non avesse il carattere che ha, sarebbe anche un bravo sindacalista.
Per leggere un po' di sue interessanti riflessioni sindacali potete acquistare qui: https://www.edizionilavoro.it/catalogo/manualistica/i-quaderni/prospettive-sindacali
il mio ultimo libro: "Prospettive Sindacali" (pubblicato, una prima volta, a inizio luglio 2025, poi bloccato da Via Po, e infine reso gloriosamente pubblico a inizio settembre 2025 (sembra, davvero, la preistoria...).
Nel volume, trovate, tra le tante altre interviste, tra cui quella a Maurizio Petriccioli, un'amplissima mia conversazione proprio con Roberto Pezzani, in dialogo con il suo predecessore alla Fnp Cisl Emilio Didonè, attuale Presidente di Plurale Ets.

I casi della Vita...

Il coriaceo,
Francesco Lauria


domenica 2 novembre 2025

IL RACCOMANDATO MARCO - IL PICCHIATORE ROBERTO - IL "SISTEMA" CRIMINOSO ("la mia storia fra le dita" - QUARTA PUNTATA)

Per le puntate precedenti: https://fiesolebarbiana.blogspot.com/

Barzelletta meno sovietica:

La sera di capodanno del 1999 Putin è andato a letto sapendo di essere il nuovo leader della Russia.

La notte sogna di essere in una grande stanza dorata con tutti i leader passati della Russia: da Ivan il terribile a El'cin.


Lui chiede:

"Chi tra voi mi può dare più saggezza nel guidare Russia?"

Allora tutti si girano verso Iosif Stalin, lui si alza e dice schiarendosi la voce:

"Ti darò due consigli, è ciò che dovrai fare.

La prima cosa è che devi prendere tutti gli oppositori politici e mandarli nelle prigioni in Siberia, oppure giustiziarli.

La seconda è che devi colorare il Cremlino di blu."

Putin allora gli chiede:

"Perchè di blu?"

Stalin si gira verso tutti gli altri e dice:

"Visto, ve l'avevo detto che non avrebbe fatto domande sulla prima cosa!"


Era il 17 settembre, quando io e Marco Lai, il (protempore e fino a prova contraria) direttore del Centro Studi Nazionale Cisl di Firenze ci siamo trovati, per l'ultima volta, faccia a faccia nel suo ufficio.

Un po' lo temevo, ma non immaginavo davvero che sarebbe stato anche il mio ultimo giorno, dopo oltre vent'anni, al Centro Studi di Firenze.

Di Lai ricordo ogni parola, ogni espressione del volto, ogni sospiro/ghigno sotto gli occhialoni.

L'inizio del colloquio è stato semplice, Lai era contento, in fin dei conti gli avevo passato tutti i materiali, tutti i contatti dei relatori, tutti i contenuti dei lavori a distanza (FAD), soprattutto tutti i materiali del colloquio di orientamento e selezione (si terrà, alla fine, il 10 ed 11 novembre prossimi) e i primi tre moduli (su cinque) già progettati del corso contrattualisti privati per la partecipazione.


Gli avevo fornito pronto, pronto anche lo staff, in parte cementato da dieci anni e più di mia direzione dei corsi, ereditati da Elisabetta Biliotti, (ma, andando più indietro anche da Pippo Morelli): Antonio Ingallinesi (Femca Nazionale), Alessandro Vicini (Filca Nazionale) Luana Franchini (Usr Cisl Basilicata, segretaria regionale e formatrice), Sabrina Brezzo (First Cisl Nazionale, segretaria generale aggiunta e formatrice).


Ho chiesto, lo ammetto, allo staff di rinunciare a partecipare al corso in mia (minima) solidarietà:

Ingallinesi e Vicini hanno rifiutato via messaggio, Franchini e Brezzo non hanno nemmeno risposto, se ricordo bene (la cosa mi ha fatto malissimo, potrei sbagliarmi, comunque, in alcuni casi, davvero dopo quasi vent'anni, ho, quasi tremando, chiuso i ponti con tutti/e).


Tornando al colloquio, esso ha preso una piega molto brutta e tesa quando ho chiesto a Lai-Putin (o dovrei scrivere Lai-Stalin?) se, almeno, si dissociava dalla contestazione disciplinare in cui mi veniva rimproverata la diffusione entusiasta di una foto di un calciobalilla ancora incelofanato in una sala secondaria (e sempre aperta) del Centro Studi, perchè: avrei: "rovinato una - fantomatica - cerimonia inaugurale (del calcetto, che forse, peraltro, manco è regolamentare...)".

