martedì 2 settembre 2025

Le Acli, la Cisl, il Centro Studi di Firenze, Playboy e Montemagno tra Serena, Irene e… Achille Grandi!


Ma facil si palesa il buon cammino

Che riman un sogno

E nel vorace tempo è vana attesa

Clemente Rebora, Frammenti Lirici

 


No, non è possibile!

Emilio Gabaglio, già Presidente nazionale delle Acli (quello della famosa “ipotesi” e non erroneamente “scelta” socialista, come bollata dai più) e già segretario generale della Confederazione Europea di Sindacati, era persona di grande eleganza e pazienza. Si arrabbiava davvero di rado.

Ma quando un corsista, al Centro Studi Cisl di Fiesole, intorno al 2013, ammise, davanti a lui e a me, di non saper nulla di nulla di chi fosse Achille Grandi, ci accorgemmo, entrambi, che occorreva correre ai ripari.

Al più presto.

Certo, tutti i suoi frequentatori, o quasi, sanno che la villa medicea, che compone il corpo centrale e storico del Centro Studi Cisl per sindacalisti di Firenze, si chiama, per l’appunto, Villa Grandi.

Ma tutti o quasi, purtroppo ignorano il perché.

I sindacalisti e le sindacaliste (non solo i giovani!) non conoscono, infatti, la bella biografia del tipografo comasco, leader storico della confederazione di ispirazione cristiana Cil (Confederazione Italiana Lavoratori) che Giovanni Bianchi, già Presidente nazionale delle Acli, compianto maestro e amico, definiva: “un cristiano nella storia”.

Stiamo parlando di Achille Grandi, fondatore proprio delle Acli e grande ispiratore di una Cisl che non potrà mai veder nascere a causa della morte avvenuta nel 1946, antecedentemente anche al primo e unico congresso nazionale della Cgil unitaria, svoltosi, ironia della storia, sempre a Firenze.

Fu così che, dopo l’incontro con il malcapitato corsista, pesantemente redarguito, io ed Emilio Gabaglio decidemmo, spalleggiati dalla direzione di allora del Centro Studi di Firenze, di correre ai ripari.

Facemmo, infatti, realizzare dei pannelli in vetro (un po’ piccoli per la verità) in cui erano riportate, in italiano e in inglese, le biografie delle figure cui sono dedicati i padiglioni del Centro Studi di Firenze: Achille Grandi (per l’appunto!), Bruno Buozzi (alfiere del sindacalismo socialista riformista e del valore del sindacato di categoria, primo firmatario di un Ccnl in Italia oltre che del famoso patto tra sindacato unitario e Confindustria c.d. “Buozzi – Mazzini”  del 3 settembre 1943 in cui fu reintrodotta, in Italia, la democrazia economica, prima ancora della democrazia politica, grazie alla ricostituzione delle Commissioni Interne nei luoghi di lavoro), Giuseppe Fanin (emigrato veneto, martire, nella provincia bolognese, del sindacato libero, la LCgil), ed Eraldo Crea (indimenticabile leader sindacale, fautore dell’incontro tra sindacato, formazione e cultura, fondatore e responsabile, per decenni, della rivista il Progetto).

In realtà ci sono poi altre due intitolazioni: a Maria Irace, operatrice sindacale Cisl, grande animatrice della formazione europea a cavallo degli anni Novanta e Duemila e Damiano, storico portiere notturno del Centro Studi, uno di quelli che il sociologo cislino Bruno Manghi ha definito: “i santi minori” del sindacato.

Mi sono poi inventato il famoso giro di un’ora nella storia dei padiglioni del Centro Studi, piccolo tour in cammino, nella memoria e nella storia di queste biografie che, dal 2013, in italiano e in inglese, ho ripetuto decine e decine di volte, raggiungendo, ho calcolato, circa un migliaio di corsisti e corsiste.

Finalmente Achille Grandi non sarebbe più stato confuso, da sindacalisti più attempati, con Serena Grandi e da quelli un po’ più giovani, con la fiorentina Irene Grandi!