Inutile dire che la cerimonia non c'è mai stata e il calcetto viene regolarmente usato da personale, corsisti e turisti... (ho faticosamente prodotto le foto di prova, lo so è incredibile, in sede di audizione disciplinare).



Tornando a Lai, ricordo davvero ogni inflessione del volto, altro che burocrati del nazismo o della Ddr, molto peggio!.

"Caro Francesco, tu hai violato, con la foto del calcetto, in forma gravissima, la privacy di Unitas Spa" non potrai che pagarne le conseguenze..."

Mi avesse detto che, approfittando della davvero infinita ristrutturazione ancora in corso al Centro Studi, aveva deciso di colorare, magari insieme a Putin, Trump, Maduro, Sbarra e Kim Jong-Un (non stupitevi, sono tutti politici di destra...),  tutta Via della Piazzola di blu mi avrebbe stupito di meno.


 

Non contento Lai ha aggiunto, con fare che io ho percepito anche come intimidatorio:

"Tu Francesco, non sei più degno della Cisl. Non sei degno di Pippo Morelli, tu sputi nel piatto in cui hai sempre mangiato!"

Ero così sconcertato e anche addolorato (mi faceva davvero pena, peraltro si tratta di un pensionato) che ho risposto quasi con pacatezza:

"Caro Direttore, lavorare con impegno e passione non è mangiare da un piatto. Pippo Morelli sarebbe stato ancora più radicale di me (non lo conosce proprio anche se Lai era presente durante tutta la direzione del Centro Studi di Pippo, dal 1985 alla fine del 1989) e, soprattutto, sei tu, a non avere nemmeno una goccia, una goccia di sangue cislino. Non hai preso nulla da tuo padre!! (il padre di Lai era dirigente apicale della Cisl in Toscana, è stato anche segretario generale della Cisl di Arezzo).


La citazione da parte di Lai di Pippo Morelli mi ha fatto, però, venire in mente una cosa che, fino ad oggi, non avevo rivelato a nessuno, nemmeno allo stesso Lai.

Durante le lunghissime e approfondite ricerche per la mia realizzazione del libro, pubblicato da Edizioni Lavoro, "Sapere, Libertà, Mondo. La strada di Pippo Morelli" mi sono imbattuto, nell'archivio di Morelli conservato presso Istoreco a Reggio Emilia, in una interessantissima dispensa ad opera dell'allora assistente del Centro Studi Gianni Tagliapietra che purtroppo, allora, preso dalla ricerca specifica su Morelli, non ho fotocopiato...


Tagliapietra che ora fa lo psicanalista (sarà un caso...?) a Venezia, è, come è noto ad alcuni, anche autore dello storico logo del Centro Studi, quello, con i colori Cisl e gli alberi...

Come ha testimoniato un altro assistente di allora, Carmine Russo, in occasione degli scritti e degli incontri di commemorazione dell'ex direttore del Centro Studi, il modenese Luigi Paganelli  (in verità in forma, anche comprensibilmente, edulcorata), il 1981 è stato un anno molto complesso per il Centro Studi di Firenze (un po' come, in forme diverse, il 2025...)
Siamo a cavallo tra la direzione di Paganelli e quella di Lorenzo Caselli, giovane e rampante professore "carnitiano" che ha la meglio, per il Centro Studi, su un altro professore sempre carnitiano che si direzionerà verso la rivista il Progetto: Luigi Ruggiu.
Marco Lai entra al Centro Studi come borsista Inas (allora diretto dal compianto e scomparso prematuramente Alberto Gavioli, modenese) nell'aprile 1981.
Lo scontro è già in atto.
Si tenta, nell'estate, una mediazione in una due giorni di ritiro al mare, in Liguria.
Formalmente la questione è la scelta tra: "formatori di metodo" e "formatori di contenuto", ma le vere ragioni di contenzioso sono anche altre.
Una di queste, non certo la principale, è proprio Marco Lai, l'ho riscontrato direttamente dalla lettura dei verbali (allora puntigliosissimi) del Centro Studi mentre, anche tra le carte presenti in Università Cattolica a Milano, ricercavo proprio la dispensa sui valori e le idee forza della Cisl di Gianni Tagliapietra (come può testimoniare il prof. Aldo Carera che ha provato, invano, ad aiutarmi nella ricerca...)
Marco Lai, a differenza di tutti gli altri candidati, salta i colloqui di selezione al Centro Studi.
Abbandona l'Inas (non credo nemmeno svolga, posso sbagliarmi, il previsto periodo di tirocinio presso il Centro Studi Cisl di Taranto, futura terra di elezione di Daniela Fumarola; magari fosse andato davvero a Taranto si sarebbero subito conosciuti e il loro platonico amore sarebbe scattato prima...) e, direttamente, viene assunto al Centro Studi.
C'è chi dice che, per circa tre anni, si rinchiude nel suo ufficio con studio matto e disperatissimo, senza svolgere attività formativa.
E' poi, proprio Pippo Morelli, che era uno che accendeva di fuochi, infuocava, infatti, magari non le piazze, me le anime e i cuori (per Alessandro Spaggiari e Danilo Battista: è una metafora, non un pericolo!) a spingerlo ad uscire dal suo comodo guscio (il "guscio fragile", lo ricorda qualcuno?) e a specializzarsi, pur non essendo un vero e proprio giurista, essendo "solo" laureato, come me peraltro, in Scienze Politiche, su salute e sicurezza e, più tardi, (pur in forma prevalentemente compilativa...) sul diritto del mercato del lavoro.