A proposito di Serena Grandi.

Il 1985 è ricordato per i risultati del referendum sulla scala mobile, vittoriosi per la Cisl e catastrofici per il Pci e la componente comunista della Cgil e per l’addio di Pierre Carniti alla confederazione di Via Po, con la famosa e commossa frase (citata poi milioni e milioni di volte in Cisl anche solo per fare bella figura…): “Ho terminato la mia corsa. Ho conservato la fede in quello straordinario fatto di solidarietà umana che è il sindacato, che è la Cisl”.

Ma il 1985 (prima delle dimissioni) è anche l’anno di un piccolo “scandalo” in Via Po.

Carniti, almeno prima di cimentarsi nel Parlamento Europeo, non era particolarmente ferrato nella lingua inglese e, forse, nemmeno nelle riviste maschili per adulti.

D’altronde il nome Pierre, scelto dal padre, come scherno all’autarchia anagrafica fascista, è alla “francese”.

Fu così che, nei primi mesi del 1985, un giornalista di Playboy svolse un’intervista telefonica proprio con Pierre Carniti, allora leader indiscusso (o quasi) e ancora segretario generale della Cisl.

L’uscita dell’intervista (tutta su temi economico-sindacali) di Carniti fu inclusa proprio nel numero che prevedeva una splendida Serena Grandi in copertina.

Carniti, mi dicono, perché non ebbi mai il coraggio di affrontare con lui direttamente la cosa, provò in tutti i modi a smentire di aver rilasciato l’intervista, in sostanziale buona fede, perché non aveva proprio capito (non sempre anche i migliori sindacalisti ascoltano…) che si trattasse di Playboy.

Ma il giornalista aveva registrato tutto…

Fu così che si virò sull’acquisto di tutte le copie nelle (allora tante) edicole della zona Corso d’Italia, Via Po, Via Lucullo, per evitare comprensibili imbarazzi!

Ancora si discute si dove, poi, siano finite le copie…

Tornando a noi e ad Achille Grandi, non a Serena…

Colui che Giovanni Bianchi non definiva solo un “cristiano nella storia”, ma anche un “militante operaio”.

Si può leggere tutto online, in quella miniera che sono gli ebook gratuiti della casa editrice Eremo e metropoli, in particolare in tre libri di Giovanni: “Gli aclisti”, “Storia e attualità delle Acli”, “Il volo del calabrone. Riflessioni sulle Acli”.

Pensavo a tutto questo ieri sera, chiacchierando, di ritorno dalla natia Parma, con Marcello Bracali, già Presidente provinciale delle Acli di Pistoia e anima dello storico circolo di Montemagno, tra Pistoia (appunto) e la fu città del mobile di Quarrata.

Un circolo dal sapore e dagli infissi antichi, ma tutt’ora vivacissimo, si tratti di proporre eventi culturali e politici, di ospitare il ballo liscio e i tornei di briscola, di animare il turismo sociale, etc.

Un presidio prezioso di sussidiarietà (circolare, direbbe Stefano Zamagni), cittadinanza e democrazia che resiste nel deserto di oggi.

Sono proprio contento, ieri sera, di essermi iscritto al circolo Acli di Montemagno.

Non mi ero, incredibilmente, infatti, pur frequentandole non saltuariamente alle Acli.

Ho pensato ad Achille Grandi, Livio Labor, Emilio Gabaglio, Giovanni Bianchi.

Anche, lo dico senza piaggeria, ad Emiliano Manfredonia, attuale Presidente nazionale, e alla bellissima intuizione e messa in opera della carovana della pace e del lavoro, promossa dalle Acli nazionali, e partita significativamente, proprio ieri, da Palermo.

Ho pensato, lo ammetto, anche a Serena Grandi, d’altronde io ero fanciullo negli anni ottanta, non mi occupavo ancora (per fortuna…) di scala mobile.

Ma questa, converrebbero dietro ai loro sigari con un sorriso sornione sia Pierre Carniti che Emilio Gabaglio, è, davvero, un’altra storia!

Francesco Lauria

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