Ebbene Carmine Russo e Gianni Tagliapietra richiedono di mettere a verbale la loro contrarietà all'assunzione di Marco Lai in quanto (figlio d'arte...) raccomandato.
Di lì a poco, ma Lai c'entra poco, verranno "giubilati" dal neo direttore, il ligure Caselli, Carmine andrà, con il minimo inquadramento possibile, a Roma, in Via Po, in confederazione, Gianni Tagliapietra sarà parcheggiato, qualche anno, alla neonata Fondazione Corazzin in Veneto.

D'altronde il raccomandato Lai si sentirà per sempre più un (mancato) accademico, ma sarà sempre, a mio personale parere, soprattutto un mancato formatore sindacale.
Per ben due volte proverà ad entrare dalla porta principale all'Università, nella sua amata accademia.
E per due volte, (la mia fonte è lo stesso direttore Lai, me lo ha detto quando, insieme, salivamo verso Barbiana) anche abbastanza recentemente, sarà sonoramente bocciato, in quanto, nel suo ambito di possibile insegnamento, i suoi scritti sono risultati e stati giudicati: "ripetitivi e sostanzialmente privi di originalità/valore scientifici".
E poi lo stesso Marco Lai mi ha fatto scrivere minacciosamente da un avvocato romano quando ho parlato della sua: "banalità"!

Non stupisce davvero che questa e la precedente segreteria generale abbiano scelto Marco Lai (dopo quarantatre anni in Via della Piazzola, altro che Stalin...)  come direttore del (già glorioso) Centro Studi di Firenze.
Uno che chiede il permesso anche di spostare una penna sulla (propria) scrivania è perfetto per l'"elaborazione" (Daniela Fumarola copyright) di questa Cisl.

Stiamo parlando proprio di quel Centro Studi di Firenze che, fin dalla metà degli anni Cinquanta del Novecento, ha accolto gli allievi di Don Lorenzo Milani, poi diventati sindacalisti (e sindacaliste...)
Un luogo non di "morte" come oggi: ma un luogo per: "praticare l'amore e dare un senso alla vita".
Come ho raccontato, in tre diverse edizioni (alla faccia di Ignazio Ganga...) in: "Quel filo teso tra Fiesole e Barbiana. Don Milani e il mondo del lavoro".


Proprio quel Centro Studi dal quale io sono bandito a Vita (o fino a reintegra...)
Quel Centro Studi in cui il prossimo 10 novembre io potrò, sorvegliato, forse recuperare i miei file e i miei oggetti personali.
Non sarò solo (a meno che ce lo impediscano...) sarò accompagnato da Carmine Marmo, assistente (non raccomandato...!) del Centro Studi dal gennaio 1981 (prima quindi di Lai...) al 1997 e attuale responsabile formazione sindacale (in uscita...) della Fnp Cisl Emilia Romagna.
La stessa Fnp Cisl guidata, a livello nazionale, dal "picchiatore" parmigiano Roberto Pezzani.
Anche lui, come Lai, raccomandato.
Ma di questo e del: "sistema" Cisl (copyright Fausto Scandola...) parleremo nella quinta puntata (devo finire, infatti, di raccogliere tutti i dettagli della sospensione di Pezzani da parte dei probiviri, dai miei amici della Cisl di Parma...)

Il non particolarmente "rilassato" (copyright Danilo Battista...),
Francesco Lauria